La yield curve, o curva dei rendimenti, è uno degli strumenti più osservati nei mercati finanziari. Rappresenta graficamente la relazione tra i tassi di interesse di titoli obbligazionari con la stessa qualità creditizia, tipicamente i Treasury, ma con scadenze differenti. Sull’asse orizzontale troviamo le diverse maturità (da pochi mesi a trent’anni), mentre sull’asse verticale sono riportati i rendimenti corrispondenti.
Yield Curve: interpretazione
In condizioni normali la curva dei rendimenti ha una pendenza positiva: i titoli a lungo termine offrono tassi più alti rispetto a quelli a breve, perché gli investitori chiedono un premio per l’incertezza legata al tempo. Una curva inclinata in questo modo segnala fiducia nella crescita economica e aspettative di inflazione moderata.
Quando però la curva si appiattisce o addirittura si inverte, cioè i rendimenti a breve superano quelli a lungo, il messaggio per i mercati è molto diverso. L’inversione della yield curve è storicamente considerata uno degli indicatori anticipatori di recessione: significa che gli investitori si aspettano un rallentamento dell’economia e politiche monetarie meno restrittive nel futuro.
Esiste anche la curva piatta, in cui i rendimenti di breve e lungo periodo sono molto simili. Questo scenario riflette incertezza, perché il mercato non sa se prevarrà la crescita o un rallentamento. La yield curve non è solo un indicatore macroeconomico, ma influenza direttamente il costo del credito per imprese e famiglie.
Una curva ripida favorisce i margini delle banche, che si finanziano a breve e prestano a lungo; viceversa, una curva invertita può ridurre la propensione a erogare prestiti e frenare l’attività economica. Non sorprende quindi che economisti, trader e policymaker la osservino con attenzione, considerandola un segnale cruciale per anticipare i cicli economici e orientare le strategie di investimento.