Il concetto noto come “Two Tumbles and a Jump” (talvolta scritto “Two Tumbles And A Jump”) è stato proposto da Norman G. Fosback nei primi anni ’70 e indica che, quando la Fed riduce due volte di seguito una delle sue variabili di politica (sconto, requisiti di riserva o margini), spesso segue una robusta fase rialzista dei mercati azionari.
Two Tumbles and a Jump: origine e definizione
Il principio fu enunciato da Norman G. Fosback (autore di Stock Market Logic e altre ricerche di mercato). Fosback formulò la regola all’inizio degli anni ’70: la condizione che chiama il segnale è la riduzione consecutiva, per due volte, di una delle principali leve di politica monetaria.
Tradizionalmente queste sono il tasso di sconto, i requisiti di riserva o le regole sul margine. Secondo questa intuizione, l’aspettativa è che i mercati “saltino”, ossia registrino un rally. L’autore osservava che, storicamente, questa sequenza era seguita da fasi di ripresa dei corsi azionari.
Nella formulazione classica la regola non è limitata soltanto al federal funds rate: Fosback prendeva in esame tre “policy levers” (discount rate, margin requirements, reserve requirements). L’idea è che due tagli consecutivi in una di queste variabili, entro un arco temporale relativamente breve (tipicamente nel giro di qualche mese), segnalino un cambiamento sostanziale della politica monetaria verso l’allentamento e mettano le condizioni per una ripresa dei mercati.
Two Tumbles and a Jump: i limiti d’uso
Questo concetto ha pregi e difetti. Il pregio è la semplicità e il forte ancoraggio a svolte di politica monetaria che realmente cambiano il contesto macro, il difetto è la dipendenza dal contesto storico e dalla struttura del mercato.
Oggi i mercati prezzano molte informazioni in anticipo e la risposta a due tagli può essere attenuata o anticipata. Perciò la regola non è una “garanzia”, ma un indicatore da combinare con l’analisi macroeconomica e tecnica.