Il McClellan Oscillator, conosciuto anche come Advance/Decline Divergence Oscillator, è uno degli strumenti più utilizzati nell’analisi della cosiddetta market breadth, ovvero la partecipazione complessiva del mercato a un movimento rialzista o ribassista.
A differenza di oscillatori tradizionali come RSI o MACD, che misurano il momentum su singoli titoli, il McClellan Oscillator fotografa il comportamento dell’intero listino, osservando quanti titoli salgono e quanti scendono in una determinata sessione di Borsa.
McClellan Oscillator: come si calcola
La sua costruzione parte dall’Advance-Decline Line, cioè dalla differenza tra il numero di titoli in rialzo e quelli in ribasso. Su questa base vengono solitamente applicate due medie mobili esponenziali (EMA), una a 19 e l’altra a 39 periodi.
Oscillatore McClellan = (EMA 19 (Avanzamenti−Declini)) − (EMA 39 (Avanzamenti−Declini))
Il McClellan Oscillator non nasce tuttavia con le classiche EMA a 19 e 39 periodi (anche se spesso vengono usate come approssimazione pratica), ma con un calcolo basato su due medie mobili esponenziali del flusso di titoli in rialzo/ribasso (Advance-Decline), definite con un coefficiente di smoothing del 10% e del 5%.
La differenza tra le due curve genera l’oscillatore vero e proprio, che assume valori positivi quando a prevalere sono i titoli in rialzo, negativi quando dominano i ribassi e prossimi allo zero quando le due forze tendono a bilanciarsi.
McClellan Oscillator: interpretazione e usi
L’interpretazione dell’oscillatore si concentra soprattutto sull’analisi del momentum di breve periodo. Un McClellan Oscillator che sale con decisione indica una crescente partecipazione dei titoli alla fase rialzista, mentre un valore in calo segnala un deterioramento della forza interna del mercato.
Non mancano, inoltre, gli usi più sofisticati, come lo studio delle divergenze rispetto all’andamento degli indici principali: se un indice sale ma l’oscillatore scende, può essere un campanello d’allarme che anticipa un possibile cambio di scenario.