La terza tappa del nostro viaggio che ha come obiettivo la creazione in modalità self di un portafoglio che segue la logica del global market portfolio, fa tappa nella stazione delle piccole capitalizzazioni, note comunemente come Small Cap s.
L’investimento in azionario inteso in senso più ampio del termine, oggi si sviluppa tramite ETF (quindi indici replicati) dove le Small Cap hanno una presenza residuale, se non addirittura assente quando si tratta esclusivamente di investimento nell’azionario dei Paesi sviluppati. Il tema è già stato trattato in questo secondo articolo della serie.
Siccome il 42% di peso che il global market portfolio oggi attribuisce all’azionario vede una netta dominanza delle grandi capitalizzazioni, concentrarsi sugli strumenti che svolgono un buon lavoro di replica su questo fronte è essenziale. Ma siccome un 5% delle masse degli investitori globali è oggi investita in piccole capitalizzazioni può essere utile integrare il tutto con strumento passivi che investono nel settore delle Small Cap globali. Il vantaggio è quello di poter sfruttare nel lungo periodo le maggiori aspettative di rendimento che lo stile Small Cap incorpora, pur a fronte di un livello storicamente maggiore di volatilità.
Come investire in azionario Small Cap con gli ETF
iShares e SPDR rappresentano indubbiamente i due ETF quotati in Europa che offrono la maggiore capitalizzazione di mercato, quindi garanzia di liquidità durante le varie giornate di contrattazione. Entrambi replicano l’indice Msci World Small Cap e hanno costi compresi tra 0,35% e 0,45%.
Diversificazione massima con quasi 3.500 azioni che compongono il paniere, questo tassello rappresenta un fattore che, al pari di altri come i mercati emergenti oppure le azioni immobiliari, possono essere in grado di offrire nel lungo periodo un rendimento aggiuntivo all’investimento complessivo.
Anche per le Small Cap mondiali gli Stati Uniti dominano a livello geografico con il 55% di peso seguiti dal Giappone con il 12%. Molto ridotta in questo caso la presenza di azioni della Zona Euro. Decisamente meno “pesante” anche la presenza della tecnologia che invece pervade gli ETF a grande capitalizzazione.
Nelle Small Cap troviamo infatti solo l’11% di finanziari, mentre industria, finanza e beni voluttuari hanno percentuali maggiori. Utile per migliorare la diversificazione di portafoglio.
Molte asset allocation celebri che trovano ampio risalto negli Stati Uniti utilizzano le Small Cap come strumento di portafoglio in quantità anche maggiori al 5% previsto dalla strategia del global market portfolio.
Nulla esclude infatti che si possa decidere di preferire qualche punto percentuale in più all’interno dell’asset allocation, magari inserendo anche la componente emergente non presente negli ETF appena citati. Di nuovo sia SPDR che iShares offrono ETF che investono in piccole capitalizzazioni emergenti con un’ampia diversificazione su oltre 2 mila titoli dei paesi emergenti con un peso della Cina molto più ridotto rispetto al tradizionale Emerging Market large cap.
Inserito anche questo pezzo del puzzle nel prossimo articolo analizzeremo un altro tassello fondamentale, quello delle azioni immobiliari.
Come investire seguendo la teoria del Global Market Portfolio
Global Market Portfolio con ETF – Investire in large cap mondiali
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