Cosa sono gli swap - Strumenti finanziari | Investire.biz

Swap: definizione e cenni generali

Gli swap sono contratti derivati con cui due parti si impegnano, in certe date prestabilite, a scambiarsi dei flussi finanziari di segno opposto e derivanti da un'attività sottostante. Tale attività sottostante può essere rappresentata da interessi, valute, materie prime, azioni...

Lo swap normalmente non è negoziato nei mercati regolamentati ma viene trattato over the counter e questo fa aumentare il rischio di controparte: per questo dal 2007 esistono anche degli swap standardizzati che vengono scambiati nei mercati regolamentati.

Il legislatore regolamenta lo swap con l'art.1 comma 2 del TUF (Testo Unico della Finanza), fornendo un elenco di contratti derivati. Oltre alle tipologie di swap elencate nel testo, è possibile individuarne altre.

Un contratto di swap viene effettuato con l'intermediazione di un soggetto autorizzato, ossia una banca o una SIM iscritta all'albo, altrimenti il contratto risulta essere nullo. L'intermediario può agire sia come semplice intermediario, per mettere in contatto le due parti, sia nella veste di market maker, facendo da controparte e assumendosi il rischio di inadempienza di una delle due parti. Ovviamente in questo secondo caso le commissioni di intermediazione saranno maggiori.

Differenza tra swaps e altri derivati

La differenza principale tra gli swap e gli altri derivati come futures e opzioni sta nel fatto che nel primo caso non c'è un acquisto o una vendita di sottostanti a scadenza, ma solo uno scambio di denaro avendo a riferimento un sottostante. Di conseguenza, mentre nel caso dei futures o delle opzioni l'acquirente deve avere a disposizione il denaro consistente nel valore (eventuale nel caso delle opzioni) del sottostante, nel caso degli swap basta essere solvibili. Ma la solvibilità, trattandosi di contratti OTC, non viene garantita da nessuno e si rimanda alle valutazioni dell'operatore sulla controparte.

Finalità degli swap

Gli swap possono essere contrattati con 3 finalità:

  • Copertura. Quando un operatore ha lo scopo di coprirsi dalla variazione del sottostante, stipulando un contratto swap che gli genera flussi finanziari di segno contrario a quelli generati dal sottostante. Caso classico è quando si sottoscrive un contratto di mutuo a tasso variabile e, per immunizzarsi dall'aumento del costo del mutuo, si stipula uno swap dove si riceve un tasso variabile e si paga un tasso fisso su un capitale nozionale di riferimento ,che coincide con il valore del mutuo in corso
  • Speculazione. Quando si vuole trarre profitto dalla variazione del sottostante. Ad esempio, ciò si verifica quando si scambiano tassi fissi con tassi variabili anche senza l'esistenza di un mutuo in corso, solo perché magari si scommette sull'aumento del tasso variabile. In tal caso si contrattualizza uno swap dove, in diverse date, si riceve un variabile e si paga un fisso su un capitale nozionale di riferimento
  • Arbitraggio. Quando un investitore vuole trarre beneficio dalla differenza di prezzo di un sottostante in due mercati differenti. Ad esempio si indebita in euro pagando il 2% su un capitale di 1.000, acquista Treasury bond in dollari per 1.000 ottenendo il 3% e immunizza il profitto coprendosi dal rischio di cambio con swap su euro dollaro su un nozionale di 1.000, dove riceve a determinate scadenze periodiche tassi in euro in cambio di tassi in dollari. In tal caso ottiene un 1% sicuro su un capitale di 1.000

Le tipologie di swap

Si possono individuare diverse tipologie di swap come di seguito elencate.

Interest rate swap

L'interest rate swap è un contratto con il quale due parti a scadenze prefissate si scambiano flussi di cassa derivanti dalla differenza di tassi di interesse su un capitale nozionale. Solitamente lo scambio avviene tra un tasso di interesse fisso e uno variabile, che è rappresentato dalla somma tra l'Euribor o il Libor e uno spread applicato dalle banche.

Il sottoscrittore dell'interest rate swap, che si impegna a corrispondere il tasso fisso, viene denominato fixed rate player, mentre colui che invece prende l'impegno di versare il tasso variabile viene chiamato floating rate player.

L'interest rate swap ha più che altro finalità di copertura soprattutto quando, come detto in precedenza, il sottoscrittore ha un mutuo in corso e vuole coprirsi dall'aumento del tasso variabile: in tal caso la controparte non è la banca stessa ma una terza parte, che verserà al fixed rate player la somma in più che quest'ultimo darà alla banca.

Le due parti del contratto sono messe in contatto da un intermediario autorizzato che, a meno di una clausola espressa chiaramente nel contratto in cui quest'ultimo non funge da garante: quindi, se il floating rate player dovesse essere inadempiente, il fixed rate player si troverebbe a pagare sia la banca che la controparte.

L'interest rate swap può avere, però, anche finalità speculative, in particolar modo quando si vuole scommettere sul rialzo (nell'ottica del fixed rate player) dei tassi o sul ribasso (nell'ottica del floating rate player) degli stessi. Questa è una pratica utilizzata soprattutto dagli hedge funds e non dall'investitore retail.

Ecco un esempio.
Tizio e Caio firmano una accordo dove, a scadenza mensile, si scambiano flussi di cassa derivanti dalla differenza tra tasso fisso e tasso variabile su un capitale nozionale di 100.000 euro, dove Tizio riceve da Caio il tasso fisso e paga a Caio il tasso variabile.

Se il primo mese il tasso fisso è del 3% e quello variabile del 4%, Tizio pagherà a Caio la somma di 1.000 euro, derivante dalla differenza tra i due tassi (4%-3%) su 100.000 euro.

Se il secondo mese il tasso fisso è del 3% e quello variabile del 2,5%, a quel punto sarà Caio che pagherà a Tizio la somma di 500 euro equivalente a (3%-2,5%) x 100.000.
E così via fino a quando dura il contratto di interest rate swap.

Esistono anche delle varianti dell'interest rate swap, in base ai tassi e al capitale di riferimento, come segue:

  • Basis point swap, quando i tassi di interesse calcolati su un capitale nozionale sono entrambi variabili
  • Amortising swap, quando il capitale su cui vengono calcolati gli interessi diminuisce via via alle varie scadenze, proprio come in un piano di ammortamento
  • Zero coupon swap, quando il fixed rate player effettua il pagamento del tasso fisso ad un unica scadenza, quella finale, mentre il floating rate player si impegna al pagamento del tasso variabile a scadenze periodiche

Currency swap

Il currency swap è un contratto che ha come caratteristica lo scambio in diverse date di flussi di denaro, rappresentati dalla differenza di tassi applicati su nozionali nominati in valute diverse. La differenza rispetto all'interest rate swap consiste nel fatto che i nozionali non sono della stessa valuta e i tassi possono essere entrambi fissi, entrambi variabili o uno fisso e uno variabile.

La finalità del currency swap può essere sia di copertura, per proteggersi dalle variazioni valutarie qualora si abbia un'attività espressa in una moneta differente rispetto a quella domestica, sia di speculazione per trarre profitto dalla variazione del cambio nel tempo, ma anche di arbitraggio qualora si vogliano sfruttare differenze di prezzo su mercati diversi combinando tassi di interesse e cambi.

Ecco un esempio.
Marco e Luca stipulano un currency swap con cui, a scadenza trimestrale, Marco paga a Luca un tasso del 3% su un capitale nozionale di 100.000 dollari e riceve da Luca un tasso del 3% su un capitale nozionale di 100.000 euro.

Se il primo trimestre il dollaro si rafforza dell'10% nei confronti dell'euro, Marco pagherà a Luca 3.000 dollari, quindi 3.300 euro per via dell'aumento del prezzo del dollaro, e riceverà da Luca 3.000 euro. Quindi in sostanza Marco verserà a Luca 300 euro.
Se il secondo trimestre il dollaro si indebolisse dell'10%, sarebbe Luca a Versare a Marco la quota di 300 euro.

Commodity swap

Il commodity swap è un contratto dove a scadenze prefissate due parti si scambiano flussi di denaro derivanti dalla differenza tra prezzo fisso e prezzo variabile di una certa quantità di materia prima. Quindi anche qui si ha una componente fissa, che viene pagata da una parte, e una componente variabile, versata dalla controparte.

Spesso il commodity swap viene utilizzato con finalità di copertura da parte degli importatori di materie prime, che vogliono cautelarsi contro l'aumento del prezzo delle stesse nel tempo, ricevendo periodicamente dei pagamenti variabili in base all'andamento della materia prima e, quindi, mantenendo costante nel tempo il costo della stessa.
Capita però sovente che alcuni operatori sottoscrivano questo contratto per ragioni speculative scommettendo sul rialzo o sul ribasso del prezzo del sottostante sul mercato.

Vi sono anche dei casi di utilizzo del commodity swap per arbitraggio, in particolar modo quando su diversi mercati vi è una quotazione differente della stessa materia prima trattata.

Ecco un esempio.
Gianni e Franco redigono un contratto di commodity swap su 100 once d'oro, in un perioro in cui il metallo prezioso quota 1.500 dollari. I due pattuiscono che a scadenze mensili Gianni versi a Franco la quota fissa di 1.500 dollari l'oncia e Franco versi a Gianni la quota variabile in base all'andamento del prezzo dell'oro sul mercato.

Se dopo un mese l'oro salisse dell'1% e arrivasse quindi a 1.515 dollari l'oncia, Gianni riceverebbe da Franco la somma di (1.515-1.500) x 100 = 1.500 dollari.
Se il mese successivo l'oro scendesse a 1.490 dollari l'oncia, Gianni verserebbe a Franco la somma di (1.500 - 1.490) x 100 = 1.000 dollari.

Equity swap

L'equity swap è un contratto con il quale due parti si scambiano, a determinate scadenze, flussi di cassa derivanti dalla differenza tra un tasso di interesse, solitamente variabile, calcolato su un nozionale di riferimento e la performance di un titolo azionario o indice sempre basato sullo stesso nozionale.

Generalmente un equity swap viene stipulato per ragioni speculative, per scommettere cioè sul rialzo o sul ribasso di un titolo o indice azionario, limitando il costo delle transazioni e in particolar modo agendo sull'effetto leva che spesso l'acquisto diretto di un titolo azionario non consente di applicare.

Ecco un esempio.
Pippo e Sandro decidono di fare un equity swap con il quale, a scadenza semestrale, Pippo paga a Sandro il tasso variabile su 100.000 euro e Sandro versa a Pippo la performance dell'indice Ftse Mib sullo stesso capitale.

Se dopo 6 mesi il tasso variabile fosse del 2% e l'indice azionario fosse cresciuto dell'1%, Pippo pagherebbe a Sandro la somma di (2%-1%) x 100.000 = 1.000 euro.

Se nei successivi 6 mesi il Ftse Mib aumentasse del 5% e il tasso variabile fosse rimasto al 2%, sarebbe Sandro a versare a Pippo (5%-2%) x 100.000 = 3.000 euro.

Asset swap

L'asset swap è un contratto con il quale due parti si scambiano pagamenti periodici in relazione ad un titolo obbligazionario detenuto da una delle parti. La cedola che è legata all'obbligazione può essere a tasso variabile o a tasso fisso, in quest'ultimo caso si parla di reverse asset swap. Il contraente che possiede l'obbligazione, denominato asset swap buyer, corrisponde l'interesse che ottiene dall'obbligazione e in cambio riceve dalla controparte, definito swap asset seller, un tasso di interesse che ha un'altra natura.

Nel caso in cui l'emittente dell'obbligazione non dovesse corrispondere la cedola, l'asset swap buyer cesserebbe i pagamenti e nel contempo incasserebbe quelli dell'asset swap seller, che si assumerebbe quindi il rischio di credito. Ovviamente la differenza dei tassi tiene conto del rischio di default e quindi è un contratto sottoscritto sopratutto con finalità di copertura.

Ecco un esempio.
Saverio possiede un titolo obbligazionario del valore di 100.000 euro, emesso dalla società XYZ, che corrisponde una cedola semestrale del 3%. Quindi sottoscrive con Lorenzo un asset swap dove costui si impegna a versare ogni 6 mesi, in cambio della cedola, un tasso corrispondente all'Euribor a 6 mesi più uno spread, su un capitale nozionale di 100.000.

Se dopo 6 mesi il tasso variabile Euribor più spread fosse del 2%, Saverio verserebbe a Lorenzo la somma di 1.000 euro, corrispondente alla differenza tra il tasso cedolare del 3% e il tasso variabile del 2% moltiplicato per il valore dell'obbligazione.

Credit default swap

Il credit default swap (CDS) è un particolare contratto di swap dove una parte, chiamatoa protection buyer, versa dei premi periodici, calcolati in punti base su un nozionale, nei confronti di una controparte, definita protection seller, come forma di assicurazione contro l'inadempienza di un emittente di un credito. Il protection seller si impegna a pagare al protection buyer la somma del credito nel caso in cui tale emittente risulti inadempiente.

C'è da precisare che il rischio del credito non per forza si limita al capitale, ma può riguardare anche gli interessi corrisposti. L'aspetto particolare in questo caso è che non necessariamente ci deve essere un rapporto tra il protection buyer e l'emittente. Inoltre, ciò che distingue il credit default swap dalle opzioni è che non è previsto il versamento di un premio iniziale, ma verranno effettuati versamenti di premi periodici.

Questi strumenti, quindi, possono essere utilizzati sia come copertura, nel caso in cui vi è da parte del protection buyer un credito in corso nei confronti dell'emittente, sia come forma di speculazione, qualora invece il credito fosse inesistente. In quest'ultimo caso si scommette proprio sul default di un debitore.

Solitamente chi vende CDS sono le banche e questo potrebbe in un certo senso rappresentare una garanzia, essendo strumenti comunque fuori borsa. In realtà esiste un'associazione privata, la International Swaps and Derivatives Association (ISDA), che funge un po' da istituto di vigilanza, sebbene si tratti di un istituto privato che non si prefigge come obiettivo quello di garantire un interesse pubblico. Comunque, l'ISDA stabilisce delle regole, elencando le varie tipologie di CDS e il contenuto standardizzato dei contratti.

Ecco un esempio.
Gino e Pasquale stipulano un CDS dove Gino, che ha investito 100.000 euro in obbligazioni della società XYZ grazie a cui percepisce una cedola annuale del 4%, si impegna a versare a Pasquale un premio a scadenza semestrale dell'1% del capitale nozionale di 100.000 euro.
Se dopo 6 mesi non succedesse nulla, Gino dovrebbe versare 1.000 euro a Pasquale come premio.

Se, nei successivi sei mesi, Gino percepisse regolarmente la cedola del 4%, egli avrebbe un guadagno di 4.000 euro meno 2.000 euro che avrebbe pagato per i due premi versati a Pasquale per assicurarsi del rischio di default della società XYZ.

Nel caso in cui la società dovesse fallire, Pasquale rimborserbbe a Gino l'intera somma di 100.000 euro.

I principali vantaggi degli swap

Tra i principali vantaggi degli swap si possono segnalare i seguenti:

  • Flessibilità e chiarezza. Sono contratti che si adattano bene a varie situazioni e possono avere diverse funzioni senza adottare strategie troppo complicate
  • Poco costosi. Consentono di proteggersi dal rischio o di effettuare manovre speculative senza dover pagare commissioni troppo elevate
  • Leva finanziaria. Permettono di operare in leva, superando - come nel caso degli equity swap - il limite del lotto minimo, ma soprattutto non richiedono come altri derivati l'esborso di una somma iniziale, visto che i pagamenti avvengono periodicamente e in via differenziale senza movimentazione del sottostante

I principali svantaggi degli swap

I principali svantaggi di questo strumento possono essere così sintetizzati:

  • Rischio di controparte. A meno che non ci sia l'espressa garanzia dell'intermediario, il rischio di controparte è presente, non essendo strumenti scambiati nei mercati regolamentati
  • Rischio tassi. Nei contratti di mutuo a tasso variabile non vi è il beneficio dell'eventuale riduzione dei tassi, visto che il differenziale tra tasso fisso e tasso variabile tende a mantenere costante nel tempo il costo sul debito

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