Se il 2000 e il 2001 sono stati anni di rodaggio per i primi ETF azionari quotati in Europa, gli anni tra il 2002 e il 2003 sono protagonisti di tante novità tra cui lo sbarco dei primi ETF obbligazionari. iShares decide infatti di quotare un ETF che replica l’andamento dei titoli di stato tedeschi a cui segue, dopo pochissime settimane, un ETF che con un solo strumento permette all’investitore di acquistare tantissime obbligazioni corporate europee e americane altrimenti non accessibili da un piccolo investitore al dettaglio.
Storia degli ETF: arrivano le obbligazioni ed il primo prodotto sulla Borsa italiana
A rompere un tabù che vedeva associati gli ETF alla sola asset class azionaria, è iShares che porta sul mercatoeb.rexx Government Germany, un ETF costituito da 25 titoli di stato tedeschi compresi tra una scadenza di 1,5 e 10,5 anni. La struttura a distribuzione, i costi limitati (oggi 0,16%), ma soprattutto la qualità dell’emittente danno una iniziale spinta a questo primo storico ETF che però non ha mai scaldato fino in fondo il cuore degli investitori visto che le masse amministrate non superano i 250 milioni di euro.
La performance dal lancio è un rotondo 50%, lo stesso rendimento del 2012 con l’ETF che da quel momento in avanti non è più riuscito a fare progressi a causa dei tassi sempre più bassi dei bond di Berlino, sfociati per un lungo periodo addirittura nei rendimenti negativi.
Ma in quell’anno per gli investitori altre due ghiotte e forse più redditizie novità si affacciarono sul mercato. Due ETF che investono tuttora in obbligazioni corporate investment grade europee ed americane. iShares Euro Corporate Large Cap e iShares Usd Corporate Bond hanno avuto un successo decisamente superiore al precedente governativo tedesco e oggi sfiorano i 4 miliardi di euro di masse nella versione in dollari e i 2,5 milioni in quella euro.
Costi anche in questo caso contenuti, ma soprattutto la possibilità per l’investitore di accedere a obbligazioni con taglio da istituzionale e ovviamente rendimenti più interessanti, hanno portato ad un buon successo i due ETF corporate. La performance dal lancio della versione euro è del 80% mentre la versione Usd ad oggi raggiunge un risultato positivo del 125%.
Il 2003 è però anche l’anno dello storico lancio di un ETF che investe sulla Borsa italiana. Ancora Lyxor batte tutti sul tempo con quello che oggi si chiama Amundi Ftse Mib in versione a distribuzione. Grazie a questo storico importante possiamo conoscere il rendimento dell’investimento nella borsa italiana degli ultimi 21 anni. Il +75% era uno zero fino al 2020 ed al netto dei dividendi fa segnare ancora oggi una performance negativa del 9%.
Ma si avvicina il 2004, l’anno dei mercati emergenti e del lancio del primo prodotto dedicato all’oro.
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