Il quinto anno di vita degli ETF quotati in Europa mette altri importanti tasselli in quel mosaico che piano piano prende forma e che si chiama investimento a replica passiva di indici.
Almeno cinque sono quelli che considero i passaggi più significativi:
- due indici geografici;
- l’azionario mondiale dei Paesi sviluppati e quello che investe nei Paesi emergenti
- un azionario legato alle azioni ad alto dividendo;
- un obbligazionario che investe in titoli di stato indicizzati all’inflazione;
- un ETF che rende accessibile al piccolo risparmiatore un’asset class alternativa come quella legata al Real Estate.
Storia degli ETF: arrivano i prodotti sulle azioni dei Paesi sviluppati ed Emerging Markets
Certamente i due indici geografici generalisti che iShares quota sul mercato sono quelli destinati a cambiare anche le attività dei gestori professionali. La versione Msci World, che investe sulle azioni dei Paesi sviluppati, e quella emerging market, che appunto investe nel mondo azionario emergente, vanno a coprire due delle principali classi di un portafoglio azionario. Le masse amministrate hanno dimostrato, ma non poteva essere diversamente, l’apprezzamento degli investitori per questa novità. Seppur oggi affiancati da decine di ETF che operano nello stesso campo d’azione, ancora oggi i due strumenti hanno capitali gestiti rispettivamente superiori ai 6 miliardi e 4 miliardi di euro.
Quanto alle performance dal lancio però tra i due ETF si è creato un abisso. L’azionario globale a +310% ha doppiato l’azionario emergente che su base annua ha raccolto appena il 5% (contro l’8% del Msci World).
Dividendi, bond indicizzati e Real Estate
Ma nel 2005 scendono in campo anche le prime strategie a distribuzione del dividendo, nello specifico strategie operative sulle società tedesche. iShares DivDAX replica un indice composto da 15 titoli azionari con i dividendi più alti dell’indice DAX (composto da 40 titoli). ETF oggi con masse amministrate sopra i 500 milioni di euro e che vede tra i primi titoli con peso del 10% nomi del calibro di Mercedes, Allianz, Muenchener Rueckversicher e BASF. Dal lancio lo strumento ha saputo offrire una performance del 280% che, escludendo i dividendi, si riduce al 107%.
Per il mondo obbligazionario il 2005 è l’anno che invece porta sul mercato le obbligazioni europee che investono in titoli indicizzati all’inflazione. Merito di Lyxor che quota quello che oggi si chiama Amundi Euro Government Inflation-Linked Bond. ETF diventato celebre soprattutto in tempi recenti di alta inflazione, ma anche caratterizzato da duration di portafoglio molto elevate che hanno reso lo strumento oggetto di volatilità consistenti in seguito al movimento dei tassi. Oggi l’ETF raccoglie quasi un miliardo di euro e dal lancio guadagna il 64%, qualche punto in più rispetto all’inflazione europea accumulata nel periodo e pari al 48%. Missione compiuta.
Sempre nel 2005 fa la sua apparizione un ETF che per la prima volta replica un indice di azioni immobiliari. Non siamo ancora ai Reits americani, ma iShares European Property replica le investment trust (REIT) e le società immobiliari quotate dei Paesi europei sviluppati ad esclusione del Regno Unito che hanno un rendimento da dividendo previsionale ad un anno pari o superiore al 2%. Dopo l’oro, quindi, arriva sul mercato un altro asset alternativo che oggi raccoglie quasi 1 miliardo di euro. La performance dal lancio di questo ETF è del 113%, ma escludendo i dividendi il record si riduce notevolmente ad un contenuto +22%.
Cinque nuove strategie che l’industria degli ETF sfornò nel 2005, ma il 2006 era alle porte e nuovi ingressi erano in rampa di lancio. Dagli azionari geografici emergenti agli obbligazionari americani.
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