Arrivano anche gli ETF a scadenza che investono su titoli di stato europei. Una mancanza alla quale ha ovviato Amundi che, dopo gli ETF di iShares e Xtrackers dedicati al mondo corporate e ai BTP italiani, è sbarcata in grande stile offrendo ETF a scadenza sui titoli governativi dell’Eurozona in due versioni che scopriamo insieme in questo articolo.
I due ETF di casa Amundi oggi disponibili anche per gli investitori al dettaglio, si aggiungono ad altri due ETF specializzati in titoli di stato italiani e tedeschi (quest’ultimo solo per investitori istituzionali) con scadenza 2027. La particolarità di questi due nuovi ETF, oltre alla scadenza più lunga 2028, è l’oggetto dell’investimento.
Replicando gli indici Russell Euro Government Broad e Euro Government Bond +, i due ETF permettono di avere un’esposizione con un rendimento relativamente certo (ma non sicuro come vedremo tra poco), diversificato nell’intera Zona Euro per il primo ETF, per la sola Europa meridionale nel caso del secondo, con movimentazione praticamente assente, a costi molto contenuti (0,09% l’anno).
ETF obbligazioni statali europee: le differenze
La differenza geografica è quindi il primo fattore di cui tenere conto. Mentre nel caso di Euro Government Broad siamo di fronte ad un ETF che investe in un paniere di 31 bond ripartiti tra i vari Paesi della Zona Euro con la Germania e la Francia a fare da leader (23% a testa) seguiti da Italia (20%) e Spagna (14%), nell’ETF Euro Government+ si acquista un paniere di 12 titoli italiani (55%), spagnoli (38%) e portoghesi.
Questo secondo ETF non credo riscuoterà molto interesse vista l’esclusiva esposizione ai Paesi del Sud Europa. Molto più interessante è la versione diversificata su tutti i Paesi che permette adesso di rimediare al problema degli ETF a duration costante impostando strategie con scadenze prefissate e rendimenti “quasi” certi. Perché quasi?
Secondo la scheda pubblicata da Amundi oggi il rendimento a scadenza di questo ETF (lo ricordo con tassazione al 12,5%) è del 2,89%. Il problema di questi target date è che acquistano titoli con scadenza 2028 ma che per ovvi motivi di disponibilità non possono essere tutti rimborsati al 31 dicembre 2028, data in cui l’ETF verrà liquidato. Quindi, come già visto per altri ETF target date, il gestore dovrà ottimizzare le scadenze reinvestendo il maturato per i mesi restanti alla scadenza dell’ETF in titoli di stato a brevissimo termine francesi o tedeschi, come espressamente indicato nel KID. Quindi a rendimenti sicuramente differenti a quelli del paniere di titoli di partenza, se superiore o inferiore lo si scoprirà solo in quel momento.
Il secondo difetto che ritroviamo tra l’altro anche negli ETF di Xtrackers è relativo alla pratica semestrale della distribuzione dei dividendi che rendono sì questi ETF simili ai bond, ma nello stesso tempo ne incorporano i difetti legati alla difficoltà dell’investire le modeste cedole sfruttando l’interesse composto.
Detto questo, l’ingresso di Amundi nel comparto degli ETF a scadenza su titoli di stato europei è da prendere come una novità molto positiva e che sono sicuro contribuirà ad alimentare l’offerta di questi prodotti.
La speranza è che ci sia maggiore attenzione agli ETF ad accumulazione e alle scadenze più lunghe. Per i pianificatori finanziari, comunque, gli ETF a scadenza sono un ottimo strumento per aumentare la diversificazione di portafoglio avendo la certezza temporale dei flussi di cassa in fase di rimborso.