La stagione delle trimestrali è entrata nel vivo. Le big di Wall Street stanno via via pubblicando i dati: ieri è toccato a Apple, che ha ancora una volta sfoderato risultati stellari, mentre nei giorni scorsi è stato il turno di Google, Microsoft e Tesla. E oggi andrà in scena la trimestrale di Amazon, con il mercato che presterà grande attenzione alle indicazioni che il colosso e-commerce darà riguardo lo split azionario.
Anche le aziende italiane hanno iniziato a far conoscere i conti dei primi tre mesi dell'anno, con ad esempio Saipem che ha fatto registrare un crollo dei ricavi, ma le banche scenderanno in campo la prossima settimana.
La prima della lista sarà la più importante per dimensioni, ossia Intesa Sanpaolo che diffonderà i dati il 5 maggio. UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM seguiranno il giorno dopo. Credem rilascerà i conti del 1° trimestre 2021 il 7 maggio e Mediobanca l'11 maggio. L'attesa è alta, specie in considerazione delle possibili M&A di cui si vocifera sul mercato.
Intesa Sanpaolo: dividendi e buyback azionario
Intesa Sanpaolo sarà la capofila, come avviene di consueto. Ieri si è tenuta l'Assemblea degli Azionisti durante la quale si è approvato il bilancio e deciso per la distribuzione di dividendi corrispondenti a 2,74 centesimi per azione, nonché all'assegnazione delle Riserve sul sovrapprezzo per 0,83 centesimi, per un totale complessivo di 3,57 centesimi per azione.
La data di stacco dei dividendi è stata fissata per il 26 di maggio e il rendimento in rapporto al prezzo delle azioni sarà dell'1,6%. Inoltre verrà effettuato l’acquisto, anche in più tranche, di azioni proprie ordinarie fino ad un massimo del capitale sociale pari allo 0,12%.
Nell'occasione, l'Amministratore Delegato Carlo Messina ha sottolineato il ruolo importante che la banca assolve nel sistema creditizio italiano, facendo particolare riferimento al PNRR elaborato da Mario Draghi e approvato dal Parlamento. La prima banca italiana metterà a disposizione oltre 400 miliardi di finanziamenti a medio-lungo termine, così ripartiti: 140 miliardi alle famiglie, 120 miliardi alle imprese con fatturato fino a 350 milioni; 150 miliardi alle aziende che superano il tetto dei 350 milioni.
Il Presidente Gian Maria Gros-Pietro ha posto invece l'accento sui numeri che hanno fatto della banca un istituto ai primi posti in Europa quanto a solidità patrimoniale e redditività, nonché per la presenza dei più prestigiosi investitori internazionali e delle grandi fondazioni italiane nel capitale azionario.
Intesa Sanpaolo: 4 ragioni per comprare le azioni
Vanno comprate le azioni in Borsa di Intesa Sanpaolo? Bisogna intanto partire con il dire che negli ultimi 12 mesi il titolo a Piazza Affari ha avuto una performance che sfiora il 60% e solo in questo 2021 il titolo ha fatto un + 28%. Numeri importanti, se si pensa che il FTSE Mib è cresciuto del 38% da un anno a questa parte e del 9,4% a partire dal 1°gennaio 2021.
Anche gli altri competitor non hanno fatto tutti meglio dell'istituto torinese. UniCredit ad esempio ha piazzato nelle ultime 52 settimane un guadagno del 18%, mentre Banco Bpm è salito del 112% in virtù delle speculazioni sulle possibili aggregazioni della terza banca italiana.
A guidare il rialzo delle azioni di Intesa Sanpaolo vi è stata ovviamente la fusione con UBI Banca che ha portato a creare valore formando un polo straordinario. In considerazione di tutto questo, Equita conferma il suo giudizio positivo sulle azioni e fissa un target price a 2,5 euro dai 2,31 attuali.
Secondo la SIM milanese sono almeno 4 le ragioni per cui è giusto scommettere sul titolo Intesa, vediamoli:
- La banca ha una posizione di capitale di primo livello e una qualità delle attività gestite eccezionale;
- L'istituto di credito è molto redditizio, con un Return on Tangible Equity del 9%, al di sopra della media del settore;
- Intesa Sanpaolo non ha risentito come altri istituti dei tassi d'interesse bassi, superando il problema della marginazione con la diversificazione dei ricavi;
- Il gruppo ha una capacità di remunerazione degli azionisti non indifferente, con un potenziale dividend yield dell'8% nel momento in cui la BCE rimuoverà i limiti sulla distribuzione dei dividendi.