Chi è Mario Draghi, l'uomo del "Whatever it takes" | Investire.biz

Chi è Mario Draghi, l'uomo del "Whatever it takes"

03 feb 2021 - 13:30

30 nov 2022 - 20:55

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L’uomo che ha salvato l’Europa è ora chiamato a salvare l’Italia. Vediamo insieme chi è e quali sono stati i suoi autorevoli incarichi nel corso della sua carriera

Dopo il fallimento del mandato esplorativo di Fico, il Quirinale ieri sera ha annunciato che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato Mario Draghi questa mattina alle ore 12. Alla fine quindi sarà un “governo del presidente“, guidato dall’uomo il cui nome viene evocato praticamente dall’inizio della crisi politica: l'ex presidente della BCE. Vediamo chi è, la sua storia i suoi autorevoli incarichi istituzionali e altre informazioni importanti sull’uomo che ha salvato l’Euro e forse salverà l'Italia.

 

Studi e carriera accademica

Mario Draghi nasce a Roma il 3 settembre 1947. Il padre Carlo entra in Banca d'Italia nel 1922 per poi passare prima all'IRI e infine alla Banca Nazionale del Lavoro. La madre, Gilda Mancini, è farmacista originaria di Monteverde. Mario è il primo di tre fratelli: Andreina è storica dell'arte e Marcello imprenditore. All'età di 15 anni perde entrambi i genitori, a breve distanza l'uno dall'altra.

A prendersi cura di lui e dei fratelli sarà una sorella del padre. La sorella Andreina studierà al Liceo Tasso di Roma mentre Mario e il fratello minore frequenteranno il liceo classico dell'Istituto Massimiliano Massimo di Roma retto dai gesuiti.

Si laurea nel 1970 presso l'Università Sapienza di Roma con relatore Federico Caffè con una tesi su Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio molto critica sul piano di Pierre Werner, in cui sosteneva che, all'epoca, non sussistessero le condizioni per un progetto di una moneta unica europea.

Nel 1971 entra al Massachusetts Institute of Technology su segnalazione di Franco Modigliani e ha come professore, fra gli altri, Stanley Fischer, futuro governatore della Bank of Israel. Nel 1977 consegue il PhD con la tesi intitolata Essays on Economic Theory and Applications sotto la supervisione dello stesso Modigliani e di Robert Solow.

Dal 1975 al 1978 è professore incaricato prima di Politica economica e finanziaria all’università di Trento, poi di Macroeconomia a Padova ed Economia matematica alla Ca' Foscari di Venezia, quindi di Economia e Politica monetaria e di Economia internazionale alla facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri dell'Università di Firenze dove, dal 1981 al 1991, è professore ordinario di Economia e politica monetaria.

Dal 1998 è membro dal 1998 del Board of Trustees dell'Institute for Advanced Study (Università di Princeton) e, dal 2003, della Brookings Institution. È stato visiting fellow all'Institute of Politics della John F. Kennedy School of Government nel 2001. Nel 2019 viene insignito della laurea honoris causa in Economia da parte dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

Draghi al Ministero del Tesoro

Nel 1983 Draghi diviene consigliere di Giovanni Goria, ministro del Tesoro nel Governo Craxi I. Tra il 1984 e il 1990 è Direttore Esecutivo della Banca Mondiale. Dal 1991 al 2001 è Direttore Generale del Ministero del Tesoro. Viene chiamato da Guido Carli, ministro del Tesoro del Governo Andreotti VII, su suggerimento di Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca governatore della Banca d'Italia. È stato poi confermato da tutti i governi successivi.

Nel 1992, prima che in Italia avesse inizio la stagione delle privatizzazioni, incontrò alti rappresentanti della comunità finanziaria internazionale sul panfilo HMY Britannia della regina d'Inghilterra Elisabetta II. Questo episodio scatena un'accesa polemica nel dibattito pubblico italiano. Nel 2008, il Presidente emerito della Repubblica italiana, Francesco Cossiga, ricordando quest'episodio, respinse l'ipotesi di vederlo sostituire Romano Prodi a Palazzo Chigi.

Fu inoltre la guida della commissione governativa che scrisse la nuova normativa in materia di mercati e finanza e per questa ragione viene informalmente chiamata legge Draghi (Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58).

Nel 1991 presiede il comitato di gestione della SACE, avviandone la riforma dell'ente e gestendone la transizione da un passato che nella stagione di mani pulite ha visto indagini e arresti relativi a 'finanziamenti facili'. Draghi torna a presiedere la SACE tra il 1998 e il 2001, nella fase della sua trasformazione in ente pubblico economico, preparandone la successiva privatizzazione.

 

Il passato in Goldman Sachs

Il 28 gennaio 2002 Draghi è stato nominato Vice Chairman e Managing Director di Goldman Sachs per guidare le strategie europee dell'istituto dalla sede di Londra e, dal 2004 al 2005, membro del Comitato esecutivo del gruppo Goldman Sachs.

Più tardi, quando il nome di Draghi incomincia a circolare per la carica di Presidente della BCE, la sua candidatura verrà messa in discussione a causa del periodo trascorso nel colosso finanziario. In particolare, a Draghi viene rimproverato il coinvolgimento nella vendita di derivati alla Grecia che le permetteranno di entrare nell'Euro.

Questa vicenda venne conclusa nel 2001 quando Draghi non era ancora entrato nella banca d'affari statunitense. Lo stesso dichiarerà che non era al corrente di quella vicenda e che comunque quel tipo di accordo non rientrava nelle sue responsabilità.

 

Nono governatore della Banca d'Italia

Il 29 dicembre 2005 Draghi diventa il nono governatore della Banca d'Italia, sostituendo Antonio Fazio, costretto alle dimissioni in seguito allo scandalo di Bancopoli. A causa di questa vicenda la durata dell'incarico conferito a Draghi ha un mandato a termine di sei anni, rinnovabile una sola volta.

Dopo la nomina a governatore della Banca d'Italia vendette le sue azioni Goldman Sachs e affidò il ricavato a un blind trust, un fondo di cui non controlla la gestione. Ha fatto confluire gli immobili di proprietà della famiglia nella società senza fini di lucro Serena: atto costitutivo del 17 novembre 2007, ne è socio Amministratore con la moglie, le quote sono equamente suddivise, ma in nuda proprietà, tra i due figli.

Draghi rinunciò all'assenso preventivo e vincolante della Banca d'Italia per le acquisizioni bancarie, e rese possibili fusioni bancarie di rilievo storico. Draghi rende subito chiaro la discontinuità con il predecessore Fazio. Invita il sistema bancario italiano a fusioni e aggregazioni per evitare, date le piccole dimensioni, di venire acquisite da istituti di credito stranieri.

Contemporaneamente si batte per la revisione delle regole sui rapporti tra banche e imprese in due direzioni: l'innalzamento dei limiti alle partecipazioni che le banche possono detenere in gruppi industriali e alle partecipazioni nelle banche da parte di soggetti non finanziari. Nei 17 mesi successivi hanno luogo fusioni eccellenti: UniCredit con Capitalia, Intesa con Sanpaolo IMI, Banca Popolare di Verona e Novara con il gruppo Banca Popolare di Lodi, Banche Popolari Unite con Banca Lombarda.

 

Dal Financial Stability Board alla BCE

Draghi è stato Presidente del Financial Stability Forum, divenuto nel 2009 Financial Stability Board, dall'aprile del 2006 al 2011, succedendo allo statunitense Roger W. Ferguson, Vice Chairman of the Board of Governors of the Federal Reserve System.

Come presidente del Financial Stability Forum preparò un rapporto sulle cause delle turbolenze che hanno investito i mercati mondiali in seguito alla crisi dei subprime statunitensi avvenuta nel 2008, indicando anche i rimedi. Nell'aprile dello stesso anno presentò al G7 a Washington il suo piano per migliorare la trasparenza dei mercati finanziari mondiali.

Il 16 maggio 2011, l'Eurogruppo ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della BCE. Il vertice di Bruxelles del 16 maggio ha trovato l'accordo fra i ministri della zona euro sulla candidatura di Draghi alla presidenza della Banca centrale europea, però la nomina definitiva è avvenuta solo dopo la decisione dei leader al vertice UE del 24 giugno 2011.

In questa data Draghi è stato scelto come successivo Governatore dell’Eurotower, entrando in carica il successivo 1° novembre ( clicca qui per conoscere tutti i governatori della BCE). Al suo posto quale Governatore della Banca d'Italia, dopo una complessa scelta da parte del Governo Berlusconi IV, è stato nominato Ignazio Visco il 20 ottobre 2011.

 

Le misure alla BCE e il celebre “Whatever it takes”

Il 5 agosto 2011, poco prima del suo insediamento alla Banca centrale europea, Draghi ha scritto, insieme al presidente uscente, Jean Claude Trichet, una lettera al governo italiano per sollecitare una serie di misure economiche, che l'Italia avrebbe dovuto al più presto attuare.

Il 26 luglio 2012 Draghi cambia il destino dell’euro. In un intervento a Londra, annuncia che la Banca centrale europea farà "tutto il possibile" per salvare l'Euro. Draghi ha salvaguardato con rigore i principi dell'Europa ma nel contempo è riuscito a fare da scudo alle difficoltà e contraddizioni dell'UE anche nei confronti dei mercati. Il suo debutto è stato fulminante con il “ whatever it takes, ovvero “tutto ciò che serve”, in grado di fermare i mercati e di fare da scudo al Paesi in tensione per l'andamento dei tassi sui titoli di Stato. Parole alle quali sono seguiti fatti, in un'accorta gestione di parole e decisioni, culminate nel Quantitative easing.

Il 31 dicembre 2012 è stato nominato uomo dell'anno dai quotidiani inglesi Financial Times e The Times, per aver ben gestito la crisi del debito sovrano europeo in un momento molto delicato come l'estate di quell'anno quando la crisi finanziaria stava per contagiare grandi economie, come la spagnola e l'italiana.

Il 22 gennaio 2015 il presidente Mario Draghi lancia il tanto atteso QE, con cui la Banca centrale europea acquista titoli di stato dei paesi dell'Eurozona per 60 miliardi di euro fino al settembre 2016. Il 31 ottobre 2019, con il tradizionale rito di passaggio di consegne alla sua successore Christine Lagarde, termina ufficialmente il suo mandato di presidente della BCE. Il 3 febbraio 2021 è convocato al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la formazione di un governo tecnico-istituzionale in seguito alle dimissioni di Giuseppe Conte.

 

Mario Draghi alla guida del Governo italiano

Mario Draghi ha iniziato a guidare un governo con molti tecnici nei dicasteri chiave, a cui una larghissima maggioranza parlamentare ha dato e continua a dare la fiducia. Da una parte il Governo Draghi ha seguito la linea della continuità sulla gestione dell’emergenza sanitaria, con restrizioni molto severe e con aiuti statali alle categorie più colpite dalla pandemia di Covid-19.

Pochi gli interventi pubblici e gli annunci in televisione e rinnovo totale dei vertici della PA. Sono due i numeri principali legati al suo anno alla guida del Paese. La prima è la grossa somma di denaro del Recovery fund europeo, con cui l’Italia è riuscita a ottenere 191 miliardi di euro, di cui 69 miliardi a fondo perduto, dall’UE.

L’altro numero è quello dei vaccini anti Covid somministrati. Da appena 2 milioni di dosi somministrate a fine gennaio 2021 si è passati agli attuali 133 milioni. Un traguardo che solo l’anno prima sembrava impossibile da raggiungere e che ha portato a proteggere oltre il 93% della popolazione.

Il PIL è cresciuto del 6,5% e l’occupazione è tornata al 59%, tuttavia sono aumentati i precari. A caratterizzare il periodo di Draghi alla guida del Paese ci sono anche le cifre esorbitanti delle bollette dovute all’aumento delle materie prime. Un salasso di quasi 13 miliardi di euro per le aziende italiane e che ha colpito anche le famiglie e su cui il governo stava lavorando.

Nel bel mezzo delle criticità legate alla pandemia, alla crisi di approvvigionamento, all’inflazione e poi alla guerra in Ucraina a luglio 2022 scoppia la crisi di Governo. La crisi è nata a seguito della decisione del Movimento 5 stelle di non votare a favore della legge di conversione del decreto aiuti. Il 21 luglio 2022 Draghi si è recato al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nelle cui mani ha confermato le dimissioni.


Vita privata e onorificenze

Cattolico e devoto a sant'Ignazio di Loyola, Draghi è sposato dal 1973 con Maria Serenella Cappello, esperta di letteratura inglese, e ha due figli: Federica, dirigente di una multinazionale delle biotecnologie, e Giacomo, Portfolio Manager in LMR Partners LLP.

Il 10 luglio 2020 è stato nominato da papa Francesco membro ordinario della Pontificia accademia delle scienze sociali. Draghi è inoltre Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana (5 aprile 2000) e Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana (27 dicembre 1991). Tra le onorificenze straniere, Gran Collare dell'Ordine dell'infante Dom Henrique (Portogallo, 19 giugno 2019) e la Gran croce dell'Ordine al merito di Germania (Germania, 31 gennaio 2020).

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