BCE: origine, storia e sviluppi della Banca Centrale Europea | Investire.biz

BCE: origine, storia e sviluppi della Banca Centrale Europea

22 gen 2021 - 07:15

05 dic 2022 - 14:58

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Quando e perché è nata la Banca Centrale Europea? Quali sono i suoi obiettivi di politica monetaria? Come si è evoluta nel tempo? Qui si trovano tutte le risposte

La Banca Centrale Europea è la Banca centrale di tutti i 19 Paesi che compongono l'Unione Europea e che hanno aderito alla moneta unica. Insieme alle Banche nazionali dei 27 Paesi dell'Unione fa parte del Sistema Europeo delle Banche Centrali. Però solo le Banche dei Paesi dell'area Euro possono prendere parte alle decisioni di politica monetaria, mentre tutte le altre esercitano una loro politica monetaria nazionale autonoma.

La sede della BCE è a Francoforte e fino al 2014 nel grattacielo del quartiere finanziario di Francoforte sul Meno, in Kaiserstraße, denominato Eurotower. Successivamente la sede è stata spostata nel quartiere francofortese dell'Ostend, sempre a Francoforte sul Meno. La BCE è giuridicamente un istituto di diritto internazionale con personalità giuridica autonoma.

 

BCE: caratteristiche, funzioni e obiettivi

Secondo quanto stabilito dal Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, il principale obiettivo da parte della Banca Centrale Europea è il controllo dei prezzi. Questo la differenzia essenzialmente dalla  Federal Reserve che, oltre al tasso d'inflazione, mira a determinati target relativi all'occupazione.

In maniera particolare, il tasso di crescita dei prezzi non deve essere superiore al 2% e per raggiungerlo la BCE svolge una serie di compiti tra cui quello di attuazione della politica monetaria, svolgimento di operazioni valutarie, gestione della raccolta e delle riserve ufficiali e regolamento dei sistemi di pagamento.

Tutti gli altri obiettivi sono ammessi, a patto che non stridono con lo scopo principale di mantenere la stabilità dei prezzi. Tra le altre finalità marginali si possono annoverare: la crescita economica e la piena occupazione che garantiscano uno sviluppo sostenibile dell'Europa; il progresso scientifico e tecnologico; la promozione della pace e dell'unità tra i popoli e la lotta alle discriminazioni sociali.

 

BCE: strumenti di politica monetaria

Nell'esercizio della sua politica monetaria, la Banca Centrale Europea si avvale di determinati strumenti classici come di seguito elencati:

Fissazione dei tassi d'interesse

I tassi comprendono: il tasso ufficiale di sconto per le operazioni di rifinanziamento principali da parte degli istituti di credito; il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale; il tasso che viene applicato alle banche sui depositi overnight presso la Banca Centrale;

 

Operazioni di mercato aperto

​Esse consistono essenzialmente in operazioni pronti contro termine, dove la banca centrale acquista (o vende) a pronti una certa quantità di titoli e vende (o acquista) a termine la quantità corrispondente, per aumentare (o ridurre) il denaro in circolazione;

 

Operazioni per gestire la liquidità giornaliera 

Si tratta di operazioni che hanno lo scopo di allargare o restringere la quantità di moneta e che hanno inizio nel pomeriggio e terminano la mattina del giorno dopo. Ciò avviene essenzialmente attraverso il prestito richiesto da una banca, a un tasso prestabilito, per necessità di denaro liquido o mediante il deposito della stessa presso la BCE per eccesso di liquidità. L'intervallo tra il tasso sul prestito e quello sul deposito costituisce lo spazio in cui può muoversi il tasso interbancario;

 

Applicazione del coefficiente di riserva obbligatorio

Il coefficiente di riserva obbligatorio consiste in una percentuale su depositi, titoli di debito e assets di breve che gli istituti di credito devono depositare come forma di garanzia verso l'istituto centrale. La riserva obbligatoria serve soprattutto alle banche per attingere a esigenze di liquidità senza dover ricorrere al mercato interbancario.

A questi strumenti classici, si sono poi aggiunte altre soluzioni definite non convenzionali, che sono state introdotte dopo  la crisi del 2008. Queste riguardano:

Long Term Refinancing Operations (LTRO)

Introdotte nel dicembre del 2011, le Long Term Refinancing Operations sono operazioni dove la BCE concede un finanziamento a 3 anni alle banche europee tramite un'asta di liquidità a tasso fisso. Quest'ultimo è pari alla media del tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale calcolata nello stesso lasso di tempo. In cambio del finanziamento, le banche danno in garanzia titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona scelti dalla Banca Centrale come collaterale. Queste operazioni hanno avuto una durata di poco più di 1 anno, ossia da dicembre 2011 a febbraio 2012;

  • Securities Market Programme (SMP)

​L'SMP è di un programma di acquisto diretto di titoli pubblici sul mercato secondario effettuato per garantire stabilità nel mercato del debito sovrano. Il piano viene totalmente sterilizzato con operazioni atte a mantenere la medesima quantità di denaro in circolazione. Il programma è durato da maggio 2010 fino a settembre 2012;

  • Outright Monetary Transaction (OMT)

L'OMT è un piano di acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario ma solo con riferimento a quei Paesi che hanno fatto richiesta di aiuto al Fondo Salva Stati, oggi denominato Meccanismo Europeo di Stabilità. Il programma, che doveva entrare in funzione nel 2012, non è mai stato attuato in quanto la crisi dei debiti sovrani in Europa si era nel frattempo attenuata;

  • Targeted Long Term Refinancing Operations ( TLTRO)

Le Targeted Long Term Refinancing Operations sono operazioni simili all'LTRO ma con la differenza che sono indirizzate a quelle banche che utilizzano il denaro per concedere prestiti alle famiglie e alle imprese. Il programma ha conosciuto varie fasi ed è stato ribattezzato TLTRO 2 prima e TLTRO 3 poi. Oggi è ancora in funzione.

  • Asset Purchase Programmes (APP)

​Le APP consistono in operazioni di acquisto diretto di titoli di Stato con lo scopo di garantire la stabilità dei prezzi. Attraverso l'APP si è concretizzato il Quantitative Easing iniziato da Mario Draghi nel 2015. 

La crisi pandemica del 2020, ha modificato l'atteggiamento della Banca Centrale Europea nella trasmissione della politica monetaria. L'emergenza che hanno vissuto tutti gli Stati dell'area Euro richiedeva l'adozione di strumenti nuovi che consentissero di affrontare il problema senza risparmiarsi. Così l'istituto guidato da Christine Lagarde, dopo un'iniziale tentennamento, ha introdotto nuove misure, così elencate:

  • Pandemic Emergency Purchase Program ( PEPP)

Il PEPP è un programma di acquisto di titoli del settore pubblico e privato azionato in via emergenziale per combattere il collasso economico derivante dalla pandemia da Covid-19. La dotazione iniziale è stata di 750 miliardi e il piano è stato attuato per durare fino a quando dura la pandemia;

  • Pubblic Sector Purchase Program ( PSPP).

Il PSPP è un programma di acquisto di titoli del settore pubblico così ripartiti: 10% emessi da “organizzazioni internazionali e banche multilaterali di sviluppo idonee” situate nell’Eurozona, come ad esempio la Banca Europea per gli Investimenti; 90 % emessi da Amministrazioni locali e “agenzie riconosciute” dei Paesi membri, come la  Cassa Depositi e Prestiti;

Peltro

Il Peltro consiste in un piano di 7 operazioni di rifinanziamento per il comparto bancario che partono da maggio e terminano tra luglio e settembre 2021. La particolarità di questo strumento è un tasso di finanziamento inferiore di 25 punti base rispetto alle normali operazioni effettuate dalla BCE con scadenza simile.

 

BCE: organi decisionali

L'organizzazione interna della BCE si è ispirata a quella della  Bundesbank e consta dei seguenti organi:

  • Comitato Esecutivo

Il Comitato Esecutivo è costituito dal Governatore della BCE e da 4 membri che hanno comprovata esperienza professionale, pubblicamente riconosciuta in ambito bancario e monetario. Gli esponenti sono nominati dal Consiglio Europeo a maggioranza qualificata, dopo il suggerimento del Consiglio UE e sentito il parere del Parlamento Europeo. Il Comitato Esecutivo attua la politica monetaria impartendo le dovute istruzioni alle Banche Nazionali dell'Eurozona; esercita i poteri delegati dal Consiglio Direttivo e si occupa della gestione corrente della Banca Centrale.

  • Consiglio Direttivo

Il Consiglio Direttivo è rappresentato dai Governatori della Banche Nazionali che votano in base al peso delle loro economie. In altri termini, i 5 Governatori delle Banche che rappresentano le più grandi economie hanno diritto a 4 voti, tutti gli altri ad un voto ciascuno. Questo regolamento è subentrato nel 2015, dopo l'ingresso della Lituania nell'Eurozona, poiché il numero di membri aveva superato il limite di 18 stabilito dal Trattato. Il Consiglio direttivo definisce in via generica quello che è l'orientamento della politica monetaria della BCE, prende le decisioni per il raggiungimento degli obiettivi riguardo i tassi d'interesse e l'offerta delle riserve monetarie, infine definisce gli indirizzi per l'esecuzione di tali decisioni.

  • Consiglio Generale

Il Consiglio Generale è formato dal Presidente, dal Vicepresidente, nonché dai Governatori di quelle Banche Centrali che non adottano l'Euro come valuta corrente. La caratteristica di questo organo è la transitorietà, poiché esso verrà sciolto nel momento in cui tutti gli Stati membri dell'Unione Europea avranno aderito all'Unione monetaria. Il Consiglio Generale esercita funzioni consultive della Banca Centrale, elabora i dati statistici dell'economia dell'Eurozona e rapporta la BCE con cadenza annuale.


BCE: origini e sviluppi

La Banca Centrale Europea è nata il 1°giugno 1998 ed ha cominciato a diventare operativa il 1°gennaio 1999. In quell'occasione tutte le funzioni di politica monetaria che fino ad allora venivano esercitate dalla Banche Nazionali della zona Euro, furono trasferite alla BCE. L'istituzione è avvenuta in base al Trattato sull'Unione Europea e allo Statuto del Sistema Europeo delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea.

L'origine di un istituto centrale che svolgesse funzioni di politica monetaria a livello comunitario ha radici più antiche. La decisione infatti è stata presa nel 1988, quando fu stabilito di creare l'Unione Economica e Monetaria che implicasse la libera circolazione di capitali nella zona Euro, un'Autorità monetaria comune che regolasse la circolazione e che attuasse una politica monetaria unica.

La realizzazione dell'UEM fu affidata a un comitato guidato dall'allora Presidente della Commissione europea, Jacques Delors, che si concretizzò in 3 fasi distinte. La terza fase, che sarebbe iniziata a partire dal 1° gennaio 1999, prevedeva appunto l'istituzione di una Banca Centrale Europea.

La filosofia della BCE già dal principio fu improntata su quella che era la tradizione della Bundesbank, ossia di perseguire rigidamente la stabilità dei prezzi e di rendersi assolutamente autonoma dalle influenze della politica.

La cosa durò fino al 2011, quando la crisi dei debiti sovrani e l'ingresso di Mario Draghi come Governatore dell'Eurotower, cambiarono le carte in tavola. A quel punto si crearono due fronti in seno al Comitato Esecutivo: le colombe rappresentati dai Governatori della Banche Nazionali dei Paesi dell'area mediterranea che sposavano in pieno l'espansionismo monetario voluto da Draghi per risolvere la questione dell'indebitamento degli Stati europei; i falchi costituiti dai Governatori degli istituti centrali del Nord Europa e che avevano nel Presidente della Bundesbank, Jens Weidemann, il più strenuo paladino. Essi si contrapponevano energicamente al nuovo indirizzo preso da Francoforte.

Alla lunga la spuntò l'ala dovish della BCE e nel 2015 fu annunciato il Quantitative Easing che proseguì, poi, anche con il successore di Draghi,  Christine Lagarde. In verità l'allentamento monetario fu comunque frutto di un compromesso, in quanto solo il 20% del rischio ricadeva sulla BCE, mentre la componente più importante dello stesso veniva sopportata dalle singole Banche Nazionali. Molti conflitti comunque rimangono aperti ancora oggi e le scaramucce tra fautori del piano e oppositori sono finiti davanti alla Corte Costituzionale tedesca, chiamata a pronunciarsi sulle questioni di legittimità.

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