Al centro di varie ipotesi di M&A, Banco BPM si conferma essere un punto di riferimento importante nel panorama creditizio italiano. Raccontiamo allora la storia e lo sviluppo di quello che è diventato il terzo gruppo bancario per quota di mercato fino ai giorni nostri, dove l'avvento del Coronavirus ha cambiato letteralemnte tutto il quadro economico-sociale del Paese.
Banco BPM: le origini
Tutto ha inizio il 23 marzo 2016 quando il più grande gruppo bancario cooperativo italiano, Banco Popolare, firma un protocollo d'intesa con l'ottava banca italiana per capitalizzazione, Banca Popolare di Milano. Tale documento stabilisce che i due istituti daranno luogo a un atto di fusione. L'istituto che vedrà la luce si chiamerà Banco BPM Spa.
Il 24 maggio dello stesso anno vi è la ratifica del protocollo da parte dei CdA delle due banche e il 15 ottobre le rispettive assemblee dei soci approvano la fusione con efficacia a partire dal 1° gennaio 2017. L'aggregazione darà luogo ai seguenti rapporti di cambio: per ogni azione detenuta, un azionista del Banco Popolare ne riceverà una del Banco BPM; per ogni 6,386 azioni detenute, un azionista della Banca Popolare di Milano otterrà un'azione del Banco BPM.
L'atto di fusione viene stipulato il 13 dicembre e il nuovo costituendo Banco BPM avrà un capitale rappresentato per il 54,6% dagli azionisti Banco Popolare e per il 45,4% dai soci della Banca Popolare di Milano. Così nasce ufficialmente il terzo gruppo bancario del Paese, dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit, con una quota di mercato del 7%, 2.300 filiali, oltre 4 milioni di clienti raggiunti e una forza lavoro rappresentata da 25 mila dipendenti.
Il gruppo è fortemente radicato in Lombardia, Veneto e Piemonte ma, con l'eccezione del Trentino Alto Adige, è presente in tutte le Regioni italiane. Gli istituti di credito facenti parte del gruppo sono i seguenti: Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Verona, Banca Popolare di Novara, Banca Popolare di Lodi, Credito Bergamasco, Banco S.Geminiano e S.Prospero, Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, Banca Popolare di Cremona, Banca Popolare di Crema, Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, Banco San Marco, Banca Popolare del Trentino, Cassa di Risparmio di Imola, Banco Popolare Siciliano, Banca Aletti, Banca Akros, ProFamily, Webank.
Banco BPM: settori e aree in cui opera
I settori di attività in cui opera Banco BPM sono molteplici: dall'attività classica di intermediazione bancaria alle operatività multicanale con particolare riguardo alle nuove tecnologie digitali, all'internet banking e al trading online in campo finanziario.
Molto sostenuta è la presenza nel settore assicurativo dove negli anni Banco BPM si è reso protagonista di operazioni rilevanti. Il 29 giugno 2017 l'istituto lombardo-veneto rileva il 49% di Popolare Vita Spa che opera appunto nel ramo vita e Avipop Assicurazioni Spa specializzata nel ramo danni. Questo dopo aver sciolto una partnership proprio con le due compagnie. L'operazione ha un costo di 803,4 milioni di euro.
Nove mesi più tardi, esattamente il 29 marzo 2018, Banco BPM cede a Cattolica il 65% delle due società assicurative e stipula un contratto di partenariato con la compagnia guidata da Paolo Bedoni di durata quindicennale. Il deal comporta che Cattolica assuma la guida delle assicurazioni che a loro volta diventano Vera Assicurazioni.
Verso la fine del 2018 e l'inizio del 2019 alcune operazione societarie vengono messe in piedi con lo scopo di semplificare e migliorare tutta la struttura organizzativa della società. Alcuni istituti sono incorporati in Banco BPM Spa come Banca popolare di Milano Spa, Società Gestione Servizi BP Soc. Consortile p.az. e BP Property Management Soc. Consortile a.r.l.
Riguardo l'attività d'investimento vi è la concentrazione in Banca Aletti delle attività di private banking e in Banca Akros di quelle di investment banking. Per ciò che attiene al credito al consumo, è effettuata la cessione ad Agos-Ducato di ProFamily Spa, dopo la scissione di quest'ultima di alcune attività che sono confluite in una società di nuova costituzione sotto il controllo di Banco BPM.
Banco BPM: il Covid e le ipotesi di fusione del 2020
Il 2020 si apre nel peggiore dei modi. L'arrivo del Covid-19 destabilizza tutto il settore economico-sociale con riflessi a livello bancario assolutamente rilevante. Proprio per questo motivo la BCE invita gli istituti di credito europei a rinunciare alla distribuzione dei dividendi e alle operazioni di buyback sul capitale almeno fino al 31 ottobre 2020.
Nel contempo però i grandi gruppi bancari lavorano nella direzione di possibili integrazioni, alcuni alla luce del sole, altri sottotraccia. Riguardo Banco BPM si rincorrono parecchie voci su una possibile fusione con UniCredit. Se a febbraio le indiscrezioni di stampa vengono categoricamente smentite dall'amministratore delegato di UniCredit, Jean Pierre Mustier, oggi invece esiste più di un'ipotesi concreta che l'affare possa andare in porto.
Non è però l'unica ipotesi sul tavolo quella dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna. Negli ultimi giorni si sono intensificati i rapporti con i vertici di Banca MPS per una M&A in considerazione dell'uscita dal capitale sociale della banca senese da parte dello Stato che dovrà avvenire nel 2021. Il dossier è allo studio degli advisor ma l'affare sembra che incontri un ostacolo non da poco che riguarda un aumento di capitale di svariati miliardi per rafforzare il patrimonio. Questo probabilmente non verrebbe percepito dal mercato in maniera molto positiva.
Banco BPM: il titolo in Borsa
L'azionariato a livello rilevante del gruppo bancario è così composto:
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Capital Research and Management Company 4,99%
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Invesco Ltd. 2,57%
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Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri - FONDAZIONE ENPAM 1,95%
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Fondazione Cassa di Risparmio di Torino 1,78%
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Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca 1,24%
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Calzedonia Holding S.p.A. 1%
Il resto è sul mercato. Quando debuttano in Borsa le azioni del neonato Banco BPM l'effetto è roboante. Nella giornata del 2 gennaio 2017 gli acquisti degli operatori spingono il titolo fino a un guadagno del 9,07%. L'andamento negli anni del corso azionario è stabile con un picco massimo raggiunto il 2 ottobre 2017 e un minimo di 1,012 toccato il 22 maggio 2020 in piena crisi Covid. Oggi le azioni viaggiano intorno a 1,25, in calo del 62% dall'inizio dell'anno solare.