Non chiamatelo salvataggio: l’acquisto del Credit Suisse da parte della rivale UBS, hanno fatto sapere le autorità elvetiche, “non rappresenta un salvataggio, ma una soluzione commerciale”. Su come definire l’operazione non c’è accordo neanche tra i diretti interessati: l’ufficio stampa del Credit Suisse la definisce ottimisticamente una fusione mentre per quello di UBS, che nella circostanza sembrerebbe il più vicino alla realtà, si tratta di un’acquisizione.
Al di là delle formule utilizzate, alle 19:30 di ieri, in prossimità dell’apertura della Borsa di Tokyo, è stato annunciato che la seconda banca elvetica, che dopo i fallimenti delle banche statunitensi ( Fallimento SVB: cosa ne pensano le banche d'affari su rischio contagio) era finita nell’occhio del ciclone (i deflussi hanno raggiunto i 10 miliardi di franchi giornalieri), è stata salvata dalla prima banca del Paese, UBS.
Salvataggio Credit Suisse: azioni pagate 0,76 franchi, bond At1 azzerati
L’accordo è stato raggiunto con l’importante mediazione del governo di Berna ed è costato 3 miliardi di franchi svizzeri: secondo i ben informati, il Consiglio del Credit Suisse ha prima rifiutato un’offerta da 1 miliardo, poi una da 2 ma a quella da tre miliardi, presentata con il più classico degli aut aut, era impossibile dire di no. L’intesa sarà raggiunta con una modalità “carta contro carta” ad un prezzo che è meno della metà dei 7,4 miliardi di franchi della chiusura di venerdì.
Al termine di un weekend febbrile, i negoziati hanno sancito che UBS acquisirà il Credit Suisse, mettendo fine a 167 anni di storia, pagando le azioni 0,76 franchi ciascuna (l’offerta iniziale era di 0,25 franchi): gli azionisti del Credit Suisse riceveranno un’azione UBS ogni 22,48 azioni detenute.
Le obbligazioni “Additional tier 1 (At1)”, emesse per 16 miliardi di franchi proprio per assorbire le perdite, sono state azzerate. Gli obbligazionisti hanno quindi pagato un conto più salato degli azionisti. Come rilevato da Vito Lops su Twitter, "bisogna aggiornare i libri di finanza: le obbligazioni diventano più rischiose delle azioni" ( Bond AT1, scende in campo la BCE: da noi azionisti i primi a pagare).
La Confederazione fornirà una garanzia per un sostegno supplementare di liquidità al Credit Suisse da parte della Banca nazionale svizzera (BNS). “Dovevamo proteggere la piazza finanziaria e la nostra economia. Un crollo del Credit Suisse avrebbe avuto delle conseguenze molto gravi per la Svizzera e per il mondo”, ha detto il Ministro delle finanze elvetico Karin Keller-Sutter.
Ora è il momento di lavorare all’integrazione dei due ex-rivali: nell’ambito di un piano di riduzione dei costi stimato a 8 miliardi, UBS potrebbe ridurre la forza lavoro di 10mila unità. “Ci saranno tempi difficili per i dipendenti ma cercheremo di risolvere questo periodo di incertezza nel più breve tempo possibile”, ha detto il Presidente di Ubs, Colm Kelleher. “L’integrazione rafforza la Svizzera come centro finanziario globale”.
Acquisizione Credit Suisse: le reazioni delle banche centrali
Le maggiori banche centrali ieri hanno annunciato di aver messo in campo un’azione coordinata per migliorare l’efficacia delle linee swap in dollari e per offrire maggiore liquidità.
Dalla Banca Centrale Europea la n.1 Christine Lagarde ha fatto sapere di aver accolto l’operazione “con favore” poiché si tratta di un’operazione fondamentale “per ripristinare condizioni di mercato ordinate e garantire la stabilità finanziaria". “Il settore bancario dell'area dell'euro è resistente, con solide posizioni di capitale e di liquidità. In ogni caso, il nostro strumentario di policy è pienamente attrezzato per fornire sostegno di liquidità al sistema finanziario dell'area dell'euro, se necessario, e per preservare la regolare trasmissione della politica monetaria".
Dello stesso tenore le dichiarazioni arrivate dalla Bank of England e dalle autorità statunitensi. “Accogliamo con favore -riporta il comunicato della BoE- l'ampia serie di interventi presentati oggi dalle autorità svizzere a sostegno della stabilità finanziaria. Abbiamo collaborato strettamente con le controparti internazionali durante i preparativi per gli annunci odierni e continueremo a sostenerne l'attuazione. Il sistema bancario britannico è ben capitalizzato e finanziato e rimane sicuro e solido”.
"Le posizioni di capitale e di liquidità del sistema bancario statunitense sono solide e il sistema finanziario americano è resistente. Siamo stati in stretto contatto con le nostre controparti internazionali per sostenere la loro attuazione", si legge in una nota congiunta a firma del Segretario al Tesoro, Janet Yellen, e del Presidente del Consiglio della Federal Reserve, Jerome Powell.