In rosso di oltre il 10% da inizio anno, il prezzo del Bitcoin quota 23 punti percentuali al di sotto del massimo storico fatto segnare il 20 gennaio a 109 mila dollari. Per provare a capire l’attuale momento della maggiore tra le criptovalute ci viene in aiuto Michael Saylor (Michael Saylor: chi è il numero uno di MicroStrategy).
Secondo il fondatore e presidente di Strategy, già nota come MicroStrategy, è tutta questione di fiducia. Dopo il rally partito con la vittoria di Trump, e passato l’effetto rialzista innescato dall’avvio del progetto di riserva statunitense (Riserva strategica Bitcoin USA: ecco come sarà), la prima delle cripto ha ripiegato riportandosi in quota 80 mila dollari in scia delle preoccupazioni sulle ripercussioni della guerra commerciale scatenata dallo stesso presidente USA.
"Il mercato è molto nervoso a causa delle preoccupazioni sui dazi", ha detto Saylor. “Lo stato di salute dell'economia statunitense, il grafico forward dei tassi di interesse...i tassi d'interesse sono scesi di 30, 40, 50 punti base. E siamo in questa zona di rischio macro. Quando la situazione si capovolgerà, credo che il Bitcoin otterrà la sua vendetta”.
Saylor: Bitcoin è il vertice dell’economia digitale
Saylor ritiene che il Bitcoin sia parte di un'economia digitale più ampia. Parlando con Bob Pisani della CNBC alla conferenza Future Proof di Miami, Saylor ha mappato quattro settori dell'ecosistema crittografico alimentato dalla tecnologia blockchain.
La criptovaluta più famosa si trova in cima a una gerarchia di asset come merce digitale, a seguire troviamo le valute digitali o stablecoin, azioni e obbligazioni tokenizzate che possono circolare 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e infine i token digitali.
"Il token digitale rappresenterà il livello più basso", ha affermato. "La grande svolta è l'economia dei token digitali e, affinché prenda forma in modo legittimo, abbiamo effettivamente bisogno di un quadro normativo per le attività digitali approvato da Washington e trasformato in legge", ha aggiunto.
Taylor ha rilevato che gli Stati Uniti stanno facendo progressi su questo fronte, con la Securities and Exchange Commission che ha intrapreso "una serie elaborata di incontri" per determinare cosa costituisce un titolo.
Il miliardario ha anche espresso fiducia nei progressi del Genius Act, la proposta di legge incentrata sulle stablecoin che è stata approvata dal Senato la scorsa settimana e ora viaggia in direzione della Camera. "Penso che il Genius Act verrà approvato [e] il governo degli Stati Uniti consentirà a una società o banca regolamentata negli Stati Uniti di emettere una stablecoin a patto che sia supportata da titoli del Tesoro, da equivalenti di valuta, in un istituto regolamentato negli Stati Uniti", ha affermato Saylor.
Intanto Strategy rallenta lo shopping
Saylor ha confermato la sua view ultra-bullish sul BTC: “se hai intenzione di fare una scommessa da un miliardo di dollari in questo momento, l'unica cosa che dovresti fare è puntare un miliardo di dollari sul Bitcoin come riserva di valore a lungo termine, questo è chiaro".
Nonostante questo, e quotazioni a sconto, Strategy ha recentemente ridotto lo shopping effettuando l'acquisto più contenuto di sempre. L’azienda ha annunciato l’acquisizione di 130 BTC per un valore complessivo di circa 10,7 milioni di dollari, con un prezzo medio di 82.981 dollari. L’operazione è stata finanziata attraverso il programma “STRK ATM”, ideato per raccogliere fino a 21 miliardi di dollari destinati all’acquisto di ulteriori Bitcoin.
Questo investimento rappresenta il più modesto mai effettuato da Strategy dal suo ingresso nel mercato nel 2020, quando acquisì 21.454 BTC per 250 milioni di dollari. Con questa operazione, la società porta il suo totale a 499.226 BTC, per un investimento complessivo di 33,1 miliardi di dollari e un prezzo medio di acquisto di circa 66.360 dollari per Bitcoin.
Da inizio anno la società ha già acquistato 51.656 BTC e con “soli” 774 Bitcoin raggiungerà il traguardo simbolico del mezzo milione di BTC. Il rendimento da inizio anno si attesta attualmente al 6,9%, ben al di sotto dell’obiettivo del 15% fissato per il 2025.