Secondo la definizione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, una reazione avversa è “un effetto nocivo e non voluto conseguente non solo all'uso autorizzato di un medicinale alle normali condizioni di impiego, ma anche agli errori terapeutici e agli usi non conformi alle indicazioni autorizzate, incluso l'uso improprio e l'abuso del medicinale”.
Se consideriamo che il malato è il comparto automobilistico europeo, debilitato in particolare dal processo di elettrificazione e dalla concorrenza cinese, e la cura sono i dazi, per l’AD di Stellantis, Carlos Tavares, si tratta di una terapia che finirà per colpire in maniera letale l’automotive del Vecchio continente.
Dazi auto cinesi: Italia e Francia favorevoli
Introdotti a luglio e confermati qualche giorno fa dalle autorità europee, i dazi prevedono un aggravio che può arrivare al 45% per i veicoli in arrivo dalla Cina. Diversi Paesi UE, tra cui Italia e Francia, hanno votato a favore mentre la frangia dei contrari è guidata dalla Germania.
La contrarietà tedesca è presto spiegata: la Germania è uno dei partner commerciali di maggior rilievo per l’ex Impero celeste. Fatta eccezione per il Lussemburgo, nel 2023 la prima economia europea è stata l’unica nazione con una bilancia commerciale positiva con la Cina (97 miliardi di esportazioni e 95 di importazioni).
Tra i favorevoli, Italia e Francia sono accomunate dalla presenza di Stellantis, il gruppo nato dalla “fusione” di PSA e di FCA. È proprio dal Ceo Tavares che arriva una bordata particolarmente violenta al provvedimento varato dalle autorità UE.
Stellantis: Tavares, dazi aggraveranno i problemi di sovraccapacità
Molto probabilmente la location da cui sferrare l’attacco, il Salone dell'Auto di Parigi, non è stata scelta a caso. Parlando della recente misura che nelle intenzioni dovrebbe proteggere l’automotive europeo, Tavares ha rilevato che probabilmente avrà, e qui torniamo al concetto di reazione avversa, un effetto contrario a quello voluto.
Per il top manager misure come i dazi finiranno per accelerare la chiusura degli impianti in Europa poiché spingeranno i produttori cinesi a costruire impianti nel Vecchio continente, aggravando i problemi di sovraccapacità.
“I dazi sono un 'buon strumento di comunicazione', ma hanno effetti collaterali”, ha dichiarato Tavares, sottolineando la natura complessa delle dinamiche commerciali globali nell'industria automobilistica. Si tratta di misure che “aumentano la sovraccapacità del sistema produttivo europeo ed il modo per evitare i dazi doganali è costruire in Europa. Di conseguenza, si accelera la necessità di chiudere gli impianti”.
È già da un po’ che si parla di questa ipotesi (Il Governo corteggia BYD, ipotesi nuovo stabilimento in Italia) e l’avvio dei dazi - che, va ricordato, hanno anche (e probabilmente soprattutto) una valenza in termini negoziali - non fa che accelerare questo processo. Non a caso, la cinese BYD sta realizzando il primo impianto in Ungheria.
Secondo il top manager, seguendo questa strada i posti di lavoro persi dall’automotive di Italia e Francia non saranno recuperati con i nuovi insediamenti: “le case automobilistiche cinesi non andranno a costruire le loro auto in Germania o in Francia o in Italia, perché lì avrebbero degli svantaggi in termini di costi, a partire da quelli energetici”.
Stellantis: Elkann, siamo concentrati sul business no sul consolidamento
"Siamo fortemente concentrati sul business, [...] non sulle possibili distrazioni delle operazioni di consolidamento, qualunque esse siano". Da Parigi, John Elkann ha escluso l’ipotesi, circolata nei giorni scorsi, di un consolidamento con Renault. "Non siamo pronti a consolidare, ma nemmeno a deconsolidare (a proposito delle offerte ricevute da gruppi cinesi per alcuni marchi, ndr). Non è questo il momento", ha sottolineato il presidente di Stellantis.
Stellantis: il governo preme per rilanciare la produzione in Italia