In linea con il miglioramento registrato ieri, che ha permesso al Nasdaq di chiudere la seduta di poco sopra la parità (+0,1%), i future sugli indici USA anticipano un avvio di giornata sopra la parità. A due ore dall’avvio delle contrattazioni il derivato sul Dow Jones segna un +1,7%, quello sullo S&P 500 avanza dell’1,2% ed il contratto sul Nasdaq guadagna lo 0,95%.
Ieri la giornata è stata caratterizzata dai rumor sulla possibilità di una pausa di 90 giorni delle nuove tariffe. L’indiscrezione è stata velocemente derubricata a “fake news” dalla Casa Bianca”. Secondo quanto dichiarato dal Segretario al Tesoro Scott Bessent, i negoziati tariffari, 70 Paesi avrebbero contattato l’amministrazione USA per avviare trattative, potrebbero durare fino a giugno.
"Sembra che la tempesta si stia attenuando, forse aiutata dalla falsa storia dell'allentamento dei dazi", ha affermato Louis Navellier, fondatore e responsabile degli investimenti di Navellier & Associates. "I crescenti rendimenti dei titoli del Tesoro sono una forte indicazione che i timori di recessione sono diventati esagerati, cosi come l'aspettativa che la Fed non effettuerà tagli di emergenza. Potrebbe anche essere che la strategia di Trump non si rivelerà così distruttiva come riferiscono alcuni".
Nel frattempo, il presidente Donald Trump ha minacciato ulteriori dazi del 50% sulla Cina (Trump rilancia la sfida dei dazi e punta il dito verso la Cina).
"Guardando al futuro, il più grande aumento tariffario della nostra vita sembra pronto per essere messo in atto a breve", osserva l'economista di UBS Jonathan Pingle. "I dazi potrebbero rappresentare un mezzo di negoziazione. Potrebbero essere ritirati a pezzetti dopo le concessioni. Tuttavia, se la maggior parte resterà in vigore per nove mesi, assisteremo ad una parte significativa dell'impatto economico”.
Scott Chronert di Citi stima che per l'S&P 500 "4.700 è un livello che dovrebbe scontare in gran parte un regime tariffario duraturo e persistente" (ieri l'indice ha chiuso a 5.062,25 punti).
Le azioni a Wall Street: focus su Tesla e Apple
Vediamo quali sono le azioni da tenere d’occhio a Wall Street nella seduta dell’8 aprile 2025.
- JP Morgan ha ridotto il prezzo obiettivo su Meta (+1,8% nel pre-mercato) e Amazon (+2,26%). Nel primo caso il dato passa da 725 a 610 dollari (ultima chiusura a 516 $) mentre nel secondo scende di 50 a 220 dollari (175 $).
- Dopo il -19% nelle ultime tre sedute (serie peggiore dal 2001), +1,45% prima dell’avvio delle contrattazioni per Apple. La società, tra quelle che pagheranno il conto più salato dei dazi, avrebbe intenzione di intensificare, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le spedizioni di iPhone dall’India per compensare l'elevato costo delle tariffe cinesi (Azioni Apple in picchiata: -19% e 638 miliardi in fumo, cosa fare?).
- Incremento del 4% per Broadcom dopo che il Cda ha autorizzato un nuovo programma di buyback da 10 miliardi di dollari.
- In rosso ieri del 2,56%, il titolo Tesla nel pre-mercato avanza dell’1,4%. Nelle tre sedute post-dazi, le azioni TSLA hanno perso il 17,5%, contro il -9% di Ford e GM. Solo Stellantis, con un -17,8%, ha fatto peggio. Questa performance è particolarmente stupefacente alla luce del fatto che Tesla produce tutte le auto che vende negli USA all’interno dei confini nazionali. Una delle ragioni per cui le azioni Tesla sono in calo più di altre è semplicemente rappresentato dalla loro valutazione: sono scambiate a oltre 100 volte gli utili. Inoltre, va tenuto in considerazione che è l’azienda più esposta alle ritorsioni.
- +8,21% per CVS Health, +5,81% per UnitedHealth e +11,9% per Humana prima dell’avvio degli scambi. Il governo federale ha annunciato un aumento di circa 25 miliardi di dollari nei pagamenti ai piani Medicare Advantage nel 2026. Il dato è maggiore delle attese.