Venerdì prende il via la nuova stagione delle trimestrali negli Stati Uniti: ad aprire le danze saranno i giganti bancari come JP Morgan Chase e Wells Fargo, seguiti da colossi tecnologici e industriali. In un contesto caratterizzato da incertezze, gli analisti stanno riducendo le stime per gli utili per azione (EPS) delle società dell’S&P 500 relative al primo trimestre del 2025.
Sul blog di FactSet, John Butters evidenzia come le pressioni inflazionistiche e le tensioni commerciali abbiano spinto gli esperti a ridimensionare le aspettative con un’intensità superiore alla norma, segnalando un clima di cautela nel mondo degli investimenti. "Questi elementi hanno compresso i margini operativi, soprattutto per le aziende con elevata esposizione ai costi delle materie prime e alle catene di fornitura globali", si legge nell’analisi di FactSet.
Il comparto manifatturiero, in particolare, appare vulnerabile: le aziende del Consumer Discretionary, ad esempio, devono fare i conti con rincari dei componenti elettronici e logistica più costosa, mentre quelle dei Materiali affrontano strozzature nell’approvvigionamento di metalli industriali.
Trimestrali USA: -4,2% per le stime sugli utili
Durante il primo trimestre dell’anno, l’EPS aggregato (calcolato tramite il metodo “bottom-up”, che sintetizza le mediane delle previsioni per ogni azienda dell’indice) è stato rivisto al ribasso del 4,2%, passando da 62,89 a 60,23 $. Un aggiustamento che, seppur fisiologico in fase di trimestre — gli analisti tendono infatti a perfezionare le stime con l'avvicinarsi della pubblicazione dei risultati — ha superato le medie degli ultimi 5, 10 e 15 anni, ferme rispettivamente al 3,3%, 3,2% e 3,2%.
"La riduzione registrata nel Q1 2025 eguaglia però la media degli ultimi 20 anni, anch’essa al 4,2%", precisa Butters, evidenziando come il dato attuale rifletta dinamiche non del tutto inedite, ma certamente più acute rispetto al recente passato. Un segnale che invita a guardare oltre la volatilità di breve periodo, collocando l’attuale fase in una prospettiva storica più ampia.
A livello settoriale, dieci degli undici comparti dell’S&P 500 hanno subito riduzioni delle stime, con i comparti dei Materiali (-17,6%) e dei Consumer Discretionary (-10,4%) in netto svantaggio. Il primo è particolarmente esposto all’aumento dei costi delle materie prime e alle interruzioni della catena di approvvigionamento mentre a frenare il secondo è il calo della fiducia dei consumatori e le politiche tariffarie.
Unica eccezione positiva è il settore Utilities (+0,1%), tradizionale rifugio in fasi di turbolenza, favorito dalla domanda stabile di servizi essenziali e da politiche regolatorie supportive.
Sebbene i tagli alle stime possano alimentare timori di un rallentamento degli utili, giova ricordare che gli aggiustamenti fanno parte di un processo fisiologico di allineamento tra aspettative e realtà. Storicamente, come sottolinea Butters, "le revisioni al ribasso nel corso del trimestre non precludono necessariamente risultati deludenti: spesso riflettono un aggiustamento prudenziale in contesti complessi".
Corporate America: le nuove stime sull’esercizio 2025
Le correzioni non hanno risparmiato le stime per l’intero anno solare. L’EPS aggregato per il 2025 è stato ridotto dell’1,6% (da 274,12 a 269,67$) nello stesso arco temporale, superando le medie di ribasso dei 5, 10 e 15 anni (1,5%, 1,4% e 1,1%). Tuttavia, il calo resta contenuto rispetto alle medie ventennali e venticinquennali, entrambe al 2,3%.
Anche in questo caso, il comparto Materiali (-10,4%) e quello dell’Energy (-5,5%) hanno registrato le revisioni più marcate, risentendo rispettivamente delle flessioni nei prezzi globali delle commodities e della transizione energetica. A contrastare il trend, il settore Financials (+1,1%).