A poco più di due mesi dalla cessione del 25% di Banca MPS, è arrivato il via libera del governo alle procedure per ridurre la quota di azioni Poste Italiane detenute in portafoglio. Nel Consiglio dei ministri di ieri (Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 66), l’esecutivo ha approvato i “criteri per l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze in Poste Italiane”.
In via preliminare, il Cdm ha espresso parere favorevole ad “un provvedimento che regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale di Poste Italiane tale da mantenere una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico. Le modalità di alienazione tenderanno anche a favorire la tutela dell'azionariato diffuso e la stabilità dell'assetto proprietario”.
Indice dei contenuti
Il Cdm venderà azioni Poste Italiane: cosa significa
Quali le prossime mosse del governo?
Fusione per incorporazione di Address Software
Il Cdm venderà azioni Poste Italiane: cosa significa
Attualmente, il governo controlla complessivamente circa il 65% della società, di cui il 29,26% direttamente tramite il Ministero delle Finanze ed il 35% indirettamente attraverso la Cassa Depositi e Prestiti.
Nel caso in cui il dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti vendesse tutta la quota detenuta, l’incasso sarebbe nell’ordine dei 4 miliardi di euro. Più probabilmente ad essere alienata sarà una quota inferiore, visto che in questo modo il MEF conserverebbe più diritti di voto e sarebbe in grado di incassare i dividendi (nel 2022 il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha staccato al governo proventi per 250 milioni). Al momento, non è dato sapere se anche la CDP sarà parte dell’operazione.
Con la messa sul mercato del 20% del capitale di Poste Italiane, potremmo assistere ad una OPV, il mezzo generalmente utilizzato nel caso di vendita di partecipazioni di particolare importanza. Nel caso invece di una vendita di una quota minore, è possibile fare riferimento a quanto dichiarato dal sottosegretario al Ministero delle Imprese, Fausta Bergamotto, secondo cui l’esecutivo punterebbe “a diluire la quota di entrambi (MEF e CDP, ndr) mantenendo comunque la maggioranza assoluta del 51%”.
Per quanto riguarda le tempistiche, occorrerà attendere il piano industriale, che sarà presentato a marzo, e quindi indicativamente l’operazione di cessione delle azioni Poste Italiane potrebbe entrare nel vivo nei mesi di aprile e maggio.
Con il FTSE Mib in rialzo dello 0,6%, al momento il titolo Poste segna un +0,44% portandosi a 10,315 euro.
Quali le prossime mosse del governo?
Nel corso dell'ultimo question time, la premier Giorgia Meloni ha ribadito l'intenzione di procedere con il processo di privatizzazioni con l'obiettivo di raggiungere "proventi pari all’1% del Pil, circa 20 miliardi di euro in tre anni".
Archiviata la già citata operazione che ha visto coinvolta Banca MPS (Banca MPS: ecco chi ha comprato il 25% delle azioni cedute dallo Stato), che a seguito della scadenza del lock-up potrebbe essere replicata, dopo Poste Italiane potrebbe essere la volta di Eni, del quale sarà ceduto il 4% del capitale (Azioni Eni: cosa fare in Borsa se Stato vende il 4% del capitale?).
Potremmo anche assistere, ma qui la questione è più complessa, anche alla dismissione di una quota di Ferrovie dello Stato.
Fusione per incorporazione di Address Software
Ieri il Cda di Poste Italiane ha approvato il progetto di fusione di Address Software, il cui capitale sociale è interamente e direttamente detenuto dalla stessa Poste Italiane. L’operazione è finalizzata, riporta la nota della società, “a standardizzare, evolvere ed ingegnerizzare i processi di funzionamento delle piattaforme tecnologiche di gruppo oltre che ad efficientare e razionalizzare la struttura operativa; ciò anche allo scopo di conseguire una riduzione dei costi caratteristici di ogni struttura societaria nonché di realizzare il conseguente miglioramento dei risultati economici di gruppo”. L’operazione, continua la nota di Poste Italiane, spiegherà la sua efficacia nel corso dell’esercizio 2024.