Il governo italiano ha messo in piedi un'operazione lampo nella
cessione del 25% delle azioni detenute in MPS. Tramite accelerated bookbuilding - un meccanismo secondo cui l'offerta viene rivolta esclusivamente a investitori istituzionali selezionati - il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha piazzato i titoli con uno
sconto del 4,9% rispetto all'ultimo prezzo di Borsa (inizialmente era previsto del 6%), a fronte di una domanda che è stata cinque volte l'offerta.
La transazione è stata studiata da settimane, ma il Tesoro ha colto l'attimo nel momento in cui l'agenzia di rating Moody's nel fine settimana ha confermato il giudizio sull'Italia migliorando l'outlook. Il piano era stato preparato con i consulenti UBS e Jefferies e, grazie al miglioramento dello spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi a 10 anni, è stato deciso di dare il via libera.
L'Italia è riuscita a vendere 314,9 milioni di azioni a 2,92 euro l'una, incassando 920 milioni di euro. Il tempismo è stato perfetto anche perché la vendita è arrivata poche ore prima che la Commissione europea e l'esecutivo dell'UE si esprimessero sulla legge di bilancio per il 2024.
Con la riduzione della partecipazione, il MEF ora possiede il 39% del capitale di MPS e soprattutto conduce lo Stato verso il percorso tracciato insieme alle autorità europee di dismettere totalmente la quota di controllo entro la metà del 2024. Inoltre, una partecipazione minore potrebbe
facilitare un'operazione di fusione e acquisizione della banca toscana con un altro grande istituto per creare il terzo polo finanziario italiano, dopo
Intesa Sanpaolo e
UniCredit.
Banca MPS: chi ha acquistato le azioni del Tesoro
Ma chi sono stati gli investitori istituzionali che hanno acquistato il 25% dell'istituto finanziario di Rocca Salimbeni? La lista comprende 150 soggetti di alto profilo, italiani e stranieri. Tra gli investitori italiani figurano grossi nomi come Anima Holding, Eurizon, Fideuram, Mediolanum, Azimut e Kairos mentre tra gli istituzionali esteri troviamo, tra gli altri, Blackrock, Fidelity, Amundi, Capital Group, D.E. Shaw, Vanguard, Wellington, il fondo sovrano norvegese Norges Bank e Algebris Investments di Davide Serra.
Secondo le voci di persone vicine all'operazione,
nessuno tra tutti gli investitori ha acquisito partecipazioni rilevanti, ossia che superano la soglia del 3% ai sensi degli artt. 120 del Testo Unico della Finanza e 117 del Regolamento Emittenti per cui scatta la comunicazione alla
Consob.
MPS: Moody's alza il rating
Per MPS arriva una buona notizia da Moody's, che ha migliorato il rating di un "notch" portando lo standalone Baseling Credit Assessment (BCA) da "b1" a "ba3", il long-term deposit da "Ba2" a "Ba1" e il long-term senior unsecured debt da "B1" a "Ba3".
Secondo l'agenzia americana, l'upgrade dello standalone BCA riflette "i progressi compiuti dalla banca nella ristrutturazione, la maggiore capacità di generare utili e la riduzione del portafoglio di rischio, in un contesto più favorevole". Moody's precisa che tale rating potrebbe essere più elevato se i progressi compiuti si dovessero mantenere per i prossimi 12-18 mesi. Riguardo gli altri due parametri, Moody's vede il "miglioramento del merito creditizio con un outlook positivo".