Azioni Eni: cosa fare in Borsa se Stato vende il 4% del capitale? | Investire.biz

Azioni Eni: cosa fare in Borsa se Stato vende il 4% del capitale?

19 gen 2024 - 09:00

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Prosegue la fase correttiva del titolo Eni, i cui prezzi si avvicinano a degli importati supporti. Quali i prossimi obiettivi in caso di violazione di tali livelli?

I futures del Vecchio Continente impostati in terreno positivo anticipano un inizio di giornata in leggero rialzo sui principali mercati azionari dell'area euro, con gli investitori che continuano a focalizzarzi sulle prossime decisioni che verranno prese delle banche centrali in tema di taglio di interessi.

Con gli investitori che guardano anche alle trimestrali provenienti da oltreoceano, il FTSE Mib dovrebbe aprire le contrattazioni nei pressi dei 30.450 punti, cercando in questo modo di riavvicinarsi ai 30.600 punti che rappresentano la parta alta del trading range in atto da oltre un mese. Dal punto di vista operativo il superamento di queste aree dovrebbe aprire le porte ad ulteriori apprezzamenti fin verso i 31.000 punti e a seguire 31.200 punti.

Tra le storie interessanti da seguire nella giornata di ieri troviamo Eni, che potrebbe essere interessata ad una cessione da parte del Governo. Andiamo a vedere i dettagli.

 

Eni: Governo pronto a cedere il 4% del capitale

Secondo alcuni indiscrezioni arrivate nella serata di ieri il Governo Meloni, per cercare di tagliare il proprio debito, potrebbe essere vicino a cedere il 4% del capitale di Eni. Tutto questo farebbe farte di quel piano di privatizzazioni indicate nel Nadef e che dovrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 20 miliardi di euro, pari a quasi l'1% del Pil. L'obiettivo in questo caso sarebbe quello di raccogliere fino a 2 miliardi di euro dalla vendita della partecipazione del cane a sei zampe e l'operazione potrebbe arrivare dopo che il Gruppo guidato da Claudio Descalzi avrà completato il suo piano di buy back, la cui scadenza è attesa nel prossimo mese di aprile.

L'ipotesi della vendita di una quota del colosso petrolifero erano già circolate nei mesi passati, con l'operazione che sarebbe stata una diretta conseguenza del piano di buy back da 2,2 miliardi di euro che potrebbe fare salire lo Stato oltre il 34%. A questo riguardo ai tempi avevano fatto clamore le dichiarazioni del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il quale aveva detto che ridurre la quota dello Stato in Eni sfruttando gli effetti del buyback sarebbe stata una buona idea. Ricordiamo che ad oggi la partecipazione dello Stato nel capitale di Eni è del 32,4%, di cui il 27,7% tramite Cassa Depositi e prestiti mentre il rimanente 4,7% è nelle mani del ministero dell'Economia.

 

Azioni Eni: analisi tecnica e strategie operative

Andiamo ora a vedere qual'è l'impostazione dell'azione nel breve e medio termine. E' stata una giornata all'insegna della debolezza quella di ieri per il titolo Eni che, proseguendo quella fase correttiva partita all'inizio del mese in corso dai 15,65 euro, ha terminato le contrattazioni nei pressi dei 14,60 euro. Nel breve periodo le attese sono di una continuazione di questo movimento che dovrebbe spingere i prezzi a testare i minimi dello scorso mese di ottobre situati sui 14,35-14,25 euro, nelle cui vicinanze troviamo anche la media mobile di lungo periodo. Dal punto di vista operativo la violazione di tali supporti, andrebbe ad indebolire ulteriormente il quadro grafico, con possibili estensioni delle vendite prima verso i 14 euro e a seguire i 13,68 euro, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 9 agosto.

Al contrario solo con il recupero dei 15,15 euro, che rappresentano i massimi di questa settimana e dove transita la media mobile a 50 giorni, che si avrebbe un ritorno della positività con primi obiettivi i 15,40 euro, dove troviamo l'indicatore giornaliero del Supertrend, e successivamente i 15,60 euro. Dal punto di vista operativo l'eventuale superamento di queste aree, aumenterebbe le possibilità di ulteriori allunghi fin verso i top annuali in are 15,80 euro. Sarà solo lasciandosi alle spalle queste aree resistenziali, che si avrebbe una ripresa del trend ascendente primario partito nell'ottobre dello scorso anno e che dovrebbe spingere i corsi prima verso i 16 euro ed in seguito verso i massimi degli ultimi 7 anni situati sui 16,80-16,90 euro.

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