Le azioni Robinhood stanno scendendo nel trading pre-market di Wall Street, con una perdita del 3,4%, dopo che ieri hanno chiuso una seduta brillante che ha portato a un rialzo del 14%. Ad infiammare il titolo in Borsa sono state le voci che hanno riferito di un possibile interessamento dell'exchange FTX del miliardario investitore Sam Bankman-Fried in merito all'
acquisizione dell'azienda.
FTX possiede già una quota del 7,6% nel capitale di Robinhood, come ha rivelato un deposito normativo presso la
Securities and Exchange Commission del mese scorso. Non è quindi escluso che un'operazione di fusione possa essere finalizzata, considerando che negli ultimi tempi
FTX si sta adoperando per cercare di tenere in piedi un settore traballante.
Robinhood-FTX: le ragioni di una fusione
Sam Bankman-Fried, Amministratore Delegato e co-fondatore di FTX, ha risposto immediatamente a queste voci smentendo un reale interessamento per l'acquisizione totale di Robinhood. "Siamo entusiasti delle prospettive di business di Robinhood e dei potenziali modi in cui potremmo collaborare con loro, e sono sempre stato impressionato dal business che Vlad e il suo team hanno costruito. Detto questo, non ci sono conversazioni M&A attive con Robinhood", ha scritto in una dichiarazione inviata via e-mail a MarketWatch.
Al di là di quanto ha espresso il CEO aziendale, però, secondo gli esperti qualcosa bolle in pentola. Quando Bankman-Fried ha rivelato il mese scorso la partecipazione da 648 milioni di dollari nel social broker, ha parlato di "investimento interessante". Se lo era allora, lo è a maggior ragione adesso che il titolo in Borsa è sceso ancora di più, con un perdita che quest'anno è arrivata a circa il 50%. Inoltre, come affermano gli analisti di Mizuho, l'acquisto espanderebbe la portata di FTX oltre la crittografia e nel mondo delle azioni regolari. Infatti, FTX nella sua piattaforma ha già avviato un programma pilota per la vendita delle azioni e il sodalizio con Robinhood potrebbe aiutarla molto in questo.
E poi,
non bisognerebbe trascurare l'ipotesi salvataggio. Qualcuno ha definito FTX come un prestatore di ultima istanza del mondo crittografico, per via dei numerosi salvataggi che sta mettendo in campo. In questo contesto, si fa un parallelo con quanto successo oltre un secolo fa, all'epoca del
panico del 1907 a Wall Street. Allora fu JP Morgan ad agire come una sorta di Banca Centrale, essendo che la
Federal Reserve ancora non esisteva. Oggi
Sam Bankman-Fried potrebbe svolgere un ruolo simile in un campo in cui, in diversi casi in cui vi si muove sopra un terreno non regolamentato, non c'è un'Autorità monetaria che può intervenire. Sarà quindi proprio lui il
John Pierpoint Morgan del 21esimo secolo?