La tassa di 100.000 dollari per il visto H-1B imposta da Trump è destinata a mettere in difficoltà la Corporate America. Se normalmente un visto di questo tipo costa alle aziende tra i 2 ed i 5 mila dollari, un aumento a 100.000 dollari (che si applicherà solo alle nuove domande, non ai rinnovi) ostacolerà in particolare la capacità delle società più piccole di attrarre i migliori talenti negli Stati Uniti.
Exequiel Hernandez, professore associato presso la Wharton School dell'Università della Pennsylvania, ha definito il cambiamento un "disastro" per l'America, aggiungendo però che le grandi aziende troveranno probabilmente soluzioni alternative, ma per le piccole la situazione si prospetta particolarmente complessa. "Abbiamo bisogno che la piccola tecnologia americana vinca, non di caselli autostradali da 100.000 dollari", ha scritto Garry Tan, CEO di Y Combinator, il popolare acceleratore di startup.
Aumento visti H-1B: Hastings e Altman sono a favore
Nell'anno fiscale 2025, Amazon, Microsoft, Meta, Apple e Google guidano la classifica delle aziende che impiegano il maggior numero di titolari di visto H-1B. Dirigenti di spicco del settore tecnologico come il CEO di Microsoft Satya Nadella, il CEO di Google Sundar Pichai e il CEO di Tesla Elon Musk hanno ricevuto il visto H-1B all'inizio della loro carriera.
Reed Hastings, co-fondatore e CEO di Netflix, ha definito la nuova misura un' "ottima soluzione". Questo provvedimento farà sì, ha detto Hastings, che “l'H-1B sia utilizzato solo per lavori di altissimo valore, il che significherà che non sarà necessaria alcuna lotteria e che ci sarà maggiore certezza per quei lavori".
Anche Sam Altman di OpenAI ha espresso il suo sostegno: “dobbiamo reclutare le persone più intelligenti del Paese, semplificare questo processo e definire in qualche modo gli incentivi finanziari mi sembra una buona idea".
Visti H-1B: un problema per le piccole società
Il nuovo provvedimento sui visti H-1B, che si spera sia accompagnato da misure speculari delle autorità europee, rischia di privare gli Stati Uniti delle migliori menti.
"Questa misura fornisce ai nostri concorrenti, ad altri Paesi, come Asia, Canada, Europa, la possibilità di attrarre questi dipendenti per creare innovazione", ha affermato StevenHubbard, data scientist presso l'American Immigration Council, un'organizzazione no-profit per la ricerca e la difesa dei diritti dell'immigrazione.
Per le aziende più grandi aggirare questo provvedimento non dovrebbe comportare eccessivi problemi, visto che questa misura, come altre varate dall’amministrazione Trump, permette di concedere esenzioni discrezionali. Un capitalismo clientelare garantirà ad amici e finanziatori l'esenzione dal nuovo balzello. Inoltre, un lavoratore qualificato potrà essere assunto da imprese americane all’estero (e questo spingerà le imprese a delocalizzare le attività più strategiche, quelle a più alta intensità di capitale umano).
In qualunque caso, le aziende con le maggiori risorse sono in grado di pagare per i migliori talenti, il problema, come detto, sarà delle piccole.
Le società più esposte secondo Baird
In questo contesto, la banca d’affari Baird ha elaborato uno studio basato sui dati di approvazione delle richieste H-1B dal 2015 al 2024. I numeri offrono un’indicazione su quali società rischiano di subire i contraccolpi più duri.
Tra queste troviamo Infosys, colosso indiano della consulenza tecnologica, con oltre 3.750 approvazioni annue in media. Un primato che, paradossalmente, arriva in un anno difficile: il titolo ha perso circa il 23% da inizio 2025.
Segue Cognizant Technology Solutions, con più di 2.450 approvazioni medie. “Cognizant è il gruppo maggiormente esposto tra quelli che copriamo”, ha avvertito David Koning, analista di Baird. Secondo i suoi calcoli, il nuovo balzello potrebbe erodere 25 punti base di margini e fino all’1,5% degli utili per azione. Non solo Baird: anche James Schneider di Goldman Sachs, ha inserito Cognizant tra i titoli più vulnerabili.