La Banca Centrale Europea ha ceduto oltre 150 milioni di euro di obbligazioni Worldline, il colosso francese dei pagamenti elettronici travolto da scandali e declassamenti. L’istituto di Francoforte aveva acquistato i titoli nell’ambito del programma di Quantitative Easing, quando il gruppo godeva ancora di un solido rating investment grade. La decisione di vendere, secondo fonti vicine al dossier, è maturata dopo il tracollo delle quotazioni innescato dalle accuse di complicità con clienti a rischio di frode e da crescenti problemi finanziari.
La BCE, che raramente smobilizza le sue posizioni in corporate bond, ha iniziato a sondare il mercato alla fine della scorsa settimana, completando una prima cessione lunedì e continuando a collocare i titoli martedì. L’intenzione, rivelano le stesse fonti, è quella di liquidare l’intera esposizione.
Non è la prima volta che l’Eurotower decide di abbandonare emittenti in difficoltà: era già accaduto con i bond di Steinhoff, travolta da irregolarità contabili, e con la catena di supermercati spagnola Dia.
Worldline tra scandali, crolli e inchieste
Fondata come spin-off del gruppo francese Atos e divenuta negli anni uno dei leader globali nei pagamenti digitali, Worldline ha costruito la sua crescita a colpi di acquisizioni. Negli ultimi anni, però, il modello ha iniziato a scricchiolare: ricavi stagnanti, clienti controversi e una reputazione minata da sospetti di lassismo sui controlli interni.
A giugno, un’inchiesta giornalistica condotta dal consorzio EIC ha accusato la società di non aver interrotto rapporti con operatori a elevato rischio, compresi clienti inseriti in liste nere. La reazione del mercato è stata decisamente forte: in un solo giorno il titolo ha perso il 38%.
La società ha replicato sottolineando che il proprio tasso di frodi è inferiore alla media del settore e che la governance è pienamente impegnata nel rispetto delle normative. Parallelamente, ha incaricato una società esterna di rivedere il portafoglio clienti più sensibili, mentre la procura di Bruxelles ha avviato un’indagine per riciclaggio sulla controllata belga.
Il mercato, intanto, non ha concesso tregua: dal picco del 2021, quando la capitalizzazione aveva sfiorato i 23 miliardi di euro, il valore di Borsa è precipitato a poco più di 750 milioni. Sul fronte obbligazionario, il tonfo non è stato meno drammatico: i bond con scadenza 2027 e 2028 hanno perso fino a 10 centesimi sul nominale, scivolando verso quota 85.
La situazione è peggiorata a luglio, quando S&P ha retrocesso il debito a livello “junk”, citando la perdita di clienti a rischio elevato e problemi legati alla fornitura di hardware.
BCE: un segnale che va oltre Worldline
La scelta della BCE di liquidare i titoli Worldline rappresenta un campanello d’allarme non solo per l’azienda, ma per il mercato del credito nel suo complesso. L’istituto centrale, che con il QE era divenuto uno dei maggiori compratori di obbligazioni societarie, manda così un messaggio implicito: la tolleranza verso emittenti in crisi di governance o travolti da scandali è minima.
In un contesto in cui le banche centrali stanno riducendo i bilanci gonfiati da anni di stimoli monetari, la vendita di Worldline potrebbe diventare un precedente per altre società a rischio. E i trader, già abituati a convivere con la volatilità dei mercati obbligazionari, osservano con attenzione: perché se l’Eurotower abbandona il ruolo di “acquirente di ultima istanza”, la pressione sui crediti più fragili rischia di amplificarsi.