Anche l’India entra nel mirino del Presidente americano Trump che rilancia sui dazi raddoppiandoli al 50%. Tra gli altri Paesi ancora sulla graticola troviamo Brasile con la stessa aliquota, ma è stata proprio l’India ad essere attenzionata dal solito post sul social Truth.
Ciò che indispettisce il Presidente è il legame che l’India mantiene con la Russia, esportando armi e petrolio. New Dehli è il secondo importatore mondiale di combustibili fossili russi dopo Pechino. Una dipendenza energetica che Trump considera inaccettabile viste le sanzioni sul greggio russo e la riluttanza di Putin di discutere una tregua in Ucraina.
Vedremo nei prossimi giorni se la tattica del Presidente americano si rivelerà corretta portando ad un accordo come con UE e Giappone, ma intanto la rupia si sbriciola toccando nuovi minimi storici con l’inflazione che rischia di tornare a mordere se ai dazi americani il Paese asiatico rispondesse con controdazi.
ETF Borsa India: gli investimenti si spostano in direzione Pechino
A maggio avevo scritto proprio un articolo sulla correzione in corso sull’ETF di Amundi che investe replicando proprio l’indice Msci India (ETF Borsa indiana, correzione in corso). Al tempo avevo scritto “Ritornando però sul grafico dell’ETF non si può non apprezzare il test del supporto che guida il bull market dal 2020 con un tentativo di costruire una base che sta prendendo forma. Poco sotto troviamo anche i massimi del 2022-2023 a conferma di quanto siano importanti i livelli di prezzo raggiunti in queste ultime settimane. Il cedimento dei supporti creerebbe infatti le premesse per una nuova gamba di ribasso per la Borsa indiana, di pari intensità a quella vista finora”.
Il rimbalzo della Borsa indiana da maggio effettivamente c’è stato, ma considerando quello che è accaduto su altri indici dei Paesi sviluppati, è risultato troppo modesto e soprattutto adesso i prezzi sono tornati sul luogo del delitto. Non una buona notizia. La trendline rialzista che guida il rialzo dai tempi del Covid sarà decisiva.

La svalutazione ha indubbiamente le sue colpe ma quello a cui stiamo assistendo è uno spostamento di investimenti da un’area emergente all’altra. Se osserviamo ad esempio le performance degli ultimi 12 mesi della Borsa indiana, grande protagonista negli anni scorsi, confrontandola con il listino cinese ci accorgiamo di costa sta accadendo.
L’ETF iShares Msci China nell’ultimo anno ha guadagnato il 38%, quello indiano ha perso il 15%. Il bilancio a 5 anni vede però ancora la Cina in negativo e l’India con un sorprendente +95%.
Probabile che la convergenza tra le due performance prosegua nei prossimi anni anche per valutazioni effettivamente di tenore ben diverso. La Cina quota ad un rapporto prezzo utili di 15. L’India di 25.
Se la politica della Casa Bianca continuerà a prendere di mira l’India in termini relativi il percorso attuale potrebbe continuare rendendo opportuno un ribilanciamento tra due Paesi che assieme a Taiwan rappresentano oggi i due terzi dell’indice emergente generale.