La Borsa indiana è uno dei tanti listini emergenti che assieme ad una fisiologica correzione di mercato nei prezzi delle proprie azioni, ha visto amplificati i cali a causa di una debolezza valutaria che ha portato la rupia a nuovi minimi storici.
Le tensioni sui dazi americani, il rallentamento globale, il rapporto mai semplice con la Cina, ma anche una politica monetaria che non offre rendimenti reali generosi come nel caso di altre valute emergenti, hanno creato i presupposti per un calo della rupia che è andato a incidere sugli ETF quotati in Italia e replicanti della borsa indiana ovviamente convertita in euro.
Investire Borsa India: performance e composizione dell'Amundi Msci India
Uno degli ETF più capitalizzati quotati sul mercato europeo è Amundi Msci India con quasi 1 miliardo di euro di masse amministrate. Da massimo a minimo la correzione dell’ETF è risultata del 20% con un interessante minimo che analizzeremo tra poco a livello grafico.
L’ETF di Amundi a replica sintetica non è certamente uno dei più “cheap” del lotto visti i costi di 0,85% all’anno se consideriamo che Xtrackers ha quotato un ETF analogo al costo di 0,2% all’anno.
La correzione in corso appare comunque un percorso di fisiologica fase di ritracciamento dopo che il rialzo negli ultimi 5 anni ha superato ampiamente il 100%. Il 16% annuo composto supera sia il 13% dell’azionario globale che il 7% dell’azionario emergente seppur al costo di una volatilità più elevata e pari al 17% annuo.

Dal lancio avvenuto nel 2006 l’ETF è cresciuto del 200% confermando come proprio l’era posta Covid è stata quella più propizia con un rialzo clamoroso che in valuta locale (senza la conversione in euro) ha assunto contorni ancora più importanti. La rupia indiana nel rapporto con l’euro si sta infatti avvicinando a quota 100, superando il 20% di svalutazione rispetto al cambio di cinque anni fa.
Ritornando però sul grafico dell’ETF non si può non apprezzare il test del supporto che guida il bull market dal 2020 con un tentativo di costruire una base che sta prendendo forma. Poco sotto troviamo anche i massimi del 2022-2023 a conferma di quanto siano importanti i livelli di prezzo raggiunti in queste ultime settimane. Il cedimento dei supporti creerebbe infatti le premesse per una nuova gamba di ribasso per la Borsa indiana, di pari intensità a quella vista finora.
L’ETF ha una certa preferenza settoriale per i finanziari che rappresentano il 30% del totale, seguiti da ciclici e tecnologia con pesi superiori al 10% all’interno, comunque, di un paniere settoriale ben diversificato dove le aziende legate ad energia e materie prime contano insieme per il 15% del portafoglio.
L’aspetto probabilmente che crea qualche incertezza sul futuro dell’indice indiane sono le valutazioni, decisamente più elevate rispetto a quelle medie delle borse emergenti.
Il rapporto prezzo utili ancora a 25, nonostante la correzione recente, rende evidentemente questa Borsa una delle più care del lotto emergente oggi a quota 15 di P/E nel suo indice generale. Ma per chi crede nella futura crescita dell’economia (e della borsa) indiana e attendeva una finestra di ingresso ci sono pochi dubbi circa l’interessante opportunità che si è venuta creare grazie alla confusa politica commerciale americana.