Ben Stein è un altro di quegli scrittori americani di libri di finanza personale che ha dato il nome a una delle asset allocation tipicamente chiamate Lazy. Autore di due libri come “Yes, You Can Still Retire Comfortably!” e “Yes, You Can Time The Market”, Stein ha creato un portafoglio molto aggressivo nel solco dei tradizionali 80/20 che anche Vanguard con il suo LifeStrategy ha sfruttato per entrare sul mercato europeo degli ETF bilanciati.
Ben Stein Perfect Portfolio: ecco l’asset allocation
Andiamo subito a vedere quella che è l’asset allocation del Ben Stein Perfect Portfolio.
- 20% Azioni USA;
- 20% S&P 500;
- 20% Azioni globali ex-US;
- 12% Azioni emergenti;
- 4% REIT;
- 4% Azioni Energia USA;
- 20% Liquidità.
La prima considerazione che si può fare dopo aver visto questa allocazione è quella “strana” sovrapposizione tra azionario USA (che comprende tutto anche mid e small cap) e S&P500 che porta il peso delle azioni americane al 50%. Considerando che il 70% del Total US Stock Market di Vanguard (l’ETF utilizzato da Stein) è composto da azioni che stanno nello S&P500 la scelta appare discutibile. Un modo un po' originale di investire nelle small cap senza andare direttamente su un fondo dedicato.
Altro aspetto interessante di questa composizione settoriale è la presenza moderata di azioni immobiliari (4%) con un peso identico alle azioni legate al settore dell’energia, asset teoricamente pro inflazione.
Il peso complessivo dell’azionario presenta comunque un bias USA, anche se non così esagerato come in altri portafogli vista la presenza di un 32% di azionario globale ex USA e emergente. Passando al reddito fisso non ci sono grandi commenti da fare. I 20 punti vengono tutti indirizzati alla liquidità, quindi i classici T-Bill che oggi offrono rendimenti superiori al 5%.
No corporate, no bond internazionali, no high yield. Allocazione che appare certamente ideale in momenti storici come questi, ma che non ha beneficiato in passato del bull market del settore dei bond. Se vogliamo criticare questa scelta potremmo dire che si tratta di un ulteriore rafforzamento del fondo di emergenza rinunciando a un po' di rendimento offerto dal premio per il rischio delle scadenze più lunghe.
Il rendimento total return di questo portafoglio impressiona per la sua regolarità. A 5, 10 e 30 anni il rendimento annuo composto è risultato compreso tra il 6,6% e il 7,5%, aggiustato per l’inflazione tra il 2,5% e il 4,6%. Nello stesso arco temporale la volatilità è risultata compresa tra 11% e 14%. Il massimo drawdown è stato del 44%.
Perfect Portfolio: un confronto con altri portafogli celebri
Un confronto con altri portafogli celebri può inquadrare meglio l’andamento del Perfect Portfolio.
L’All Weather Portfolio di Ray Dalio ha fatto peggio a 5 e 10 anni (4% e 5%) mentre a 30 anni ha raccolto il 7,2%.
Il Permanent Portfolio di Harry Brown fa peggio su tutte e tre le scansioni temporali con rendimenti annui compresi tra 4,9% e 6.4% a 30 anni.
Il Golden Butterfly fa peggio a 5 e 10 anni (4,8% e 5.8%), ma a 30 anni recupera terreno (7.5%).
Stretto il confronto con il Couch Potato di Scott Burns che dai 5 ai 30 anni viaggia con rendimenti annui composti compresi tra 6.2% 7.8%.
Il confronto non si può chiudere senza gettare uno sguardo ad un portafoglio obbligazionario e azionario globale 80% azioni, 20% obbligazioni. A 5 anni il rendimento annuo è stato del 8,4%, a 10 anni del 10,1%, a 30 anni del 9%.
Numeri che ovviamente non sono da interpretare come indicazioni per il futuro, ma una conferma che queste asset allocation hanno pregi e difetti che tendono ad azzerarsi, se mantenute con costanza nel lungo periodo.
Naturalmente ogni salto di strategia durante questo arco temporale può provocare effetti collaterali difficilmente misurabili da qualsiasi investitore. Quando si sposa la strategia Lazy va sempre fatto con cognizione di causa consapevoli che il tempo è l'ingrediente essenziale per il buon esito finale dell'iniziativa.
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