Dopo la colossale perdita del 2022, quando il bilancio del Fondo sovrano norvegese si è chiuso in rosso per 151 miliardi di euro, nel primo trimestre 2023 l’ultima riga di conto economico ha beneficiato della ripresa dei mercati azionari globali.
Tra gennaio e marzo lo Statens pensjonsfond Utland ha guadagnato 893 miliardi di corone, pari a circa 78,95 miliardi di euro. Ad annunciarlo è stata la Banca centrale norvegese.
Il Fondo detiene partecipazioni in oltre 9.000 società in tutto il mondo, tra cui Apple, Nestlé, Microsoft e Samsung. In media, il fondo detiene l'1,5% di tutte le società quotate al mondo. Il Fondo investe in società di 70 Paesi “per ottenere -si legge sul sito- un'ampia esposizione alla crescita globale e alla creazione di valore e per garantire una buona diversificazione del rischio”. La maggior parte del Fondo è investita in azioni, parte delle risorse è investita in obbligazioni ed è presente anche una componente in investimenti in immobili e infrastrutture per le energie rinnovabili.
Il rendimento del Fondo sovrano norvegese nel primo trimestre 2023
“La crescita del mercato azionario è stata in gran parte guidata dai titoli tecnologici e da quelli legati ai consumi discrezionali”, ha detto il vice Ceo Trond Grande nel comunicato di presentazione dei conti.
Il valore di mercato del fondo è aumentato di 1.865 miliardi di corone (164,9 miliardi di euro), raggiungendo i 14.294 miliardi di corone nel primo trimestre del 2023 (circa 1.260 miliardi €). Con un utile di quasi 900 miliardi di corone, il rendimento registrato nel primo trimestre dal Fondo sovrano norvegese si è attestato al 5,9%.
Nel corso del primo trimestre gli afflussi, che arrivano in gran parte dai proventi della grande industria norvegese del petrolio e del gas, si sono attestati a 217 miliardi di corone (19,2 miliardi di euro).
Alla fine del trimestre, il 70% del patrimonio era detenuto in azioni, il 27,3% dei fondi era investito in reddito fisso, il 2,4% in immobili e lo 0,1% in infrastrutture per le energie rinnovabili.
Breve storia del Fondo sovrano norvegese
Conosciuto anche come Fondo Petrolifero, il Fondo sovrano norvegese è un fondo di investimento costituito dal governo norvegese nel 1990 per gestire le entrate provenienti dall'industria petrolifera del paese. L'obiettivo del Fondo era quello di creare una fonte di reddito per le generazioni future e di stabilizzare l'economia del paese in caso di fluttuazioni dei prezzi del petrolio.
Cresciuto enormemente negli ultimi tre decenni, nel 1996, il Fondo ha iniziato ad investire all'estero e nel 2005 è stato diviso in due parti, il Fondo Globale e il Fondo per il Petrolio. Il Fondo Globale investe in azioni, obbligazioni e immobili in tutto il mondo, mentre il Fondo per il Petrolio investe nel settore petrolifero norvegese.
Il Fondo è diventato l'investimento più redditizio del mondo grazie alla sua strategia di investimento a lungo termine e alla diversificazione dei suoi investimenti. Nel 2020, il Fondo ha ottenuto un rendimento del 10,9%, il più alto della sua storia. Questo successo è stato raggiunto grazie alla sua strategia di investimento basata su tre pilastri: la sostenibilità, la trasparenza e la diversificazione.
La gestione è affidata alla Norges Bank Investment Management (NBIM), una divisione della banca centrale norvegese.
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