Partenza fulminante di 2023 per quelle borse europee diventate celebri sotto l’acronimo di PIGS. Italia, Grecia e Spagna risultano infatti le borse nella top five dei mercati azionari globali. Con rally superiori al 15% i tre listini europei si stanno prendendo delle rivincite, ma la tendenza in realtà va avanti da oltre un anno. La guerra a quanto pare non ha fato male ai PIGS. Comincio ad analizzare la borsa che in 12 mesi fa ha saputo guadagnare oltre il 20%. Quella greca.
Un solo ETF quotato a Milano, il Lyxor Msci Greece, particolare in quanto contiene un titolo (Coca Cola) con un cap al 35% mentre tutti gli altri possono arrivare al 20%. In realtà il peso effettivo del titolo americano quotato ad Atene al momento è del 15% seguito da Eurobank e Hellenic Telecom al 10%. Le prime 10 azioni in portafoglio pesano per l’80% del totale evidenziando il rischio concentrazione che spiega anche i forti sbalzi (positivi e negativi) ai quali è soggetto questo listino. I finanziari rappresentano un terzo del totale seguito da ciclici e non ciclici con il 15% ciascuno. L’indice greco è particolare anche perché ancora oggi catalogato negli azionari emergenti europei. Negli ultimi 5 anni la performance è stata del 33% con una volatilità del 21%.
Viaggiando solo virtualmente da una parte all’altra del Mediterraneo arriviamo alla borsa di Madrid. Replicabile con l’ETF Amundi Msci Spain, negli ultimi 5 anni la performance è stata decisamente più deludente con un incremento di valore di appena il 10%. Come per l’ETF greco la concentrazione la fa da padrona con soli 19 titoli presenti all’interno dell’ETF e Iberdrola e Santander a fare la parte del leone con il 35% del portafoglio in due. Le prime 10 azioni occupano l’85% di peso complessivo.
Il settore finanziario rappresenta un terzo del totale confermando un bias esposto al mondo bancario come per la Grecia. Volatilità della borsa spagnola però decisamente più contenuta rispetto a quella della borsa greca con un valore annuo del 15%.
Torniamo dentro i confini nazionali per scoprire che in realtà è invece la borsa italiana quella più ballerina del lotto. Con una volatilità del 25% il Lyxor FtseMib a 5 anni fa meglio di tutti con un guadagno che sfiora il 40%. Maggiore diversificazione (sono 40 le azioni e le prime dieci rappresentano il 70% del totale), ancora una volta scopriamo che i finanziari occupano un terzo del paniere confermando che i PIGS sono paesi ad alto tasso di dipendenza dalle sorti del settore bancario. Alle spalle di Enel, sono Intesa e Unicredit i big di una borsa italiana che può essere investita anche con altri emittenti come iShares, Xtrackers, Amundi.
Il grafico riporta l’andamento dell’ETF che investe sulla borsa greca e spagnola. Non sembrano esserci molti dubbi sul fatto che il momento è cruciale. Per il listino greco siamo alla potenziale formalizzazione di un testa e spalla rialzista. Per quello spagnolo di nuovo è assalto alle resistenze che dal 2015 contengono il tentativo di risalita della borsa iberica. Un break verso l’alto sarebbe una vera e propria iniezione di fiducia per listini già ben comprati. Il 2023 è l’anno della rinascita dei PIGS?