Si chiama Nasdaq 100, ma in realtà potremmo chiamarlo Nasdaq 8. Osservando la composizione dell’indice Nasdaq scopriamo infatti che il processo di adeguamento dell’indice cap weighted (del ribilanciamento recente abbiamo parlato in questo articolo, Ribilanciamento Nasdaq 100, effetti su chi investe in ETF), ovvero basato sulla capitalizzazione di mercato delle azioni, ha creato una decisa concentrazione su poche società. Le ultimi rilevazioni ci dicono che Microsoft pesa il 12%, Apple il 12%, Amazon il 6%, Nvidia il 5%, Alphabet Google il 7% (con due classi A e C), Meta il 4% e Tesla il 3%.
Il 50% del portafoglio è concentrato in appena 8 società. Colossi che fanno parte anche dell’indice S&P500 (che per oltre un terzo è coperto da società quotate al Nasdaq).
Quando acquistiamo un ETF che replica l’indice Nasdaq 100 (il più celebre è il QQQ di Invesco), dobbiamo essere consapevoli dell’esposizione che avremo non solo a un indice, ma anche a queste società che una volta sarebbero stata definita growth.
Lanciato nel 1985, l’indice Nasdaq 100 ha raggiunto livelli di concentrazione mai visti prima; in parte questo viene anche spiegato dalla centralità che riveste oggi la tecnologia rispetto a 30 anni fa quando il settore era una nicchia di mercato composta da società medio piccole, spesso con business instabili.
Ma l’ingresso di nuove società nel club non è precluso. Il caso di Nvidia è esemplare. Con una crescita di prezzo vertiginosa Nvidia ha superato la capitalizzazione del miliardo di dollari superando Meta e Tesla in questa speciale classifica.
L’indice nel corso della sua esistenza ha perso pezzi pregiati. Come quello di Yahoo, oppure di Intel e Cisco oggi decisamente ridimensionate quanto a importanza.
Nonostante questa evoluzione il Nasdaq dal 1985 ha accumulato un rendimento annuo composto del 8,1%. I 1000 dollari acquistati in quell’anno si sarebbero trasformati in oltre 20 mila (dati a fine settembre 2023).
Investire sul Nasdaq con gli ETF
Sul mercato italiano sono quotati diversi ETF che investono sull’indice Nasdaq 100. Invesco, iShares e Lyxor hanno ETF che replicano il Nasdaq 100 con capitalizzazione superiore al miliardo di euro. Amundi, come le altre tre case, offre una versione di replica eur hedged per chi volesse eliminare la variabile cambio. Singolare che nessuno offra al momento la versione allargata del Nasdaq 100, quel Composite che salì agli onori della cronaca durante lo scoppio della bolla speculativa sulle dot com.
Il Nasdaq 100 è ormai diventato un indice globale a tutti gli effetti e non può nemmeno essere definito un esclusivo settoriale visto che al suo interno troviamo società come Amazon e Tesla che sconfinano nel mondo del commercio e dell’automobile. La dignità di tassello di una ideale asset allocation di portafoglio per qualsiasi investitore è guadagnata. Attenzione solo alla concentrazione delle singole società nelle quali si investe, spesso replicata in tanti altri ETF molto diffusi.