Il dollaro ha ritrovato vigore dopo mesi di relativa stabilità. Merito soprattutto delle speculazioni che il mercato sta facendo sulla fine anticipata delle politiche monetarie ultra espansive della Federal Reserve. Il dato sulla disoccupazione americana è stato estremamente confortante a luglio. Quasi un milione di posti di lavoro creati. Tasso di senza lavoro sceso al 4,5%. E così, con un tasso di inflazione sopra il 5%, la normalizzazione del mercato del lavoro crea le premesse per una exit strategy dall’attuale politica monetaria.
Tapering prima e rialzo tassi poi preludono a rendimenti obbligazionari più alti per effetto della minor domanda di acquisto da parte della FED. E se i rendimenti, soprattutto reali, risalgono il dollaro si apprezza. EurUsd è ritornato sull’importante fascia di supporto di 1.17 e gli analisti tecnici definiscono critico questo livello. Un suo sfondamento verso il basso aprirebbe le porte ad allunghi ben più corposi.
3 ETF per per guadagnare da rafforzamento dollaro
Ho così pensato di elaborare un pacchetto di ETF che potrebbe trarre giovamento dal rafforzamento della valuta americana essendo composto da asset obbligazionari emessi in dollari, quindi con rischio cambio aperto. Lo scopo è quello di arrivare ad un livello medio di yield to maturity del 2,5% lordo diversificando le fonti di rendimento tra titoli di Stato e corporate.
Il primo ETF proposto investe in titoli di stato americani ed è il Vanguard USD Treasury Bond (ISIN IE00BZ163M45). Sulla base dell’ultima scheda mensile disponibile il rendimento a scadenza del portafoglio è di poco inferiore al 1% con duration di 6,8. A questo ETF attribuisco un peso del 40%.
Il secondo ETF proposto investe invece in strumenti di debito corporate cosiddetti fallen angels. Società declassate da investment grade a junk bond per effetto di un recente taglio di rating. L’ETF Invesco US High Yield Fallen Angels (ISIN IE00BD0Q9673) per una duration di poco superiore a 5 offre un portafoglio con rendimento a scadenza del 3,5%. L’86% delle società ha rating doppia B e tra gli emittenti più celebri troviamo Royal Caribbean, Macy’s, American Airlines. A questo ETF attribuisco un peso del 30%.
Il terzo ETF si sposta sui mercati emergenti sempre con l’accortezza di avere un rischio cambio 100% dollaro americano. Anche qui la scelta ricade su Vanguard con l’ETF USD Emerging Markets Government Bond (ISIN IE00BZ163L38). Per una duration di 7.6 il paniere di titoli composto esclusivamente da bond governativi o paragovernativi emessi nei paesi emergenti offre un rendimento a scadenza del 3,7% con un rating medio di BBB-. Come nel caso dell’ETF di Vanguard che investe su titoli di Stato americani, per l’investitore italiano anche questo ETF che investe su bond emergenti ha una larga fetta di plusvalenze tassate al 12,5%. A questo ETF attribuisco un peso del 30%.
Il risultato finale con questi pesi indica in 2,6% il rendimento medio a scadenza incorporato negli strumenti, con una volatilità nell’ultimo anno pari a 6,5%. Per chi volesse investire in dollari ricercando un po’ di rendimento aggiuntivo, ovviamente pagando pegno sul rischio, questa soluzione potrebbe rappresentare una prima base di ragionamento dalla quale partire con strumenti low cost. Il costo finale di questo mini portafoglio in ETF è infatti di soli 0,24 centesimi di euro all’anno.