Il settore delle biotech da sempre è considerato una costola delle multinazionali del settore farmaceutico. La pandemia ha messo ancora più in evidenza società esclusivamente biotecnologiche come Moderna in contrasto con giganti del mondo health care come Johnson & Johnson o Pfizer. Gli investitori spesso pensano che il premio al rischio offerto dal comparto biotecnologico è superiore a quello di un settore decisamente più difensivo come quello dell'assistenza sanitaria. Sulla base delle analisi che ho condotto su due ETF quotati in Italia non è così.
Biotecnologie o assistenza sanitaria tradizionale: chi preferire?
I due strumenti ideali per investire nel settore americano del biotech e dell’health care sono Invesco Nasdaq Biotech e SPDR US Health Care Select Sector, per caratteristiche di capitalizzazione, liquidità e indice sottostante. Oltre 700 milioni di dollari di capitalizzazione il primo, più di 250 il secondo, i due ETF permettono di investire in uno dei settori più sotto la lente negli ultimi mesi a causa della pandemia di Covid-19.
Osservando le performance a 12, 24 e 36 mesi notiamo però una certa analogia nell’andamento. A 1 anno i risultati sono assolutamente identici, a 2 anni il biotech va avanti di 7 punti percentuali, mentre a 3 anni il biotech è indietro del 6%.
Biotecnologie o assistenza sanitaria: la discriminante è la volatilità
Quello che cambia in maniera rilevante è la volatilità. Mentre l’ETF di SPDR ha una volatilità annua del 14%, quello di Invesco arriva al 24%. Va da sé che la performance corretta per il rischio indica nello strumento di SPDR la scelta migliore finora per l’investitore.
Andando più nel dettaglio di questi ETF notiamo subito che la prima azione di Invesco è proprio Moderna con un peso del 13%. Segue Gilead (7%) e Amgen (7%). Interessanti da analizzare anche i numeri dei cosiddetti fondamentali.
Essendo un ETF growth, non stupisce che il rapporto prezzo utili è negativo (le attese a 12 mesi indicano un valore sopra 60) mentre il price to book value è di 6. Ecco due elementi che ogni investitore non dovrebbe trascurare. Chiudiamo con le informazioni di costo dell’ETF (0,4%) la cui replica è sintetica.
Passiamo adesso all’ETF di SPDR. Come detto qui andiamo sul tradizionale con le prime cinque società che fanno capire molto della composizione. J&J, Unitedhealth, Pfizer, Abbott, e Merck rappresentano dei colossi farmaceutici e della cura della persona in generale. L’ETF è composto da poco più di 60 società con un rapporto prezzo utili di 18 e price to book value pari a 5. La replica di SPDR è fisica con un prezzo molto conveniente (0,15%) se consideriamo che stiamo parlando di un settoriale.
In conclusione possiamo quindi dire che il biotech rappresenta ancora oggi un’alternativa al tradizionale settore farmeceutico molto costosa in termini di rischio (e di prodotto). Per chi crede in questo settore, un’esposizione bilanciata con un 20/30% di biotech da affiancare al tradizionale health care può essere una soluzione adeguata per bilanciare rischio e rendimento.