Pil grande uguale grandi guadagni in Borsa? Nell'articolo di oggi andiamo a sfatare, confermare o semplicemente verificare il mito che vuole grandi prestazioni in Borsa per quelle economie considerate grandi. Molto spesso infatti gli investitori tendono a guardare il Pil come indicatore affidabile per prevedere le future performance di Borsa.
Paesi ricchi vs Paesi poveri: la sfida in Borsa
Privilegiando geograficamente i Paesi più importanti si tende a tralasciare il sempre importante fattore della diversificazione. Per fare questo ho selezionato dal database della Banca Mondiale le prime 15 economie per Pil in dollari alla fine del 2020. Ai primi cinque posti troviamo Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania e UK. Dall’undicesimo al quindicesimo posto troviamo Russia, Brasile, Australia, Spagna e Messico.
A questo punto ho individuato per ogni Paese l’ETF quotato in Italia con replica passiva dell’indice locale di riferimento. Dove non presente mi sono appoggiato a ETF con sottostante l’indice MSCI. Infine ho diviso in pesi identici i cinque ETF per ogni blocco, il top 5 e il bottom 5.
A livello individuale i primi cinque posti per performance nell’ultimo anno sono stati occupati da Russia, Messico, Germania, Stati Uniti e UK. Dati all'8 dicembre 2021, le performance annue hanno oscillato tra il 40% del Lyxor Russia e il 18% di iShares Core Dax. Brasile e Spagna i due ETF in coda con meno 10% e + 4% di performance negli ultimi 12 mesi.
A livello di portafoglio i bottom five nell’ultimo anno non sono stati la scelta migliore. La performance cumulata dei 5 Paesi con Pil più basso è risultata del 73%. Il portafoglio dei top five ha fatto registrare una performance superiore al 100%, un +30% rispetto ai bottom 5 che già ci fa capire come gli ultimi 12 mesi si è avuto riscontro alla teoria del grande è meglio.
Ma a distanza di 5 anni cosa succede? Le cose non cambiano. Ai primi cinque posti troviamo USA, Russia, Cina, Giappone e Germania con performance comprese tra 114% e 42%. Abbiamo una conferma. Il medio periodo sembra dare maggiori soddisfazioni ai Paesi a più alto Pil. Brasile e Spagna chiudono la fila con performance veramente deludenti negli ultimi 5 anni, rispettivamente il -4% e l’8%.
In Borsa investire sui Paesi più grandi rende di più
E la sfida dei due portafogli? Conferma totale del risultato dell’ultimo anno. Il portafoglio dei Paesi a più alto Pil ha realizzato una performance media equipesata del 68%. Il portafoglio con i Paesi a Pil più ridotto a distanza di 5 anni ha raccolto una media cumulata del 26%.
Cosa ci dicono quindi questi numeri? Apparentemente ci dicono che investire nelle economie più grandi è strutturate del mondo è stata la scelta migliore degli ultimi anni. Non va però sempre così e un orizzonte più ampio potrebbe per alcuni di questi paesi mettere in discussione il risultato.
Ogni previsione sul futuro di Borsa dei vari indici locali basata su indicatori come il PIL o altre variabili macroeconomiche è abbastanza casuale nel risultato finale con dinamiche spesso inspiegabili. Diversi studi accademici in passato hanno evidenziato la bassa correlazione che sussiste tra performance di borsa e Pil.
Per l’investitore la soluzione ancora una volta è ricercare una buona diversificazione. Vero che la maggiore parte degli indici sono pesati per capitalizzazione di Borsa dei vari Paesi, ma è proprio per questo che utilizzare in maniera intelligente diversi strumenti (senza eccedere) tra loro diversi per geografia e stile può rappresentare un buon metodo di lavoro per costruire un portafoglio di investimento efficiente.