Il mercato degli ETF è stato inondato negli ultimi anni da nuovi prodotti. A volte i nuovi ETF cercano di ridurre all’osso i costi sui principali indici di Borsa come l'S&P 500 o il MSCI World. Altre volte cercano di catturare la fantasia degli investitori con indici tematici. Andando a scavare a fondo nel database degli ETF unici nel loro genere e con una storia superiore a 10 anni, ho scoperto una nicchia di mercato che ha battuto alla grande l’indice azionario globale nonostante il costo decisamente elevato dello strumento di replica. Sto parlando del segmento del private equity e nello specifico dell’ETF di Xtrackers LPX MM Private Equity Swap.
Ma cos’è innanzitutto il private equity? Prendendo la definizione di Borsa Italiana, per private equity si intende una forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita (high grow companies) effettuata prevalentemente da investitori istituzionali con l'obiettivo di ottenere un consistente guadagno in conto capitale dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in Borsa
E il guadagno c’è stato eccome. L’ETF Xtrackers Private Equity (ISIN LU0322250712) è stato lanciato nel 2008 ed ha raggiunto nel corso degli anni una capitalizzazione importante e superiore ai 300 milioni di euro. L'indice replicato è il LPX Major Market che include le 25 società private quotate più liquide di tutto il mondo coperte dall’LPX.
L’ETF è a replica sintetica ed utilizza quindi contratti swap per raggiungere l’obiettivo di performare quanto l’indice. Impresa complicata considerando il costo dello 0,70% all’anno. Una tracking difference (la differenza tra performance dell’ETF e del benchmark) che però oltre a essere negativa è mediamente ogni anno superiore ai costi stessi scoprendo anche qualche inefficienza nel mercato di riferimento e nella gestione dello strumento.
Come detto all’inizio però queste inefficienze sono state ampiamente compensate dalle performance. Guardando i dati al 7 dicembre 2021, negli ultimi 10 anni rispetto al tradizionale ETF iShares MSCI World l’ETF di Xtrackers ha fornito un rendimento annuo composto del 19% contro il 14% del World. Distacco che si mantiene anche a 5 anni (19,5% vs 13%) e a 3 anni (29% vs 17%).
L’ETF è ben diversificato geograficamente con il 55% di Stati Uniti, il 14% di UK e l’11% di Svizzera. Le prime 10 anni società che compongono l’ETF fanno il 75% del portafoglio. I nomi sono quelli di giganti del private equity come Blackstone, KKR, Carlyle e Apollo Management. Fondi di investimento che abbiamo potuto apprezzare anche nel salvataggio o nella ristrutturazione di società italiane nel corso degli ultimi anni. Interessanti ancora oggi i multipli che ci fornisce Xtrackers nella scheda dedicata all’ETF. Il rapporto prezzo utili forward dell’indice è infatti contenuto a 16.
In conclusione possiamo dire che, pur non essendo pubblicizzato come strumento di marketing dai giganti della finanza, l’ETF che investe sul private equity di Xtrackers ha dimostrato di essere un campione di rendimento su ogni scansione temporale dell’ultima decade. Dimenticato ma super performante.