Uno degli aspetti economici che più sta impattando la nostra vita quotidiana negli ultimi mesi è sicuramente il fenomeno dell’inflazione. In realtà, come spesso accade in questi casi, i media tendono ad amplificare la notizia. Il dato pubblicato dall’ISTAT a marzo 2022 ci dice che i prezzi al consumo sono saliti del 6,5% su base annuale.
Un dato sicuramente impressionante che però va contestualizzato in un periodo un po' più ampio per comprendere se effettivamente i nostri soldi hanno perso così tanto potere d’acquisto. Sotto certi versi la risposta è tranquillizzante. Prendendo come base 100 l’inflazione italiana del 2017, ad oggi il valore è salito a 108,1. Veniamo da anni di numeri inferiori all'1%, addirittura deflazione come quella del 2020, e infatti la crescita complessiva in 5 anni dei prezzi al consumo è stata del 9% per un media annua dell'1,7%. Sotto questo punto di vista, la BCE ha fatto un ottimo lavoro.
Investimenti: ecco quelli che hanno battuto l'inflazione negli ultimi 5 anni
Ma per chi investe l’obiettivo è battere l’inflazione e allora ho cercato le performance degli ultimi 5 anni dei principali asset di investimento per capire chi ha protetto il denaro investito dalla perdita di potere d’acquisto e chi no. Tutti gli ETF analizzati hanno il rischio di cambio aperto.
L’ETF che investe nell’azionario globale negli ultimi 5 anni ha portato a casa un egregio 75%, che perciò indica in 66% il premio ottenuto sull’inflazione. Eccellente risultato battuto solo dall’azionario americano che con un rotondo +100% ha fatto guadagnare ai capitali investiti il 91% sull’inflazione italiana. In Europa, il vantaggio sull’inflazione è stato del 28% seguito dall’azionario pacifico (+24% sopra il CPI italiano) e quelle emergente (+20%). Il peggiore risulta il mercato giapponese con +13%. Grandi gioie anche per i possessori di commodity che nell’ultimo lustro hanno guadagnato il 45% in più dell’inflazione italiana con l’oro poco dietro a +38%.
Vediamo ora il mercato obbligazionario. Grazie al rafforzamento del dollaro solo un investimento in obbligazioni high yield ha permesso di superare l’inflazione di 2 punti percentuali. I bond corporate investment grade hanno perso potere d’acquisto per il 2%, quelli emergenti per l’8%, i governativi globali per il 10%. A chiudere le file la liquidità, che negli ultimi 5 anni ha sommato al -9% di perdita di potere d’acquisto una performance del -2,5%. Scavando un po' più a fondo a dire il vero c’è un settore obbligazionario che ha fatto meglio di tutti ed è quello dei bond indicizzati all’inflazione capaci di portare a casa 4 punti percentuali in più rispetto al CPI.
Nonostante un periodo di modesto indice dei prezzi al consumo anche considerando la fiammata recente, azionario e commodity hanno dimostrato di essere degli eccellenti cuscinetti di protezione garantendo un premio adeguato per contrastare fenomeni strutturali di inflazione più elevata. Il mondo obbligazionario invece non è riuscito a proteggere il capitale investito fatta eccezione per gli investimenti inflation linked.