La notizia del recente piano di Vanguard di ridurre i costi dei suoi prodotti indicizzati per 1 miliardo di dollari entro il 2025 fa piacere agli investitori. Prima di tutto questo significa aumento dei rendimenti dell’investimento senza nessuno sforzo. In seconda battuta la concorrenza sarà costretta a muoversi di conseguenza per tentare di contrastare il colosso del risparmio gestito creato negli anni settanta da John Bogle.
Oltre a questo, viene confermata la politica di Vanguard di essere una società che lavora nell’interesse del suo azionista, ovvero il cliente. I dividendi che distribuisce ai soci sono proprio questo: una riduzione delle commissioni sui prodotti collocati. Diverse polemiche hanno coinvolto la società dopo la morte di Bogle, come prodotti non propriamente in linea con la filosofia del suo fondatore e lo sbarco nel mondo della gestione attiva facevano pensare ad un cambio di rotta del gruppo.
Poi l’annuncio che i costi contano nel successo finale di una strategia di investimento. Nelle ultime due decadi i costi medi di fondi e ETF sono scesi del 50%. Un taglio nell’onerosità di possedere prodotti finanziari che ha permesso agli investitori di estrarre più valore dalle performance dei mercati finanziari.
Costi ETF: il vincitore finale è l'investitore
L’obiettivo di Vanguard è fare ancora di più, abbassando entro il 2025 i costi dei suoi prodotti per un addizionale miliardo di euro. Il dividendo che la società elargirà ai suoi azionisti-clienti è servito.
Non è solo la riduzione delle commissioni il modo per Vanguard di riconoscere ai suoi azionisti un premio di partecipazione, come lo stesso CEO della società ha riconosciuto di recente.
Ottimizzare tutta la catena degli oneri che gravano sui fondi risparmiando su di essi è un ulteriore tassello che ha contribuito a far risparmiare 450 milioni di dollari agli investitori in fondi ed ETF Vanguard dal 2019. Nel 2022 verrà raggiunta quota 650 milioni di dollari. La società può fregiarsi di una percentuale di costi mediamente più bassa dell’83% rispetto al mondo dell’asset management inteso come fondi e ETF nel loro complesso. Dati sintetizzati in un grafico molto interessante trovato in rete e che mostra i costi medi dei principali emittenti di ETF.
La media dell’industria indica oggi in 0,55% il costo medio degli ETF. Pesando questo numero per capitalizzazione scendiamo a 0,18%. La media più bassa sui prodotti presenti in gamma è quella di Vanguard con 0,06% di commissioni annue. SPDR e iShares sono perfettamente allineate alla media di mercato mentre Schawab si conferma tra i provider più a buon mercato. La battaglia sui costi è più viva che mai e il vero grande vincente è l’investitore finale.