Michael Burry vs Cathie Wood. Si direbbe una sfida tra titani degli investimenti, con colui che aveva scommesso contro i mutui subprime del 2008 che adesso punta deciso contro Ark Investment della stock picker di Wall Street. È quanto emerge da un deposito normativo di lunedì 16 agosto, dove Scion Asset Management di Burry possedeva alla fine del secondo trimestre opzioni put per 235.500 azioni di ARK Innovation, per un controvalore di oltre 30 milioni di dollari.
Il protagonista di "The Big Short" ha per diverso tempo affermato che le valutazioni dei titoli tecnologici, su cui Cathie Wood ne ha fatto un cavallo di battaglia, fossero alla lunga insostenibili. L'anno scorso le azioni tech hanno fatto la fortuna degli ETF della 65enne californiana, ma poi hanno perso forza quest'anno con le aspettative inflazionistiche che si sono fatte più minacciose.
Investimenti: Michael Burry vende Tesla
Nel mirino di Michael Burry è finita anche una della più grandi partecipazioni del fondo ARK, ovvero il titolo Tesla. Per diverso tempo la posizione del 50enne di San Josè è stata pesantemente ribassista sulle azioni del produttore di auto elettriche, ma ora le sue scommesse contrarian si sono incrementate fino a 1.075.500 azioni, oltre 200 mila in più rispetto al primo trimestre.
Il gestore di Scion aveva consigliato tempo fa a Elon Musk di vendere azioni per raccogliere capitale, mentre definiva livelli ridicoli quelli raggiunti dalle quotazioni durante il periodo pandemico. Tesla ha perso quota nella Borsa di New York dopo aver raggiunto il record storico a 900 dollari nel mese di gennaio 2021, adesso si colloca sotto 700 dollari. Ieri il titolo è crollato oltre il 4% dopo la notizia che gli Stati Uniti hanno aperto un'indagine formale sul sistema di pilota automatico delle auto aziendali.
ARK Innovation: bisogna ancora investire nel fondo?
L'ETF ARK Innovation ieri ha chiuso la seduta a 116,98 dollari, in calo del 2,60% rispetto al giorno prima. Dai minimi pandemici del marzo 2020 il titolo in un anno aveva quintuplicato il proprio valore, sospinto dalla straordinaria forza dei titoli tecnologici. A partire da febbraio di quest'anno vi è stato un periodo di grande turbolenza nel settore tech, per effetto della crescita improvvisa dei prezzi al consumo che ha fatto lievitare i rendimenti dei T-Note USA a 10 anni fino all'1,74% alla fine di marzo.
Questo ha generato un sell-off che si è riflesso giocoforza sul fondo di Cathie Wood, precipitato bruscamente nei mesi successivi fino al 40% dai massimi. Con il calo nuovamente dei tassi d'interesse e la ripresa delle azioni legate alla crescita, l'ETF si è leggermente ristabilito, sebbene sia lontano dai top di periodo.
Il destino del fondo è legato a doppio filo a quanto succederà nei prossimi mesi in relazione a una serie di variabili quali: il tapering della Fed che potrebbe essere annunciato durante il Simposio di Jackson Hole dei prossimi giorni, la progressione del Covid-19 negli Stati Uniti per via della variante Delta e il quadro politico internazionale con la caduta del Governo afghano e la presa della Nazione da parte dei talebani.