Dopo aver analizzato diverse borse appartenenti ai cosiddetti mercati emergenti e border line tra l’essere emergenti o sviluppati (vedi Israele, I 10 ETF azionari più sottovalutati del mondo: Israele), oggi ci troviamo di fronte al primo mercato azionario sottovalutato secondo le metriche fondamentali, ma appartenente alle borse sviluppate. Quello spagnolo.
Il CAPE della borsa spagnola, quindi quanti anni di utili sono necessari secondo la logica di questo indicatore ideato da Robert Shiller per ripagare il prezzo pagato all’acquisto, è attualmente pari a 15. Secondo Research Affiliates questo numero si riflette in un rendimento atteso dall’investimento nella borsa spagnola a 10 anni del 10,1% con una volatilità di poco inferiore al 20%.
La borsa spagnola è una delle più sottovalutate in Europa
Dopo una perdita del 18% nel 2022 ed un non certo invidiabile -14% in tre anni, la borsa spagnola rimane una di quelle più sottovalutate in Europa. Gli ETF quotati sul mercato italiano sono due con masse amministrate che non superano i 50 milioni di euro. Amundi e Xtrackers gli emittenti.
L’indice Msci Spain, naturalmente in euro, dal 1998 ha sottoperformato l’indice mondiale di oltre due punti e mezzo percentuali. Al 3,3% di rendimento annuo composto di Msci Spain si contrappone infatti il 5,9% del Msci World. La volatilità della borsa spagnola è stata pari al 20% contro il 15% dell’azionario globale.
A favore dell’indice borsistico spagnolo un interessante rapporto tra dividendo e prezzo che sfiora il 4%, un rendimento maggiore di quello offerto dai decennali titoli di stato Bonos. Altro elemento che spiega la sottovalutazione fondamentale della borsa spagnola il rapporto tra prezzo e valore di libro di 1,2, ben al di sotto del 2,8 attualmente annotabile sull’azionario mondiale.
Il motivo di questo indicatore (comunemente noto come price / book value) così basso è la presenza di una quota consistente di azioni bancarie in portafoglio. Il 30% secondo le indicazioni presenti sul sito di Msci, una concentrazione settoriale che viene rafforzata da un altrettanto consistente quota del 27% di utilities. Iberdrola, Santander e BBVA fanno la parte del leone con pesi rispettivamente del 20%, 15% e 10% su tutto il paniere completo, con la sola Inditex (9%) che rompe il dominio dei due settori.
In termini di stile l’indice risulta essere sovrappesato per quello che riguarda il momentum e i low volatility e sottopesato per le piccole capitalizzazioni.
I prodotti offerti sul mercato italiano non sono molti con Amundi e Xtrackers che hanno caratteristiche molto simili e costi inferiori a 0,3% l’anno. Con replica fisica per Xtrackers e sintetica per Amundi che sottoperforma l’ETF tedesco sia a 3 che a 5 anni.
Osservando il grafico, alla sottovalutazione fondamentale per ora non si può abbinare un upgrade tecnico. I ripetuti assalti alla down trend line in essere dal 2008 si sono rivelati infruttuosi. Quando vedremo uno sfondamento verso l’alto delle resistenze tecniche ben visibili nella figura, il CAPE spagnolo sarà un pilastro molto forte sul quale potranno contare gli investitori per ambire a performance importanti nel medio periodo.
I 10 ETF azionari più sottovalutati del mondo: tutte le puntate