Eccoci arrivati all’ultima puntata di questa miniserie dedicata alla sfida tra le materie prime e i loro settori azionari di riferimento. Dopo aver visto all’opera petrolio contro azioni energetiche, oro contro aurifere, bitcoin contro società blockchain, commodity legate all’agricoltura contro aziende agricole, oggi è il turno del mondo legato al settore delle batterie.
ETC vs ETF: Petrolio contro azioni petrolifere
ETC vs ETF: Agricole contro Agribusiness
ETC vs ETF: Bitcoin contro cryptostocks
ETC vs ETF: Oro contro azioni aurifere
Ormai presenti su pc, smartphone e automobili, le batterie sono fondamentali per il processo di elettrificazione di massa con il quale il mondo sta cercando di porre rimedio al cambiamento climatico.
Nonostante la storia relativamente recente, può avere senso confrontare l’ETC di WisdomTree che replica l’andamento del prezzo delle commodity di base per la costruzione delle batterie (WisdomTree Battery Metals), con l’ETF L&G Battery Value Chain forte dei suoi oltre 700 milioni di euro di masse amministrate.
ETC vs ETF: decisamente male l'investimento in commodity
Il nostro confronto può partire dal mese di aprile 2022 e in questo caso è impietoso con l’investimento in commodity. Il -38% è 10 volte tanto il -3% dell’ETF tematico.
Ma cosa contiene l’ETC di WisdowTree? Purtroppo dal sito dell’emittente non sono noti i pesi delle materie prime che comunque sono rappresentate da tutti quei metalli utilizzati nella transizione energetica per costruire infrastrutture attive nel solare, eolico, idrogeno, colonnine di ricarica, auto elettriche. Rame, nickel, alluminio, argento, zinco, platino, oro sono alcune delle materie prime contenute all’interno di un paniere che ha un cap fissato al 40% per una singola commodity.
L’andamento deludente è da ricollegare al non certamente esaltante passo tenuto dai metalli in questi mesi, ma lo stesso indice tematico azionario replicato dall’ETF di L&G (Battery Value Chain) non ha mostrato certamente una grande frizzantezza considerando il -10% rispetto a dodici mesi fa e nonostante un mercato azionario nel suo complesso positivo.
Con un peso del Giappone superiore a quello degli Stati Uniti (25% contro 18%) questo ETF investe in società coinvolte nello sviluppo e produzione di batterie, incluse aziende che estraggono materie prime per la produzione di batterie. Tesla è la prima società in ordine di peso con il 6%, seguita da Nissan, Panasonic e Renault. L’auto ha quindi un peso importante (circa il 40% sono società impegnate nei beni di consumo voluttuari seguiti dagli industriali con il 28%).
Una sfida molto particolare e giovane vista l’età dei due strumenti che per il momento sembra rendere decisamente preferibile la scelta delle azioni tematiche. Obiettivamente non si possono trarre conclusioni significative in questo caso specifico vista anche l’assenza di comprensione della strategia adottata dal gestore nel definire i pesi delle varie materie prime. Meglio lo strumento ETF che investe in azioni e che dalla data del lancio (2018) porta a casa un rotondo +50% investendo in economia reale anche di tipo “old” come quella direttamente collegata al settore automobilistico.