La seconda puntata della sfida tra l’investimento diretto in singole materie prime e società che operano nel settore di riferimento producendo e lavorando le stesse materie prime, fa tappa questa volta nel mondo dell’agricoltura.
ETC vs ETF: Petrolio contro azioni petrolifere
Confrontando l’andamento dell’ETC WisdomTree Agriculture che replica l’andamento del prezzo dei contratti future su mais, caffè, cotone, grano, zucchero, soia, farina di soia e olio di soia con l’ETF iShares Agribusiness che replica l’andamento del prezzo delle più grandi società mondiali impegnate nel settore agricolo, possiamo verificare chi dei due dal 2011 a oggi ha vinto una delle sfide molto particolari che abbiamo deciso di verificare sul campo con questa serie di articoli.
WisdomTree Agriculture vs iShares Agribusiness: chi vince?
I due strumenti sono adeguatamente capitalizzati con oltre 250 milioni di euro di masse per l’ETC e oltre 500 milioni per l’ETF. I costi non sono modesti aggirandosi attorno allo 0,5% annuo, ma soprattutto per l’ETC c’è da aggiungere una componente di costi generata dai vari fenomeni di rolling dei contratti futures sistematicamente adottati per mantenere allineato il prodotto al peso del paniere dell’indice sottostante.
Diciamo subito che a livello di performance, come già visto per il petrolio, investire direttamente in aziende è meglio che investire nelle materie prime. Dal 2011 al 13 novembre 2023 iShares Agribusiness ha raccolto una crescita del 115% contro il -3% del paniere di materie prime replicate da WisdomTree. Nemmeno il livello di rischio rema a favore dell’investimento diretto in materie prime visto che la volatilità è simile per entrambi i prodotti (15%).
Come visto per il petrolio questa dinamica non è stata però confermata nell’ultimo lustro dove gli equilibri sono ribaltati. Investire in commodity agricole infatti negli ultimi 5 anni ha offerto un rendimento cumulato del 66% contro il 31% dell’investimento in azioni del settore.
AIGA, questo il ticker dell’ETF di WisdowTree, ha un’esposizione abbastanza diversificata tra le varie commodity agricole. La soia pesa per il 20% del paniere, seguita da mais (15%), zucchero (14%), caffè (12%).
Per quello che riguarda invece l’ETF di Ishares Agribusiness la sua composizione non è esclusivamente rappresentate da grandi aziende agricole. Troviamo infatti società indutriali per il 21% di peso, società direttamente impegnate nella raccolta e produzione (32%) e aziende che operano nella vendita di beni di largo consumo per il resto. America con il 53% e Giappone con il 15% i due paesi principali, seguiti da Canada, Norvegia e Italia. Tra i titoli più importanti da segnalare Arches Daniels, Corteva, Deere e Nutrien. Molto interessanti le valutazioni visto che il rapporto prezzo utili dell’indice replicato è di appena 8 con un rapporto prezzo di libro di 1,4.
Anche questa seconda sfida conferma l’esito della prima sfida che ha visto protagonista il settore petrolifero. Nel lungo periodo meglio investire direttamente nelle società che operano su un certo settore rispetto all’acquisto della materia prima sottostante. Una dinamica che nel breve periodo ha trovato però una risposta diversa e opposta. Motivo in più per confidare nel ritorno verso la media e preferire l’investimento azionario.