Il mercato azionario dell’Est Europa non ha ancora recuperato i valori del 2007-2008. Possiamo dire che il motivo sia assoggettabile alla svalutazione delle divise locali, ma anche di una composizione particolarmente value del paniere dell’indice di riferimento. Quest'ultimo termine potrebbe essere la chiave del successo dei prossimi anni per i Paesi della parte est del Vecchio Continente.
Paesi Est Europa: come investire con gli ETF
Nella mia analisi non considero la Russia, ma solo la fascia di quei Paesi che stanno tra Mosca e l’area Euro. L’ETF di Lyxor MSCI Eastern Europe ex Russia (ISIN LU1900066462) investe in azioni blue chip di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia inserite nei rispettivi inidici di Borsa nazionali (CTX Czech TradedIndex, HTX Hungarian Traded Index and PTX Polish Traded Index).
Negli ultimi 10 anni la performance annualizzata è stata negativa (-3,6%). Dal 2000 invece è stata positiva (+6,1%). Un deficit notevole verso l’indice MSCI Emerging Market che ha portato a casa un seppur modesto +3,5% annuo negli ultimi 10 anni. La volatilità annua dell’indice est europeo risulta di 25, decisamente più alta rispetto al 17 del tradizionale indice emergente.
Il rapporto rischio rendimento non è così allettante, ma la mean reversion serve proprio a questo. In termini di fondamentali le Borse dell’Est Europa risultano più convenienti rispetto a quelle del MSCI Emerging. Il rapporto prezzo/utili forward è di 12 contro 14 dell’indice generalista. Il Price/book value è di 1,2 contro 2,1.
Ma andiamo all’ETF di Lyxor. Come detto sono Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca a fare la parte del leone. La Borsa di Varsavia copre i due terzi del paniere, Budapest fa il 23%, Praga il 12%. Lo stile è decisamente value visto che il 35% del portafoglio è costituito da titoli finanziari, seguiti al 15% da energetici al 10% dei materials.
La replica dell’indice da parte di Lyxor è di natura sintetica swap based con un costo annuo dello 0,5%: accettabile per un ETF regionale con un patrimonio gestito pari a poco meno di 175 milioni di euro. Più o meno allineato al costo del prodotto il numero di tracking difference, ovvero quanto riesce a replicare l’indice l’ETF: a distanza di 3 anni risulta pari al -1,6% complessivo.
In conclusione possiamo dire che le politiche monetarie ancora ultra espansive di questi Paesi (la sola Repubblica Ceca potrebbe alzare i tassi a breve), il beneficio del Recovery Fund, della ripresa dei Paesi core dell'Eurozona e infine una composizione di stile value, rendono quest’area di investimento non disprezzabile dal punto di vista prospettico. Pesano in negativo un rapporto rischio rendimento non certo eccellente ed un po' di inefficienza del prodotto.