Il settore automobilistico sta subendo radicali cambiamenti. La transizione energetica sta costringendo le compagnie del comparto a profondi rinnovamenti e onerosi investimenti dai ritorni sui quali ancora la visibilità non è elevata.
A questo si aggiunge l'ingresso sul mercato di nuovi player come Tesla o come potrebbe essere in futuro Apple, appartenente ad un settore totalmente diverso. Per non parlare poi della concorrenza cinese a basso costo che, soprattutto nel settore elettrico, comincia a farsi vedere sui mercati internazionali.
Auto elettriche vs tradizionali: gli ETF per investire
Ma facciamo un confronto su due lati della stessa medaglia osservando due ETF: il primo è iShares Electric Vehicles and Driving Technology (ISIN IE00BGL86Z12), sul quale ovviamente più che il tradizionale mondo dell’auto incide tutta la tecnologia elettrica e di guida autonoma che ruota intorno ad esso. Il secondo è Lyxor STOXX Europe 600 Automobiles & Parts (ISIN LU1834983394) dove il focus è l’industria dell’auto tradizionale europea.
Diciamo subito che nell’ultimo anno (dati al 31 gennaio 2022) l’auto tradizionale europea ha fatto meglio del super pubblicizzato settore dell’elettrico. La performance annua dell’ETF di Lyxor ha sfiorato il 30% contro il 10% del prodotto iShares.
Nello strumento che investe nel settore elettrico è ovviamente il peso di Tesla che determina il relativo andamento. Quello che succede al gruppo guidato da Elon Musk a cascata muove tutto il settore anche se nel tempo il peso della società è diminuito.
Il gruppo pesa solo per il 4% sull’ETF, come Nvidia e un punto sopra Ford. Le prime 10 società del settore pesano per il 30% del portafoglio, rendendolo estremamente diversificato per essere un tematico con 89 società presenti.
Tesla proprio nei giorni scorsi ha battuto ancora una volta le stime degli analisti per numero di auto consegnate: 308mila unità contro le 263mila previste. Una crescita su base annua del 70%. Ma le buone notizie per l’elettrico non finiscono qui a dispetto dell’incremento del costo della fornitura di energia.
Azioni società auto elettriche vs tradizionali: quali inserire in portafoglio?
In Cina nel 2021 sono stati venduti circa 3 milioni di auto elettrificate, con i principali produttori locali che hanno raddoppiato la produzione rispetto a un anno fa. Il Dragone è presente nell’ETF con un peso geografico di circa il 3%. Dominano gli USA per il combinato auto-tech con il 44% del totale, seguiti da Giappone, Germania e Corea.
Come detto però l’industria dell’auto tradizionale ha fatto meglio. Più che altro si tratta di un rimbalzo visto che nel 2020 aveva raccolto un misero +5% contro il +20% dell’ETF impegnato sull’elettrico. Il prodotto storico di Lyxor lanciato nel 2006 replica sinteticamente un paniere molto ristretto di case automobilistiche e componentistica. Daimler, Stellantis e Volkswagen fanno assieme il 50% del portafoglio, con Ferrari e BMW a completare un altro 20%.
Chiaramente qui si entra in un settore che integrerà in futuro l’elettrico nella gamma tradizionale e che negli ultimi anni dal punto di vista borsistico, nonostante un 2018 devastante dove la perdita arrivò al 26%, ha saputo offrire una performance complessiva superiore al 40%.
La sfida è aperta e i prossimi anni si saprà chi uscirà vincitore all’interno di un settore fino a poco tempo fa nelle mani di pochi produttori. Un mix tra i due ETF appare la soluzione ideale per chi volesse affiancare tradizione a innovazione.