In un mondo finanziario in rapida evoluzione, le aziende stanno riscrivendo le regole della gestione di cassa. Sempre più imprese, anche lontane dall’universo crypto, stanno scegliendo di allocare una porzione significativa delle loro riserve in Bitcoin.
Un’onda lunga che, in meno di dodici mesi, ha visto una crescita del 170% nella quantità di Bitcoin detenuti dal mondo corporate.
Secondo i dati elaborati da BitcoinTreasuries.net, oggi sono circa 130 le società quotate che possiedono Bitcoin, e le monete possedute da queste entità corrispondono a circa il 3% dell’offerta massima di Bitcoin prevista dal protocollo, pari a un tesoro del valore stimato in 87 miliardi di dollari.
Queste aziende non si limitano a diversificare: alcune si sono trasformate in veri e propri veicoli finanziari dedicati all’acquisto di Bitcoin.

Il caso Strategy: l’apripista
Tutto è cominciato nel 2020, quando Michael Saylor, cofondatore di MicroStrategy, annunciò che l’azienda avrebbe iniziato a investire massicciamente in Bitcoin. Quella che allora sembrava una mossa azzardata si è trasformata in un colpo da maestro.
Ribattezzata “Strategy”, la società ha raccolto capitali emettendo azioni e obbligazioni, acquistando più di 592.000 Bitcoin e moltiplicando la sua capitalizzazione ben oltre il valore degli asset digitali posseduti. Oggi è considerata un modello da imitare.
Saylor ha dichiarato che anche un crollo del 90% del valore di Bitcoin non metterebbe a rischio la sopravvivenza dell’azienda, pur ammettendo che gli azionisti ne uscirebbero penalizzati.
Dopo Strategy, il podio è composto da player puri del mercato crypto come MARA Holdings e US XXI (Twenty One Capital).
Twenty One Capital: l’astro nascente
Dopo una fusione orchestrata nel maggio scorso tra Cantor Equity Partners e una SPAC, Twenty One Capital ha dichiarato apertamente l’ambizione di superare Strategy come principale società quotata dedicata all’accumulo di Bitcoin. Sostenuta da colossi come Tether e SoftBank, ha già acquisito oltre 37.000 Bitcoin e punta a toccare quota 42.000 nei prossimi mesi.
Tesla: ritorno sulle scene
Dopo l’investimento iniziale da 1,5 miliardi di dollari nel 2021, e la successiva vendita del 75% della sua posizione, Tesla è tornata ad accumulare Bitcoin. Con oltre 11.500 unità in portafoglio e una rivalutazione da 600 milioni grazie a nuove regole contabili, l’azienda guidata da Elon Musk rimane uno degli attori principali nel panorama crypto-corporate.
Il Giappone si muove: Metaplanet
Da sviluppatore alberghiero a sostenitore della criptovaluta: la trasformazione di Metaplanet è emblematica. Oggi la società giapponese conta su Eric Trump tra i suoi advisor e ha dichiarato di voler raggiungere i 210.000 Bitcoin entro il 2027. La sua audace strategia ha già ispirato altre aziende minori a percorrere la stessa strada.
Jack Dorsey e Block: Bitcoin come “valuta di internet”
L’ex CEO di Twitter, Jack Dorsey, ha guidato la trasformazione della sua azienda di pagamenti (ex Square) in un baluardo del Bitcoin. Block reinveste il 10% dei profitti lordi mensili derivanti dai suoi prodotti crypto direttamente nell’acquisto di nuovi Bitcoin. Ad oggi, il suo portafoglio conta oltre 8.500 unità.
La strategia d’urto di Next Technology Holding
Nota un tempo come WeTrade Group, la società cinese ha sfruttato gli acquisti di Bitcoin come leva per rilanciare il prezzo delle sue azioni, minacciate dalla sospensione al Nasdaq. Nel primo trimestre dell’anno ha moltiplicato le sue riserve, arrivando a detenere oltre 5.800 Bitcoin.
Gamestop: dalla “meme stock” al crypto player
La catena americana di videogiochi, simbolo della rivolta dei piccoli investitori nel 2021, è entrata nel mondo crypto con un investimento da oltre 500 milioni di dollari. Finanziato da un’emissione privata di obbligazioni convertibili, il suo primo acquisto di Bitcoin risale a maggio scorso, con l’obiettivo di consolidarsi come nuovo attore del settore.
Un trend destinato a durare?
Queste aziende stanno sfruttando un meccanismo che alcuni definiscono “glitch monetario infinito”: raccolta di capitali, acquisto di Bitcoin, aumento del valore di mercato, e nuova raccolta. Tuttavia, le espone all'elevata volatilità dei corsi, al rischio di hacking e c'è poi il problema della tenuta in caso di mercato ribassista prolungato. Il tempo dirà se queste strategie si riveleranno lungimiranti o temerarie.