Proposte in questo senso sono già arrivate in passato, ma questa volta potrebbe essere quella buona per la riforma del voto multiplo maggiorato. In discussione in questi giorni al Senato, si tratta del meccanismo che permetterebbe di assegnare più poteri agli azionisti stabili di un’azienda.
Anche se per ora di riscontri ufficiali non ce ne sono, i ben informati parlano di una modifica sul potere degli azionisti stabili in Assemblea per due o anche per tre volte (ma si sarebbe parlato anche di una moltiplicazione del voto per 10).
Si tratterebbe di una modifica dell’assetto stabilito nel 2014 ed adottato da circa 70 società, che aveva permesso al nostro Paese di superare il principio "one share, one vote". Il meccanismo del voto plurimo nel nostro Paese non prevede una categoria speciale di azioni, rappresenta un premio per l'azionista "fedele" (che non è trasmissibile in caso di cessione delle azioni).
Cosa è il voto multiplo delle società quotate in Borsa
Il voto multiplo è quel meccanismo che consente a determinati azionisti di avere più voti per azione rispetto ad altri. Utilizzato da tempo negli Stati Uniti e in diversi paesi dell’Unione europea, il voto plurimo permette ad alcuni azionisti una maggiore influenza decisionale all'interno di una società rispetto ad altri, nonostante il possesso di un numero di azioni inferiore.
Il funzionamento del voto multiplo può variare a seconda delle politiche specifiche adottate da una società quotata. In genere, le società che adottano il voto multiplo emettono due tipi di azioni: azioni ordinarie e azioni con diritto di voto maggiorato. Le azioni con diritto di voto maggiorato attribuiscono ai detentori di tali azioni un numero di voti superiore rispetto alle azioni ordinarie.
Ad esempio, potrebbe essere stabilito che ogni azione con diritto di voto maggiorato attribuisce due voti, mentre ogni azione ordinaria attribuisce un solo voto. Ciò significa che un azionista che possiede dieci azioni con diritto di voto maggiorato avrà un totale di venti voti, mentre un azionista che possiede dieci azioni ordinarie avrà solo dieci voti.
Il voto multiplo può avere un impatto significativo sulle decisioni prese all'interno delle società quotate. Le società possono adottare il voto multiplo per vari motivi, tra cui la protezione dei diritti di voto dei fondatori o di altri investitori strategici. Questo meccanismo consente a determinati azionisti di mantenere un maggiore controllo sulle decisioni aziendali, anche se possiedono una percentuale di azioni inferiore rispetto ad altri investitori.
Come per qualsiasi aspetto delle società quotate, il voto multiplo presenta sia vantaggi che svantaggi. Alcuni degli svantaggi del voto multiplo possono includere una potenziale concentrazione del potere decisionale nelle mani di pochi azionisti e una minore rappresentanza degli azionisti minoritari. Tuttavia, può anche offrire vantaggi come la stabilità, la protezione degli interessi a lungo termine dei fondatori e degli investitori chiave ed agevolare operazioni straordinarie (i cui fondi potrebbero arrivare da un aumento di capitale senza che gli azionisti di riferimento perdano la presa strategica sulla società).
Voto plurimo: focus sul controllo di Assicurazioni Generali
Il mese di luglio si è aperto con la notizia che la Delfin dei Del Vecchio è stata autorizzata dall’Ivass a salire fino al 20% di Assicurazioni Generali (Generali: via libera dell'IVASS, ora Delfin può arrivare al 20%). La nuova normativa sul voto multiplo potrebbe influire pesantemente sugli equilibri del Leone (Generali: ecco come è composto l’azionariato della società).
Secondo una simulazione di MF, che considera i due fronti che si sono dati battaglia in occasione della riconferma di Philippe Donnet, quello formato da Mediobanca, dai fondi internazionali e De Agostini da un lato e quello composto da Del Vecchio, Caltagirone, Benetton e Fondazione CRT dall’altro, nel caso di moltiplicazione per due del voto i primi supererebbero i secondi di circa 6 punti percentuali. Se invece il fattore di moltiplicazione dovesse essere fissato a tre, ed ipotizzando l’adesione esclusiva dei grandi azionisti, i secondi avrebbero l’8% di diritti di voto in più rispetto al team che ha portato alla conferma di Donnet.
Ma attenzione, a far compagnia all’assicuratore di Trieste ci sono diverse altre società, tra cui Telecom Italia e Banco BPM, in cui le nuove norme finirebbero per far crescere il peso degli azionisti esteri come Vivendi e Credit Agricole.
Borsa Italiana: Brembo va in Olanda per sfruttare il voto plurimo
Ultima solo in ordine di tempo, Brembo ha annunciato di voler sottoporre all’Assemblea del 27 luglio la proposta di trasferire la sede legale della Società nei Paesi Bassi, adottando la forma giuridica di una N.V. (Naamloze Vennootschap) regolata dal diritto olandese. Prima di Brembo, decisioni simili erano state prese da Exor e dalle partecipate, Campari, Cementir ed MFE.
Tramite di potenziamento del voto maggiorato ai sensi del diritto olandese a beneficio di tutti gli azionisti, Brembo punta ad “incentivare la stabilità dell’azionariato e la crescita per linee esterne”. “L’operazione consente a Brembo di rafforzare la propria vocazione internazionale e di avvalersi di una solida base per un ulteriore sviluppo su scala globale, preservando al contempo la propria identità italiana e la storica presenza in Italia”. La forma giuridica di una NV consente di beneficiare di un fattore di moltiplicazione fino a 10.
“Il Meccanismo di Voto Speciale prevede – differentemente dall’attuale sistema di Maggiorazione del Voto retto dal diritto italiano – che l’incremento dei diritti di voto per gli azionisti di lungo periodo (i c.d. loyal shareholder) avvenga mediante l’abbinamento di azioni a voto speciale di nuova emissione (le “Azioni a Voto Speciale” o “SVS”) alle azioni ordinarie Brembo (l’“Azione Ordinaria”) detenute dai predetti loyal shareholder”, continua la nota della società bergamasca.
La modifica permetterà a chi conserva i titoli per più tempo di beneficiare di un voto maggiorato. “Il Meccanismo di Voto Speciale prevede – differentemente dall’attuale sistema di Maggiorazione del Voto retto dal diritto italiano – che l’incremento dei diritti di voto per gli azionisti di lungo periodo (i c.d. loyal shareholder) avvenga mediante l’abbinamento di azioni a voto speciale di nuova emissione alle azioni ordinarie Brembo detenute dai predetti loyal shareholder”.