Circa 6,3 miliardi euro: a tanto ammonta, secondo le stime, il patrimonio lasciato in eredità da Silvio Berlusconi. Il cuore di tutta la ricchezza è rappresentato dalla Fininvest, la finanziaria di famiglia che rappresenta il motore dell’impero costituito dall'ex presidente del Consiglio.
All’interno della Fininvest troviamo il 50% di MFE-MediaForEurope (la scomparsa del fondatore ha fatto scattare il titolo sulle ipotesi di un riassetto, MFE: quali attese sull'azione in Borsa dopo la morte di Berlusconi?), il 53,3% di Mondadori, il 30% di Mediolanum ( Banca Mediolanum: ecco come è composto l’azionariato della società) e la totalità della squadra di calcio del Monza e nelle quote del Teatro Manzoni.
MFE attualmente capitalizza 1,72 miliardi (860 milioni pro-quota), Mondadori 526 milioni (280,4 milioni) e Mediolanum vale 6,14 milardi (2,05 miliardi). Da MFE e da Mediolanum arrivano, sotto forma di cedole, le risorse necessarie al funzionamento di tutto il patrimonio di Berlusconi.
Patrimonio Berlusconi: quale futuro per Fininvest?
Per provare a capire quello che sarà il futuro di Fininvest occorre andare a vedere da chi sono detenute le quote della cassaforte:
- a Silvio Berlusconi è riconducibile il 61,2% del capitale;
- i figli del primo matrimonio, Marina e Piersilvio, possiedono ognuno il 7,65% (15,3% combinato);
- i tre figli avuti da Veronica Lario, Barbara, Eleonora e Luigi, sono titolari in forma paritetica di H14, che possiede il 21,42% delle quote;
- circa il 2% del capitale è rappresentato da azioni proprie detenute da Fininvest.
Quindi, nel caso in cui la quota del patriarca dovesse essere divisa in maniera paritaria, Marina e PierSilvio salirebbero al 19,89% mentre i tre figli più giovani vedrebbero la quota accrescersi al 19,38%.
“Con profondo dolore e sincera partecipazione la Fininvest ricorda il proprio fondatore, Silvio Berlusconi. La sua forza creativa, il suo genio imprenditoriale, la costante correttezza dei comportamenti, la straordinaria umanità sono sempre stati patrimonio inalienabile della società, come delle aziende del gruppo. E tale patrimonio resterà alla base di tutte le nostre attività, che proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto”, si legge sul sito della holding. Vediamo quali sono gli altri elementi facenti parte del patrimonio lasciato da Silvio Berlusconi.
Patrimonio Berlusconi: l’immobiliare
Dal fronte immobiliare, il patrimonio di Berlusconi prevede la holding Dolcedrago, della quale il Cavaliere deteneva il 99,5% del capitale (il restante 0,5% è appannaggio, in maniera paritaria, di Marina e PierSilvio).
Il patrimonio in questo caso è divisibile in due grandi rami:
- quello delle case di residenza (Arcore, Villa Macherio, Villa Zeffirelli, ecc.), che potrebbe valere tra i 100 ed i 150 milioni;
- quello delle ville per le vacanze (Porto Rotondo, Cannes, ecc.) e degli altri investimenti immobiliari, il cui valore potrebbe attestarsi a mezzo miliardo di euro.
Residenza da quasi 50 anni, Villa San Martino ad Arcore, vanta 3.500 metri quadrati ed è a soli 6 km di distanza da Villa Macherio, comprata all’asta nel 1988 dalla Provincia di Milano. Villa Zeffirelli, sull’Appia Antica, negli ultimi anni aveva assunto il ruolo di quartier generale romano.
La mega residenza di Porto Rotondo, all’unanimità considerata il gioiello della corona, è valutata 260 milioni di euro e, ai tempi della premiership era stata classificata come “sede alternativa di massima sicurezza per l’incolumità del presidente del Consiglio”. “La Lampara” di Cannes, acquistata dall’ex moglie di Paolo Berlusconi, è in vendita (il valore di bilancio si attesta a 8,1 milioni). Di proprietà della Dolcedrago ci sono anche altre unità immobiliari in Lombardia, nel Lazio ed in Sardegna.