La ridefinizione delle catene di approvvigionamento, che poggia sia su basi geopolitiche che su motivazioni pratiche, sta ridisegnando le forniture di Apple. Se fino a qualche tempo fa la Foxconn di Shenzhen era il simbolo della produzione di device brandizzati da Cupertino, da qualche tempo la società guidata da Tim Cook sta puntando forte sull'altro gigante asiatico, l’India.
Gli ultimi dati diffusi dal Ministero del Commercio del Subcontinente hanno evidenziato che nell’anno fiscale terminato a marzo le esportazioni di smartphone sono raddoppiate passando da 5,4 a 10,9 miliardi di dollari. La metà del dato complessivo, che beneficia del piano di aiuti da 6,6 miliardi di dollari varato dal governo per attrarre le major del settore, è stato rappresentato da iPhone, un dato doppio rispetto a 12 mesi prima.
La produzione di smartphone della mela morsicata è sia rappresentata da imprese locali e sia da società cinesi, come la stessa Foxconn, o come le taiwanesi Wistron e Pegatron, che hanno realizzato impianti produttivi in India. “In India viene prodotto il 5% del totale degli iPhone, nel 2020 questa percentuale era inferiore al punto percentuale”, ha rilevato l’Economic Times. Entro il 2025, Apple prevede di realizzare in India il 25% della produzione di iPhone.
Apple: il visore spinge la maket cap verso i 3 mila miliardi
Di Apple, ovviamente, nelle ultime sedute si è parecchio parlato a seguito della presentazione del nuovo visore per la realtà virtuale e aumentata. Nell’ambito della conferenza annuale degli sviluppatori, la società ha presentato il tanto atteso visore che consente un’esperienza a metà tra il mondo virtuale e quello reale.
Trattandosi di un prodotto innovativo e di nicchia, la prima versione costa 3.500 dollari (ma a breve potrebbero arrivare versioni più economiche), il prodotto ha finito per attirare le inevitabili critiche (Elon Musk ha evidenziato che per alterare la realtà bastano i 20 dollari necessari ad acquistare funghetti allucinogeni mentre la rivista Wired lo ha definito “uno dei rari passi falsi di Apple”), si tratta di un prodotto che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era di device. Non a caso, in scia della presentazione del visore la capitalizzazione di mercato di AAPL, per la prima volta da inizio 2022, è tornata a sfidare la soglia-monstre dei 3 mila miliardi di dollari (2,89 mila miliardi al 13 giugno).
Azioni Apple: puntiamo su nuovi rialzi
Superati i top di fine dicembre 2021 e di inizio gennaio 2022, il titolo Apple, che a inizio gennaio quotava in area 125 dollari e che ora scambia sopra i 180, nell’anno corrente ha potuto fare affidamento sulla trendline ottenuta dai minimi segnati il 10 gennaio ed il 10 marzo.
A questo punto, con un settore hi-tech spinto dall’hype creato dall’intelligenza artificiale, il primo obiettivo è rappresentato dal top di seduta toccato a 185 dollari (184,95$) lo scorso 5 giugno, la data in cui è stato presentato il visore (lunedì 12 gennaio il titolo ha chiuso a 183,81$). Nel caso di superamento, focus sul livello statico dei 190 dollari.
L’attuale situazione grafica, l’indice RSI si attesta a 72 punti, potrebbe favorire un ritracciamento in direzione della trendline gennaio-marzo: un approdo a 180 dollari potrebbe essere sfruttato per un trade al rialzo con obiettivi a 187 ed a 192 dollari. Lo stop loss potrebbe essere fissato abbondantemente sotto la linea di tendenza dinamica a 170 dollari.
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