Il colosso farmaceutico svizzero Novartis ha appena annunciato un ambizioso piano di investimenti da 23 miliardi di dollari destinato agli Stati Uniti. L’obiettivo della società è quello di rafforzare la propria capacità produttiva e la presenza nel mercato USA attraverso la costruzione e l’espansione di dieci impianti nel Paese.
La decisione arriva in un contesto di crescente incertezza, alimentato dalle minacce dell’amministrazione Trump di introdurre dazi sulle importazioni di farmaci. Vediamo i dettagli.
Novartis: nuove strutture e ampliamenti in USA per potenziare la filiera
Il progetto prevede la realizzazione di sei nuovi impianti produttivi, alcuni dei quali dedicati alla produzione di ingredienti farmaceutici attivi. Inoltre, è in programma la creazione di un centro di ricerca e sviluppo all’avanguardia a San Diego, in California.
Queste iniziative si affiancheranno agli attuali 33 siti produttivi distribuiti a livello globale da Novartis, dove vengono sviluppati farmaci di punta come Entresto per l’insufficienza cardiaca e Kisqali per il trattamento del cancro al seno.
I nuovi investimenti avranno un impatto significativo sul fronte occupazionale. Secondo le previsioni dell’azienda, nei prossimi cinque anni saranno generati oltre 1.000 posti di lavoro per professionisti qualificati come ingegneri e ricercatori, oltre a circa 3.000 impieghi legati alla costruzione e al supporto operativo.
Nonostante la spinta politica a favore del "reshoring" produttivo, il percorso per costruire nuovi impianti farmaceutici negli Stati Uniti è tutt’altro che semplice. Secondo il gruppo industriale PhRMA, la realizzazione di un sito produttivo può richiedere tra i 5 e i 10 anni e fino a 2 miliardi di dollari, soprattutto a causa delle severe normative.
Le tariffe statunitensi non sono la motivazione principale
L’annuncio di Novartis arriva poco dopo le dichiarazioni del presidente Donald Trump, che ha preannunciato l’introduzione imminente di dazi significativi sui farmaci importati. Queste affermazioni hanno provocato turbolenze nei mercati, con ripercussioni negative sul valore delle azioni in Borsa di molte aziende del settore.
Tuttavia, il CEO di Novartis, Vas Narasimhan, ha chiarito che sebbene le tariffe rappresentino una sfida, non sono la motivazione principale dietro l’investimento. La strategia, ha spiegato, mira a produrre direttamente negli Stati Uniti i farmaci destinati al mercato americano, riducendo così la dipendenza dalle importazioni.
Novartis ha dichiarato di voler consolidare la propria posizione tra i principali attori del settore farmaceutico statunitense, il più grande al mondo. Questa visione si inserisce in una più ampia strategia incentrata sugli Stati Uniti, già adottata da altri rivali come Eli Lilly e Johnson & Johnson. In particolare, Eli Lilly ha di recente annunciato un investimento da 27 miliardi di dollari in nuovi stabilimenti in USA entro i prossimi 5 anni.