La stagione delle trimestrali USA tutto sommato è iniziata con il piede giusto.
JP Morgan Chase, Wells Fargo e Morgan Stanley hanno da poco presentato i conti relativi ai primi tre mesi del 2025, riportando risultati nel complesso superiori alle aspettative. Da segnalare che
le attività dell'investment banking e del trading hanno avuto la meglio su quella più tradizionale che trae profitto dal margine di interesse. In particolare, il trading è stato avvantaggiato dall'aumento della volatilità conseguente all'insediamento alla Casa Bianca del presidente
Donald Trump. Ma vediamo nel dettaglio per ogni banca come è andata.
La trimestrale di JP Morgan Chase
JP Morgan Chase ha riportato entrate nel trimestre di marzo per 46,01 miliardi di dollari, in crescita di circa l'8% rispetto ai 41,94 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2024, ma soprattutto oltre le aspettative degli analisti, fissate a 44,11 miliardi di dollari. A 14,64 miliardi di dollari, l'utile netto ha registrato una crescita anno su anno di circa il 9%. In versione diluita, l'utile per azione è risultato di 5,07 dollari, oltre i 4,44 dollari del periodo gennaio-marzo 2024 e i 4,61 dollari del consensus.
L'Amministratore delegato della banca, Jamie Dimon, ha esaltato gli ottimi risultati, in particolare nel trading, nel consumer banking e nella gestione patrimoniale. Tuttavia, ha avvertito che "l'economia sta affrontando notevoli turbolenze, con i potenziali aspetti positivi della riforma fiscale e della deregolamentazione e i potenziali aspetti negativi dei dazi e delle guerre commerciali, dell'inflazione persistente, degli elevati deficit fiscali e dei prezzi degli asset e la volatilità ancora piuttosto elevati".
Per questo ha sottolineato che l'azienda deve essere preparata a "un'ampia gamma di scenari". Le
azioni JP Morgan Chase sono in salita di oltre l'1% prima dell'apertura delle contrattazioni a Wall Street.
Wells Fargo: i risultati trimestrali
Wells Fargo ha realizzato ricavi per 20,15 miliardi di dollari, in calo di circa il 3% rispetto al primo trimestre 2024. Gli analisti si aspettavano entrate per 20,75 miliardi di dollari. A penalizzare gli introiti della banca è stato il reddito netto da interessi, costituente l'attività principale dell'azienda, che è sceso del 6% su base annua a 11,50 miliardi di dollari.
I proventi non da interessi - che includono le commissioni di investment banking, le commissioni di intermediazione e le spese di consulenza - invece sono aumentati dell'1% a 8,65 miliardi di dollari rispetto agli 8,54 miliardi dello scorso anno. Il reddito netto però è salito di circa il 6% anno su anno a 4,89 miliardi, contro i 4,62 miliardi di dollari di un anno fa. Da segnalare che Wells Fargo ha riacquistato 44,5 milioni di azioni proprie, per un valore di 3,5 miliardi di dollari, nel primo trimestre.
Come Dimon, anche il CEO di Wells Fargo, Charlie Scharf, ha acceso un monito sull'incertezza dell'economia derivante dalla politica commerciale dell'amministrazione Trump. "Sosteniamo la volontà dell'amministrazione di esaminare gli ostacoli al commercio equo per gli Stati Uniti, anche se ci sono certamente rischi associati a tali azioni significative", ha affermato.
"Una risoluzione tempestiva che vada a vantaggio degli Stati Uniti sarebbe positiva per le imprese, i consumatori e i mercati. Prevediamo una continua volatilità e incertezza e siamo preparati a un contesto economico più lento nel 2025, ma l'esito effettivo dipenderà dai risultati e dalla tempistica dei cambiamenti politici". Le
azioni Wells Fargo crescono dello 0,75% nel pre-market di Wall Street.
Morgan Stanley: i dati del trimestre
Morgan Stanley è tra le tre banche quella che ha registrato una maggiore crescita, grazie soprattutto a un balzo del 45% su base annua dei ricavi del trading azionario, aiutati dall'aumento della volatilità globale. Nel primo trimestre 2025, le entrate dell'azienda di credito sono salite del 17% a 17,74 miliardi di dollari rispetto ai 15,14 miliardi registrati nel trimestre chiusosi al 31 marzo 2024. Gli analisti si aspettavano ricavi per 16,58 miliardi di dollari. L'utile netto ha evidenziato un +26% a 4,32 miliardi di dollari mentre l'EPS, a 2,60 dollari, ha battuto le stime di 40c.
"Questi risultati dimostrano la costante attuazione della nostra chiara strategia per promuovere una crescita duratura in tutta la nostra presenza globale", ha affermato il presidente e Amministratore delegato
Ted Pick. Il
titolo Morgan Stanley sale di circa 0,7 punti percentuali prima del suono della campanella alla Borsa americana.