In attesa dei tanto attesi dati di Nvidia, appuntamento che animerà Wall Street e i mercati internazionali nelle prossime ore dopo la chiusura delle contrattazioni odierne, i mercati azionari hanno vissuto una giornata positiva.
Grazie alle speranze di una tregua del conflitto in Ucraina, ai buoni input giunti dalla stagione delle trimestrali e da un sentiment propositivo, le Borse europee hanno chiuso la seduta in rialzo. Non di meno è stato per l'indice di riferimento di Borsa Italiana.
A Milano il FTSE Mib ha terminato la quarta seduta della settimana in guadagno dell'1,2%, ben oltre i 39 mila punti. A sostenere le quotazioni è stato in modo particolare il comparto bancario.
Dal punto di vista operativo una conferma dei prezzi sopra questi livelli dovrebbe favorire ulteriori rialzi, prima in direzione dei 39.250-39.300 punti e a seguire i 39.500 punti.
Al contrario segnali di debolezza si avrebbero solo con la violazione dei primi supporti di breve periodo situati sui 37.500 punti, nelle cui vicinanze troviamo l'indicatore daily del Supertrend.
Tra le azioni da monitorare in queste ore torniamo a Wall Street con Eli Lilly, che potrebbe beneficiare dei nuovi investimenti comunicati dall'azienda. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Eli Lilly: punta 27 miliardi su 4 nuovi stabilimenti USA
Mentre il settore farmaceutico deve fare i conti con le minacce di Trump di possibili nuovi dazi, Eli Lilly, uno dei principali player nel settore, ha comunicato di essere pronto a investire almeno 27 miliardi di dollari per costruire quattro nuovi impianti di produzione negli Stati Uniti.
I nuovi investimenti andranno ad aggiungersi agli oltre 23 miliardi di dollari che Eli Lilly ha messo in campo fin dal 2020, per incrementare la sua produzione negli Stati Uniti.
I nuovi impianti saranno costruiti nei prossimi cinque anni e si prevede che creeranno più di 3.000 posti di lavoro per lavoratori qualificati come ingegneri e scienziati, oltre a 10.000 posti di lavoro nell'edilizia.
Nello specifico 3 dei nuovi stabilimenti saranno utilizzati per la produzione di materie prime farmaceutiche, mentre il quarto produrrà farmaci iniettabili.
Come è successo per Apple, che a inizio settimana ha comunicato nuovi investimenti, anche questa volta l'annuncio di nuovi investimenti è arrivato dopo che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha incontrato i dirigenti delle principali case farmaceutiche, tra cui il Ceo di Eli Lilly David Ricks, per discutere delle preoccupazioni riguardanti le tariffe sulle importazioni di farmaci.
Ricordiamo che da quando è entrato in carica, Trump sta esercitando pressioni sulle aziende farmaceutiche con l'obiettivo di trasferire la produzione di medicinali negli Stati Uniti.
Il numero uno di Eli Lilly ha dichiarato che i nuovi piani di investimento contribuiranno a rafforzare l'industria manifatturiera statunitense e che la legislazione sul taglio delle tasse, introdotta durante il primo mandato di Trump, è stata fondamentale per gli investimenti produttivi nazionali della casa farmaceutica.
Azioni Eli Lilly: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si stanno muovendo le azioni Eli Lilly a Wall Street. È un inizio di giornata all'insegna degli acquisti per il titolo Eli Lilly, con le quotazioni che si portano oltre i 914 dollari.
Dal punto di vista operativo il movimento odierno va a rafforzare l'ultima gamba rialzista, innescatasi dai minimi dello scorso mese di gennaio, che avrebbe come prossimi obiettivi i 925-930 dollari e successivamente i top assoluti in area 970 dollari.
Nel caso in cui questi livelli dovessero essere lasciati alle spalle, si avrebbe un deciso rafforzamento del quadro grafico, con possibili ulteriori apprezzamenti verso la soglia dei mille dollari.
In questo quadro costruttivo, eventuali ritorni in direzione degli 840-850 dollari, dove troviamo sia la media mobile di lungo periodo che l'indicatore daily del Supertrend, dovrebbero rappresentare delle nuove occasioni di acquisto.
Al contrario la perdita di questi ultimi supporti dovrebbe aprire la strada a una fase correttiva più marcata, la quale avrebbe come primo target i 750 dollari e a seguire i minimi dello scorso mese di gennaio in area 725 dollari.
Nel caso in cui dovessimo assistere alla violazione di questi ultimi livelli, si avrebbe un primo indebolimento del trend di fondo rialzista con prossimi target i 710 dollari e successivamente i minimi degli ultimi 13 mesi in area 680 dollari.
Fondamentale sarà non perdere questi sostegni, per evitare che il titolo vada prima a chiudere il gap-up lasciato aperto lo scorso 5 febbraio in area 672,62 dollari e in seguito andare a rivedere la soglia dei 645 dollari.
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