Dal Colosseo al tribunale: la sfida tra Elon Musk e Mark Zuckerberg non si terrà in quello che era originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio ma, se il fondatore di Tesla dovesse confermare le minacce delle ultime ore, in un più mesto tribunale statunitense.
Se a movimentare fine giugno ci ha pensato il rumor di una battaglia all’ultimo sangue tra l’istrionico proprietario di Twitter ed il fondatore di Facebook, negli ultimi giorni a catalizzare l’attenzione degli operatori è stato il lancio, da parte del gruppo Meta, della nuova app Threads (Meta: Threads, 3 aspetti da valutare).
Il debutto del nuovo social, che in meno di 24 ore ha registrato più di 30 milioni di utenti (anche grazie al fatto che il passaggio da Instagram a Threads è immediato), arriva (un caso?) in un momento particolarmente sfidante per Twitter (le recenti modifiche hanno scontentato più di un utente), facendo infuriare Musk. "È infinitamente preferibile essere attaccati da sconosciuti su Twitter, piuttosto che indulgere nella falsa felicità di nascondere il dolore di Instagram", ha twittato Musk poche ore dopo il debutto di Threads.
Musk vs Zuckemberg: Meta nega le accuse
La nuova piattaforma di microblogging del gruppo Meta ha spinto Alex Spiro, rappresentate legale di Twitter, a scrivere una lettera (con Musk in cc) al CEO di Meta, Mark Zuckerberg, per accusarlo di aver assunto decine di ex dipendenti di Twitter a conoscenza di segreti commerciali protetti. “Twitter intende far rispettare in maniera rigorosa i propri diritti di proprietà intellettuale e chiede a Meta di adottare misure immediate per interrompere l’utilizzo di segreti commerciali di Twitter o altre informazioni altamente riservate”, riporta la missiva di Spiro.
L’accusa per Threads, definita “un emulatore”, è di “appropriazione indebita sistematica, intenzionale e illegale dei segreti commerciali di Twitter e di altra proprietà intellettuale” e la minaccia è quella di un’azione legale contro Meta. Tramite “bracconaggio di ex dipendenti”, Meta ha creato un’App che imita (“copycat”) Twitter.
Andy Stone, portavoce di Meta, ha rispedito le accuse al mittente dichiarando che “nessuna persona presente nel team di ingegneri di Threads è un ex dipendente di Twitter”.
Il grande vantaggio di Threads
Come già fatto in passato con l’arrivo di Snapchat e TikTok, Meta nel nuovo social ha implementato molte funzioni offerte dai suoi concorrenti.
“Il superpotere che Threads ha rispetto a Twitter è che non ha bisogno di conoscere i 30 milioni di utenti che si sono iscritti alla piattaforma da un giorno all'altro", ha dichiarato Molly Lopez, Amministratore delegato dell'agenzia pubblicitaria Sparo. "È probabile che, grazie alla loro attività su Instagram, Facebook e persino WhatsApp, Threads sappia già molto di voi".
Brendan Gahan, Chief innovation officer dell'agenzia pubblicitaria digitale Mekanism, ha rilevato che con la tecnologia pubblicitaria e le capacità di targeting di Meta, definite le migliori al mondo, "se Threads diventasse una piattaforma sociale valida, aprirebbe un flusso massiccio di entrate pubblicitarie attingendo al patrimonio di dati di Meta e offrendo annunci altamente mirati fin dall'inizio".
Anche se per ora Zuckerberg ha fatto sapere che Threads è concentrata sul coinvolgimento degli utenti e non sulla monetizzazione, è ovvio che si tratta di un aspetto decisamente importante. “La nostra priorità è costruire il valore del consumatore prima di tutto, il che ci permette di esplorare il modo in cui costruire il valore commerciale in un modo che non comprometta l'esperienza del consumatore", riporta una nota della società.
Cosa farà ora Musk
Se, come fisiologico, per Threads sarà particolarmente difficile sostenere lo slancio iniziale (passato l’effetto novità, per un social è cruciale poter contare su una massa di utenti fedeli, chiedere a Mastodon o Bluesky…), Musk non sembrerebbe il tipo di persona che si lascia scappare un’opportunità per mettersi sotto i riflettori. E quindi nelle prossime settimane ci sarà da divertirsi.