- Gli opinionisti di tutto il mondo considerano la vittoria di Biden più vantaggiosa per le società verdi e meno per quelle tecnologiche;
- Moody's ritiene che una vittoria democratica su ogni fronte aiuti maggiormente la crescita e l'occupazione;
- In caso di Camere divise tra i due schieramenti politici, gli effetti della politica fiscale di qualsiasi candidato sarebbero simili
Tutti gli opinionisti a livello mondiale si stanno cimentando da diverso tempo a elaborare scenari sull'economia americana, e quindi sui mercati finanziari, qualora alle elezioni presidenziali del 3 novembre dovesse prevalere l'uno o l'altro candidato. Sembra largamente condivisa l'analisi che qualora fosse Joe Biden a spuntarla, come dicono i sondaggi, alcuni settori dell'economia conoscerebbero una fase di sviluppo rilevante come ad esempio quelli legati alla transizione energetica.
In via del tutto speculare verrebbero pesantemente penalizzate quelle società che operano nel ramo petrolifero e che non hanno attuato i piani per la decarbonizzazione della propria attività. Inoltre, per effetto di una maggiore aggressività fiscale a amministrativa in particolar modo verso le big tech, le aziende tecnologiche potrebbero vedere la fine della loro crescita incessante che hanno avuto in questi anni.
Se l'esito elettorale dovesse essere sorprendente, come avvenne nel 2016, e Donald Trump si dovesse riconfermare alla Casa Bianca, ci sarebbe una continuazione della politica di agevolazione fiscale per le società e i lavoratori, con risvolti positivi in termini di crescita e occupazione.
I FAANG continuerebbero ad esercitare il loro dominio incontrastato e la loro marcia di crescita ininterrotta nei mercati finanziari. Dall'altro lato però l'economia pagherebbe lo scotto di un ritardo nell'ambito del cambiamento ambientale e nello stato sociale, con una sanità ancora iniqua. In questo contesto, l'agenzia di rating Moody's fa delle previsioni più dettagliate in base anche alla maggiore o minore presenza delle forze parlamentari nelle due Camere. Vediamole.
Scenario 1: vittoria di Biden e Democratici maggioranza di Camera e Senato
Sarebbe questo il classico scenario in cui si andrebbe a configurare la cosiddetta "onda blu", dove i Repubblicani verrebbero sconfitti su ogni fronte. In una situazione del genere, Moody's prevede una crescita economica media annua del 2,9% e un aumento dei salari in media dello 0,9% fino al 2030. Più nello specifico, il tasso di disoccupazione passerebbe dall'8% attuale al 5% entro il 2022. In altri termini, con una creazione di 18,6 milioni di posti di lavoro nell'arco di 4 anni, si raggiungerebbe in un biennio la piena occupazione.
Questo sarebbe possibile grazie ai piani di spesa che vanno dal commercio, all'istruzione, alla casa e all'assistenza sanitaria. Tutto ciò nonostante dal punto di vista fiscale sarebbe una batosta per le società su più fronti: riproposizione dell'imposta societaria al 28% dal 21%, raddoppio della tassazione per alcune società USA con filiali all'estero, eliminazione della detrazione del 20% per coloro che hanno un reddito maggiore di 400 mila dollari.
Scenario 2: vittoria di Trump e Repubblicani maggioranza di Camera e Senato
Se il tycoon dovesse sorprendere ancora e trascinare i voti degli americani anche alla Camera e al Senato al punto da far diventare i Repubblicani maggioranza assoluta, a quel punto la crescita dell'economia USA sarebbe minore.
Moody's infatti stima che il PIL USA sarebbe del 2,4% annuo in media per 10 anni, il costo del lavoro crescerebbe nello stesso periodo solo dello 0,7% all'anno e la piena occupazione verrebbe raggiunta solo nel 2024, grazie alla creazione di 11,2 milioni di nuovi posti di lavoro nel quadriennio.
L'agenzia americana sembra qui sposare la tesi di Garrett Watson, analista presso la Tax Foundation, secondo cui la defiscalizzazione delle imposte sulle plusvalenze che vorrebbe adottare Trump non necessariamente aiutano la crescita.
Scenario 3: vittoria di Trump o Biden, Senato ai Repubblicani e Camera ai Democratici
Secondo Moody's questo sarebbe uno scenario neutro, nel senso che gli effetti sull'economia della politica fiscale sarebbero i medesimi sia che alla Casa Bianca vi accedesse Biden, sia che si riconfermasse Trump.
Questo perché il Parlamento farebbe come attenuatore delle misure più estreme che vorrebbero prendere il sopravvento, come preannunciato nei programmi elettorali. Probabilmente, a giudizio degli analisti, un Governo Biden sarebbe leggermente più favorevole per la crescita, qualora si dovesse verificare un equilibrio di questo tipo.